Shrek, il Grinch e i mostri Pixar non fanno più ridere. Almeno non in Russia. Lunedì, alla Duma, un gruppo di deputati ha messo sotto accusa l’intero immaginario infantile occidentale, definendolo “distruttivo” per le nuove generazioni russe, secondo quanto scrive il Moscow Times.
“Sembrano innocui, ma hanno difetti fisici e caratteriali,” ha dichiarato Yana Lantratova, deputata del partito di minoranza filo-putiniana Russia Giusta, presentando una serie di slide che paragonavano i film per bambini dell’epoca sovietica con quelli americani degli ultimi vent’anni. Da una parte figure eroiche, didascaliche, moralmente integre; dall’altra orchi, creature deformi e antieroi caricaturali.
“Col tempo, con l’infiltrazione della cultura occidentale, hanno cominciato a emergere personaggi negativi presentati però come modelli positivi. L’immagine del personaggio limpido si è dissolta,” si leggeva su uno dei pannelli.
Il leader di Russia Giusta, Sergei Mironov, ha rilanciato con toni più espliciti: “Purtroppo [i Paesi occidentali] stanno molto attivamente indottrinando i nostri bambini,” ha affermato. “È una guerra ibrida. Se vuoi sconfiggere un nemico, allevane i figli.”
Dietro la scenografia apparentemente folkloristica del dibattito — immagini di Shrek in aula e richiami nostalgici ai film di Soyuzmultfilm — l’obiettivo politico sembra quello ridefinire l’immaginario collettivo dei minori e chiudere gli spazi d’ingresso per i prodotti culturali occidentali.
Lantratova, che presiede anche la commissione della Duma per la società civile e le organizzazioni religiose, ha lamentato l’assenza di strumenti legali adeguati per limitare la diffusione di questi contenuti in Russia: “Serve una normativa chiara. Oggi ci muoviamo in una zona grigia che impedisce interventi efficaci.”
Le proposte discusse durante la seduta saranno trasmesse al gruppo parlamentare che lavora alla codificazione dei “valori spirituali tradizionali russi”. Un progetto che da mesi occupa l’attenzione del legislatore, deciso a tracciare nuovi confini anche nella cultura dell’infanzia.