Per quelle singolari coincidenze che si mescolano in sequenza sul frullatore dei social oggi, scorrono insieme le immagini e le parole di Giorgia Meloni, di Papa Francesco e quelle di Joe Biden. E tutte parlano di bambini e di futuro – che senza di loro è inutile e impossibile parlarne – ma ognuno lo fa modo suo e questo è forse davvero un segno dei tempi, dove tutto sembra confondersi e contraddirsi anche quando ci si propone di parlare della stessa cosa. Vediamo.
Meloni e il Pontefice si incontrano a Roma al Forum della Natalità, grande parata di buoni propositi per affrontare un tema vero, drammatico, che affligge il nostro Paese e più in generale l’Europa e l’Occidente (ma anche l’estremo oriente vedi Giappone e Corea). Stiamo invecchiando da tanto, troppo tempo e il nostro destino è segnato se non facciamo qualcosa. Ma è su questo qualcosa che le carte si mescolano pericolosamente perché per il capo del governo italiano, e più in generale per la destra che oggi governa il Paese, si tratta di invertire la rotta aiutando gli italiani a mettere al mondo più figli.
Lasciamo stare per un momento le derive da coazione a ripetere di un ministro minore (Lollobrigida per capirci) che dopo l’allarme sostituzione etnica rilancia sull’etnia italiana da salvare, che qualcuno lo aiuti. Per il capo del governo Meloni si tratta di varare incentivi economici alle famiglie, per aiutarle nella scelta di avere bambini, tutte cose buone e giuste purché non si pronunci l’altra parola che invece è il Pontefice, oggi accanto a lei, a pronunciare, e cioè accoglienza, perché i bambini sono tutti uguali e tutti rappresentano il futuro e la forza di un Paese, anche quelli arrivati per mare. Anzi, se c’è una speranza di invertire la rotta di una comunità che invecchia inesorabilmente è proprio quella di pensare a tutti i bambini come energia che salverà e aggiusterà il nostro domani.
E qui arriviamo alla terza persona di questa strana sequenza di incontri virtuali, quel vecchio presidente degli Stati Uniti che riceve qualche giorno fa alla Casa Bianca una delegazione di americani asiatici nativi delle isole Hawaii e del Pacifico. Introdotto dall’entusiasmo alla Benigni di Ke Huy Quan, attore di origine vietnamita e recente premio Oscar, Joe Biden prende la parola e nella più sacra delle tradizioni americane (memorabili discorsi dello stesso tenore furono fatti da Bush e prima ancora da Reagan) ricorda agli americani immigrati che gli sono di fronte, soprattutto ai più giovani: voi avete riempito le città americane, grandi e piccole, ci avete dato energia, le nostre diversità sono la forza degli Stati Uniti.
Ecco dunque la terza sfumatura sui bambini e sul futuro. Tutti siamo d’accordo che bisogna fare qualcosa per evitare di vivere in Paesi di nonni senza più nipoti ma la prima cosa da fare è di pensare i bambini tutti uguali, e di più, credere fermamente che tra quei bambini, anche tra quelli arrivati per mare, ci possa essere il prossimo premio Oscar, o il prossimo Presidente. A proposito di riforme istituzionali, quelle vere.