Underground England è un marchio fondato da Alan Bukvic per chi è appassionato di musica e subcultura punk, rock, gotic e anche un po’ hip hop. Non ha limiti e confini, ha una grande produzione e gamma di scarpe, accessori, libri e recentemente ha sconfinato nel ready-to-wear. Nel 2021 festeggia quaranta anni di attività.

Perché ti sei ispirato alla subcultura per creare questo brand?
“La storia iniziò nel 1981 a Manchester, periodo decadente che trasudava black humor e caustica depressione causata del declino industriale. Le subculture come Punk, Post Punk, Gotici, New Romantics e Hooligans padroneggiavano la città. Questi differenti sfondi, soprattutto nella scena musicale, coesistevano e sprigionavano una forte energia che mi ha letteralmente travolto. I primi tempi sono stati un’avventura perché Underground era il contrario del mainstream con un’offerta di stivaletti Winklepicker decorati da fibbie con teschi e le Creepers scarpe iconiche del marchio. Dunque potrei dire che Underground England è nato nel posto e nel momento giusto per l’epoca”.
Scegli il tuo modello preferito di scarpa e racconta la sua storia.
“È come chiedere a un genitore scegli il tuo figlio preferito tra quelli di sangue e adottati. Questo perché Underground ha avuto delle produzioni proprie altre invece sono state riadattate e personalizzate. Tuttavia fammene scegliere due:
° The Wulfrun Creeper, prodotto iconico del brand, sono ispirate alle brothel creeper degli anni cinquanta. Oggi vengono proposte con nuovi materiali come la pelle, il camoscio e vengan friendly e una vastità di colori. Sono all gender e dotate di una singola, doppia e tripla suola secondo le esigenze del cliente. Possono essere personalizzata e la produzione è in UK e in Portogallo.
° The Original Steel Cap Tracker Shoe sono esattamente le scarpe dei lavoratori delle fucine e mulini caratterizzate da linee pulite e sobrie. Underground le ha rielaborate in chiave più futuristica aggiungendo dei dettagli in metallo oppure patinatura lucida”.

Nel 2020 sappiamo che avete allargato il business in altri settori come la produzione di ready-to-wear, come mai siete andati verso questa direzione?
“Premetto che il nostro obiettivo non sarà creare collezioni per ogni stagione, il nostro focus rimangono le calzature. Abbiamo deciso però di lanciare questo nuovo progetto per capire l’appeal del consumatore. Il nostro pezzo forte sono le mini gonne in tartan”.
Parlando di trend: “punk” principale style della stagione quindi cosa dobbiamo comprare per essere al top?
“È difficile quando “punk” diventa trend perché per noi è uno stile di vita e non possiamo prevedere le reazioni del mercato. Noi commerciamo un determinato stile da molto tempo di conseguenza posso dirti che per essere al top consigliamo gli anfibi, un classico e presente nella nostra collezione dagli anni ottanta”.
Una curiosità, c’è differenza tra punk inglese e punk americano?
“Domanda opinabile e la mia risposta è un parere personale anche perché il punk non ha una vera e propria definizione. Essere punk significa non avere regole, guide linea e impegni. La scena early punk è nata a New York con Iggy, The Dolls, The Ramones ma dagli anni 76/77 il focus si è spostato sicuramente a Londra con i Sex Pistols e la riappropriazione della bandiera inglese sotterrata dai soprusi della politica thatcheriana. In seguito c’è stato un ritorno nella patria americana con i Green Day e Billie Joe Armstrong”.
Underground England è self-expression non solo moda, il brand supporta qualche causa?

“Certo siamo un brand indipendente e abbracciamo diverse cause come possiamo. Supportiamo specialmente la scena musicale delle subculture, della diversità, della forza delle donne con interviste, collaborazioni e concerti. Siamo anche fan dei materiali sostenibili e cooperiamo con le attività locali per produrre articoli di qualità minimizzando lo spreco”.
2021: 40 anni di storia dell’azienda, ti aspettavi questo successo?
“Io penso che essere Underground evidenzia il NON avere aspettative e sconfinare verso l’ignoto. Se si conosce troppo qualcosa, non è più Underground. L’anonimato definisce l’Underground e quindi il mistero sarà la nostra continua fonte d’ispirazione ma con i piedi per terra”.
Progetti per il futuro?
“Sì abbiamo dei progetti in cantiere, ma per il momento rimangono top secret, possiamo solo svelare che abbiamo partnership in ambito musicale e cinematografico oltre che la nuova collezione della fall-winter 22/23”.