Il made in Italy è da sempre sinonimo di eccellenza in design, lusso e stile. La nuova startup italiana ILOOXS Technologies, facendo leva su questi valori, ha inventato dei pannelli solari unici al mondo poiché rendono le superfici completamente invisibili e integrabili ad ogni soluzione, dall’edilizia all’automobilistica.
ILOOXS è stata fondata a Torino da tre soci con esperienze diverse ma complementari: Fabrizio Chiara, esperto di comunicazione non convenzionale, ha due prodotti digitali alle spalle, uReshare, un sistema di social advertising e Blagour uno style advisor automatizzato (precursore degli attuali “bots”). Da quest’ultimo progetto gli è rimasto in eredità Blaggando, un blog sul fashion-tech.
Chiara è stato il primo a lavorare sul metodo di customizzazione dei pannelli solari ma senza i suoi soci Giancarlo Casellato ed Andrea Demonte, dice che il prodotto non sarebbe mai stato così performante ed incredibilmente bello. Giancarlo Casellato è ingegnere, ex dirigente del dipartimento di Electrical/Electronic Systems and Architectures del Centro Ricerche Fiat, nel quale ha inventato di tutto, dal common rail, fino allo start and stop sulla Ferrari California. Grazie a lui la tecnologia di ILOOXS è diventata davvero performante in termini di efficienza. Andrea Demonte si autodefinisce “artigiano tecnologico” ed ha un’azienda che si occupa di personalizzazione di abbigliamento e di stampa digitale. Successivamente si è aggiunta al team l’imprenditrice Simona Santoro, titolare della Santoro for Luxury Yachts ed esperta di commercializzazione di prodotti di lusso.
Affascinata dal concept di ILOOXS, ho deciso di intervistare Fabrizio Chiara per farmi raccontare il percorso con cui è passato dall’idea alla pratica.
Come è nata ILOOXS?
“Siamo partiti nel 2013 sviluppando un accessorio di moda fotovoltaico dal design minimalista con la capacità di adattarsi ovunque. Tuttavia, alcuni marchi italiani della moda di lusso ci dissero che non lo avrebbero mai comprato perché, sebbene il design fosse piacevole, la cella fotovoltaica era antiestetica ed avrebbe leso il brand qualora fosse stata fissata su un loro prodotto. I prodotti fotovoltaici in circolazione cercano di essere il più possibile in linea con il design dei pannelli, proprio perché non sono belli da vedersi. Invece noi abbiamo cambiato rotta e ci siamo preoccupati di rendere il pannello bello e adattabile al contesto di applicazione, mantenendo l’efficienza elevata, perché un pannello solare che non produce energia è inutile.
Come avete fatto per trasformare la vostra idea in impresa?
“Come sempre dovrebbe accadere per tutte le startup, la nostra idea risponde ad un problema reale, tangibile, qualche che il mercato richiede. Conclusa la prima fase di ricerca, siamo passati alla prototipazione di un concept e abbiamo testato il mercato. Dopo aver ricevuto due secchi “no” per il pannello dell’accessorio fashion, ci siamo fermati per capire come risolvere quel problema. Ci abbiamo messo 18 mesi a raggiungere un risultato interessante e determinare se c’era domanda. Dopo abbiamo deciso di investire nel brevetto e di strutturarci per uscire sul mercato”.
Che risultati avete ottenuto ad oggi?
“Ci abbiamo impiegato 9 mesi per trovare un metodo replicabile e altri 7 per ottimizzarlo. Il nostro stadio di sviluppo è molto avanzato e siamo già alla seconda generazione del processo con ottimi risultati qualitativi e di ottimizzazione della produzione i quali ci garantiscono un ottimo vantaggio competitivo. Abbiamo alcuni prototipi che dimostrano i numerosi passi avanti e contiamo nei prossimi mesi di chiudere dei contratti con alcuni potenziali clienti. In vista del raggiungimento di questi obbiettivi, siamo fiduciosi nel dire che i nostri pannelli fotovoltaici personalizzati, in grado di essere usati ovunque, usciranno sul mercato all’inizio del 2017”.
Quali sono i settori più promettenti per la vostra tecnologia?

“Da quando ci siamo aperti al pubblico, lo scorso aprile, abbiamo ricevuto richieste da settori diversi. Il trend sulle energie rinnovabili è in continua crescita e le norme per l’uso del fotovoltaico sono diventate molto stringenti in alcune aree. Ad esempio, vi sono leggi a tutela del patrimonio paesaggistico, architettonico e storico. In questo campo la soluzione ILOOXS è l’unica opzione possibile in quanto essendo invisibile è compatibile con qualsiasi fabbricato esistente per antico che sia. Lo stesso vale in alcune tipologie di design che hanno caratteristiche speciali quali le auto, dove noi possiamo integrare un tetto fotovoltaico che aumenta l’autonomia del veicolo pur avendo un impatto zero sul design. Oppure nella nautica, dove diamo la possibilità di vivere in simbiosi con la natura, alimentando tutti i servizi di bordo senza avere un motore acceso che inquina e fa rumore, il tutto senza modificare la linea dello yacht”.
Come pensate di scalare, visto che la strategia delle startup che fanno prodotti “fisici” è diversa rispetto a quelle software?
“Una startup ‘hardware’ cresce e si stabilizza grazie al know-how del team e ai brevetti con i quali si tutela e limita la concorrenza. Noi vediamo il nostro business posizionarsi come prodotto ‘luxury’ che soddisfa le esigenze di una clientela di fascia alta senza problemi di budget, la quale vuole distinguersi con prodotti esclusivi ed ecosostenibili. Man mano che ci organizzeremo anche a livello industriale, il prezzo scenderà in funzione dei volumi e quindi sarà sempre più alla portata di tutti. In pratica seguiamo la strategia delle economie di scala applicata ad esempio da Elon Musk con la Tesla: entrato da zero nel settore automobilistico, producendo una vettura di fascia alta, adesso sta espandendosi anche su fasce medie”.

Come finanziate il progetto?
“Finora ci siamo autofinanziati investendo alcune decine di migliaia di euro, oltre al nostro tempo. Oggi, senza perdere il focus su prodotto e clienti stiamo lavorando sul fronte degli investitori e dei partner, per raccogliere cash e alleanze anche di tipo industriale ed essere quindi preparati di fronte a ordini importanti. Abbiamo alcuni canali aperti sia italiani che esteri, e miriamo entro l’anno a chiudere una prima fase di raccolta”.
Cosa hai imparato da eventuali errori commessi nelle esperienze precedenti?
“I miei errori sono spesso derivati dalla giovane età e dall’inesperienza imprenditoriale, poi fortunatamente con il tempo sono stati risolti. Il più grosso problema di chi fa startup in Italia, ma credo dappertutto, è quello di creare un team solido, coeso, con le competenze adeguate e soprattutto, lo spirito di non mollare mai. L’esperienza mi ha anche insegnato che le aziende non si fanno con gli amici perché si rischia di rompere alcuni equilibri e che in una startup, soprattutto agli inizi, bisogna mettersi sotto e imparare e far tante cose da sé”.
Qual è la vostra mission oltre ai profitti?
“ILOOXS vuole cambiare il mondo con la creatività, con più amore per la natura, migliorando le vite delle persone. Il nostro motto è: bellezza e purezza, baciati dal sole. ILOOXS Kissed by the sun”.