“Hey Gaia, sono Simonetta Lein. Piacere di conoscerti. Roberto della Fondazione Veronesi mi ha detto che può aiutarmi con la mia charity, la Wishwall Foundation”. Così ho conosciuto Gaia Ceccaroli, italiana, amante della moda e dell’arte come me. È una grande lavoratrice come me, una di quelle rare persone che non trovi più in giro.
Quando l’ho conosciuta, Gaia era impegnata a creare aste benefiche italiane e americane a beneficio di tante no profit su Charitybuzz.com, con base a NYC. Abbiamo iniziato a creare aste benefiche insieme, coniugando il mondo delle celebrities e della moda per una buona causa: un modo grandioso di connettersi con persone importanti e renderle contente di supportare la mia charity!
La nostra partnership è iniziata più di un anno fa, e grazie alla sua bravura, è ora la Segretaria ufficiale della The Wishwall Foundation. Gaia mi ha insegnato una cosa molto importante: “tutti possono avere una grande idea, ma è solo nell’esecuzione che si può avere successo”. Questo è così vero. Prendiamo l’esempio di Ghandi: se non avesse avuto il fratello che lo incoraggiava e spingeva, Ghandi non sarebbe mai stato l’eroe che tutti conosciamo oggi. Allo stesso modo, non sarei chi sono senza persone smart e a me care che mi circondano e una di queste persone è Gaia. L’altra è mio marito, Raphael Anthony Amabile, Presidente della Fondazione.
Gaia mi sta aiutando a replicare il famoso Wishwall di Philadelphia in tutto il mondo. “Questo è il tuo format Simo, hai creato qualcosa di incredibile, ne avremo uno in ogni città”! Il successo è quella sottile linea tra vere un grande idee e essere capaci di ascoltare e prendere consiglio. Da quando abbiamo iniziato a lavorare insieme i risultati ci sono: le prossime città, oltre Marlton in New Jersey, USA dove siamo state il 10 Dicembre; Milano, Italia ad Aprile 2017; Sierra Vista In Arizona, USA il giorno del Memorial Day (29 maggio 2017) e stiamo lavorando per avere il Wishwall a Washington D.C.
Aiutiamo desideri meritevoli di essere esauditi, desideri a impatto sociale per la comunità e creiamo muri di speranza come forma d’arte per le città che li ospitano. Diventiamo un movimento globale.
Mentre scrivo non posso credere che sia tutto reale. Mi vedo ancora come la stessa ragazza che cresceva nel mio piccolo paese in Italia, sognando di andare nel mondo e di lasciare un segno con un’ idea. Tra pochi mesi andrò a Milano, dove ho vissuto per tanti anni. Questa volta però, andrò lì per creare il primo Wishwall europeo, è un’emozione incredibile. Cose bellissime accadono alle donne quando si alleano: diventano estremamente potenti.
Gaia è di Milano e viene da una famiglia di grandi lavoratori. Suo padre sta ancora cercando di capire la sua missione per rendere il mondo migliore. Lei è una millenial come me e io cerco sempre di portare lustro alla mia generazione. Sapevo che volevo lei nella mia vita quando mi ha detto che ogni notte, prima di andare a letto, controlla il sito della NASA. Ama l’astrofisica, non è così comune.
Si è diplomata in studi classici come me e ha una laurea specialistica in Economia e Management in Arte, Cultura, Media e Entertaiment all’Università Bocconi a Milano. Sono molto grata che abbia scelto questa facoltà perché ha avuto la possibilità di esplorare anche il mondo del no profit, e i nostri destini si sono incrociati.
Gaia lavora con me ma aiuta anche altre persone nell’area comunicazione ed eventi, la Fondazione Francesca Rava NPH Italia, che aiuta l’infanzia in condizioni di disagio in Italia e nel mondo, un’organizzazione no profit che aiuta bambini orfani e abbandonati da oltre 60 anni in 9 paese dell’America Latina, inclusa Haiti.
Come me lavora con passione e impegno e prende rischi ogni giorno. Gaia esce fuori dalla sua zona di confort parlando con più persone possibile. Mi inspira sempre raccontandomi storie bizzarre di lei che parla con sconosciuti: da poco è stata a Los Angeles e ha deciso di parlare con un uomo in fila in un coffe shop. Stava parlando di film al telefono. Conclusione? Aiuterà la nostra fondazione e gli altri progetti charity di Gaia usando le sue importanti connessioni a Hollywood. È venuto fuori che è un famoso produttore! Ha fatto lo stesso a un party a Roma sulle rive del Tevere, e uno dei principali partner della Fondazione è l’uomo con cui lei ha deciso di parlare. La storia più carina però è successa da poco, quando un autista di Uber a Los Angeles ha deciso di dire una preghiera per lei perché lei gli aveva detto di essere in un momento difficile.
Gaia e io parliamo molto di essere entrambe donne millennial e inprenditrici. Per essere un imprenditore in questi giorni suggerirei di seguire il modus operandi di Gaia: parla con gli sconosciuti, condividi contatti, aiuta e sorridi. “Non essere geloso dei tuoi contatti, ma sii sicuro delle tue connessioni”.
Gaia ha un altro suggerimento e non potrei essere più d’accordo: inizia dalle cose che ti piacciono di più. Le sue prime aste benefiche sono state gli inviti alle sfilate perché è italiana e ama la moda. Gaia parla spesso del suo gene di stile italiano. È finita a mettere in asta per beneficenza tutti gli inviti per la Milan Fashion Week sotto il patrocinio della Camera Nazionale della moda italiana e un’esperienza in Vogue con la leggendaria capo redattrice Franca Sozzani, scomparsa recentemente.
La sua passione per la moda (che abbiamo in comune) ci ha aiutato molto: la moda significa identità e identità significa avere un messaggio da condividere, così usiamo la moda per condividere un messaggio positivo: comprare nei negozi di seconda mano; rimettere lo stesso vestito da red carpet; o lavorare probono per nuovi brand che sono socialmente consapevoli.
Un segreto del mondo della moda che abbiamo scoperto aiutando gli altri: il giusto outfit può dire più di mille parole. Mi chiama sempre prima di un meeting importante per parlare di come il suo outfit potrebbe aiutarla a migliorare il suo messaggio, e lo faccio anche io.
Oggi viviamo in un mondo basato sui social media creati da millennial. A Gaia piace pensare che i millennial abbiamo il gene social media, come gli italiani hanno il loro gene dello stile. Quindi tutto accade naturalmente ma la capisco quando mi dice: “preferirei vedere più impegno e contenuto dietro il prossimo bel selfie su Instagram”. Questo è anche il mio mantra.
Quando ho creato il Wishwall a Philadelphia, pensavo fosse possibile trovare un modo per portare attenzione su importanti temi sociali usando l’arte, la moda e lo spettacolo. Gaia ha la stessa missione e sta aiutando la Fondazione a combinarli e raggiungere l’obiettivo: creare una struttura solida e un format replicabile. La Wishwall Foundation è fashion. Io sono fashion e Gaia è fashion perché è unica, non si arrende e lascia che i sorrisi e le azioni parlino più forte delle parole. E siamo fashion, perché abbiamo quello stile italiano riconosciuto in tutto il mondo.