Sempre più adolescenti statunitensi iniziano cure farmacologiche contro l’obesità. Il farmaco di punta è il Wegovy, un inibitore dell’appetito prodotto dalla danese Novo Nordisk. Funziona, ma costa. E il boom sembra riguardare solo chi può permetterselo.
Nel 2024, negli USA le nuove prescrizioni tra i 12 e i 17 anni sono salite del 50%: 14,8 ogni 100.000 ragazzi, secondo un’analisi condotta da Truveta su 1,3 milioni di cartelle cliniche. All’inizio del 2025, il tasso è già a 17,3. Ma la distanza resta abissale: i giovani americani affetti da obesità sono 23.000 su 100.000. E il farmaco raggiunge meno dell’1% di loro.
“È un segnale positivo, ma siamo ancora lontani da un accesso equo”, commenta a Reuters la dottoressa Cate Varney, direttrice della clinica per l’obesità dell’Università della Virginia. “Quando dieta e attività fisica falliscono, servono alternative. E questa lo è”.
Ma Wegovy non è per tutti. Costa migliaia di dollari l’anno e le assicurazioni raramente coprono la spesa. Il risultato? Un farmaco efficace resta confinato a chi ha più risorse.
L’agenzia del farmaco americana ha approvato l’uso del semaglutide per i minori a fine 2022. Da allora, l’uso è aumentato, ma lentamente. Intanto, i numeri dell’obesità infantile sono esplosi: negli anni ’80 riguardava il 5% degli adolescenti, oggi supera il 23%.
Nel 2023, la principale società pediatrica americana ha dato il via libera all’uso dei GLP-1 – la categoria di farmaci a cui appartiene Wegovy – dai 12 anni in su. Ma la comunità medica si divide, dato che l’efficacia a breve termine, non è affiancata da dati a lungo termine. E non è chiaro se la terapia vada assunta a vita.
“Non possiamo normalizzare l’uso di questi farmaci nei bambini senza capire dove ci porteranno”, ha dichiarato il segretario alla Sanità Robert F. Kennedy Jr. in un recente rapporto federale. Il ministro ha parlato apertamente di “eccessiva medicalizzazione” e di “rischi non quantificati” per crescita e sviluppo.
Ma Novo Nordisk si difende: “Nessun impatto sulla pubertà nei trial clinici”, sostiene l’azienda. E aggiunge: “L’obesità comincia spesso nell’adolescenza. Intervenire ora vuol dire prevenire le malattie di domani”.
Al Nemours Children’s Hospital di Wilmington, Delaware, la Healthy Weight Clinic ha seguito 2.000 adolescenti nel 2024. Un quarto ha ricevuto Wegovy o farmaci analoghi. Risultato medio: sei-sette chili in meno nei primi sei mesi, oltre tredici dopo un anno. Ma tre pazienti su quattro restano esclusi.
“Molte famiglie rinunciano per motivi economici, altre per paura degli effetti collaterali”, spiega la dottoressa Thao-Ly Phan, che dirige la clinica. “Alcuni tentano con i vecchi farmaci, meno efficaci ma più accessibili. Altri si affidano ancora a dieta e palestra”.
In molte strutture sanitarie, manca personale formato per monitorare gli effetti collaterali, come la perdita di massa muscolare. Né ci sono risorse per seguire i pazienti in un percorso strutturato.
“Il problema è anche nella gestione”, avverte il dottor Robert Siegel, del Cincinnati Children’s Hospital. “La terapia va iniziata solo dopo mesi di intervento sullo stile di vita. Ma serve personale, tempo, strumenti. E nella maggior parte dei casi non ci sono”.
Secondo Siegel, il 15% degli adolescenti in cura nel suo ospedale ha ricevuto Wegovy. “Ma finché non avremo dati solidi sul lungo periodo”, conclude, “è impossibile dire se stiamo davvero curando una malattia… o solo rimandando il problema”.