Il passato è una culla di certezza e una lampada posta all’ingresso del futuro per augurare una sorta di nuovo ottimismo. Così la settimana della moda a Milano termina all’insegna della positività incalzante e del ricordo senza colpa. Una voglia, quasi un bisogno di stare bene in modo immediato, istintivo, genuino per correre verso una nuova avventura. Non manca però il fattore nostalgia espresso nella sfilata della signora madre Prada che sottolinea ciò che è stile e ciò che è moda. Occorre tornare all’età dell’oro con accenni di 20-50-70-90’s contraddistinti da gonne fascianti al ginocchio, polo a coste, turbinii di paillettes e fantasie retrò.
La sobria eleganza detta essenzialità opponendosi al consumismo usa e getta. Moschino, invece, richiama il cubismo di Picasso celebrando una disturbante armonia con abiti a forma di strumenti musicali 3D ed elementi di opere d’arte come la testa del Minotauro. Versace cavalca l’onda facendo chiudere il défilé con una impeccabile Jennifer Lopez e la rivisitazione del jungle dress indossato nel 2000 dalla cantante in occasione dei Grammy Awards. Un vero e proprio upgrade per un capo così iconico con una scollatura mozzafiato e spacchi profondissimi che ha permesso la creazione di Google Images diciannove anni fa.


D’altro canto Gucci apre la passerella con ventun modelli in giacche e tuniche bianche, simbolo di un presente controllo. Lo show poi si stravolge quando la corrente salta e la scena è conquistata da una moda perversa con dettagli fetish e accenni 70’s, un inno alla libertà. E lo sa bene Etro che promuove la leggerezza selvaggia degli anni settanta con tuniche ondeggianti, gilet ricamati e giacche safari vintage. L’animo gitano incontra la raffinatezza borghese. Quest’ultima è sempre rappresentata da Fendi che per questa stagione porta la firma unicamente di Silvia Venturini. Si descrive una donna “granny chic” dall’animo solare con abiti in micro check, giacche trapuntate e calde nuance pronta a nuove esperienze. E parlando di novità si dovrebbe monitorare il brand Ivy Jewels by Ivy Kyratzi, designer cipriota con la passione per i gioielli. Il 17 Settembre, La Rinascente ha dedicato un corner per la nuova collezione caratterizzata da pezzi unici un po’ in stile vintage che rievocano gli anni settanta/ottanta. E anche Lorenzo Serafini di Philosophy è ispirato da quell’epoca e precisamente al jet set di Montecarlo pensando ad abiti in chiffon plissé, pantaloni leggermente a vita alta, fiocchi e tanto denim. Un’iper- femminilità classica e regale descritta persino da Bluemarine con abiti leggeri di pizzo e seta, sensualità o eden romantico? Alcoolique percorre questa strada in una realtà bucolica in cui la natura è padrona: i capi in paillettes si riflettono nei ruscelli e le donzelle camminato nei campi di grano con abiti in sangallo. Emporio Armani presenta fanciulle armoniche con tessuti impalpabili; vige la purezza delle line, i colori tenui, i luccichii dei cristalli.
Si è immersi in uno stato di relax totale ed è un invito alla società a placarsi, a pensare e a riflettere su temi importanti quali: il rispetto dell’ambiente. Bisogna impegnarsi riducendo lo spreco e avvantaggiando lo sviluppo sostenibile predicato altresì nella serata di domenica 22 Settembre al Green Carpet Fashion Awards. Ad ogni modo si può riassumere la PE 2020 con un ritorno di una donna tremendamente affascinante dotata di una seduzione un po’ timida avvolta da colori pastello, stampe a fiori, lavori in patchwork e tanto camoscio, chiffon o paillettes. D’altronde l’unica regola ammissibile è “Io splendo”.