Ha infiammato i social network la frase pronunciata ieri a Palermo dal cantautore milanese, Roberto Vecchioni. Ospite della facoltà di Ingegneria, si è concesso "una licenza poetica" che ha fatto arrabbiare molti siciliani: "E' inutile che ti mascheri dietro al fatto che hai il mare più bello del mondo. La Sicilia è un'isola di merda" ha detto dinnanzi ad una platea che ha cominciato a mugugnare.
"La mia è una provocazione d'amore" ha aggiunto a quel punto Vecchioni, ma la precisazione non è servita a placare le polemiche. Anche perché questo amore di Vecchioni per la Sicilia risulta ai più sconosciuto.
Comunque, i post dedicati a questo argomento oggi in Siclia sono tantissimi. I commenti si dividono tra quelli che si sentono offesi e lo accusano, come minimo, di "arroganza e maleducazione" e chi, invece, gli dà ragione.
La frase, di per sé, non è certo gradevole. Più che una critica, sembrerebbe un vero e proprio insulto, anche perché non ha parlato di politica o di un sistema di potere, ma di Sicilia in generale.
Superficialità? Insensibilità? "E' un poeta -ha tentato di difenderlo uno dei docenti che sedeva accanto a lui- e a volte i poeti si esprimono in maniera forte".
In effetti i grandi della letteratura non hanno disdegnato il ricorso all’epiteto forte. Da Aristofane a Giovenale, da Boccacio a de Sade, Hugo e Baudelaire. Solo che non sapevamo che Vecchioni appartenesse a questa categoria.
Interessante la lettura offerta da Pietro Ancona, storico leader della Cgil siciliana, che sulla sua pagina Facebook scrive:
"Immaginate uno scrittore siciliano o un nostro musicista che invitato alla Statale di Milano si mette a parlare dei lombardi come Vecchioni ha fatto ieri a Palermo. Secondo voi lo farebbe? Lo farebbe Camilleri? Lo avrebbe fatto Sciascia?
"Ebbene – continua Ancona- il siciliano non lo farebbe perché non ha un atteggiamento pedagogico-colonialistico che hanno quanti vengono in Sicilia e giudicano senza sapere e senza tentare di sapere".
Difficile dargli torto. Ma, sparare a zero sulla Sicilia è di gran moda da Roma in sù. C'è poi questa nuova incredibile moda, tutta italiana, di far parlare di storia, politica e attualità personaggi dello spettacolo e giullari di corte che, ovviamente, non essendo proprio forti su queste materie, sciorinano una serie di pregiudizi e luoghi comuni che assurgono allo status di pensiero nel nome della celebrità di chi li pronuncia.
Ricordate Pif (una specie di comico sdoganato alla Leopolda di Renzi) sull'Autonomia Siciliana? Confuse capre e cavoli, ma la stampa gli dedicò titoli ed interviste.
La moda è moda e l'Itaglia, si sa, in questo campo la sa lunga.
Tra i difensori di Vecchioni c'è chi fa notare che quella frase elegante, se inserita nel suo contesto, risulterebbe meno amara: "Non amo la Sicilia che rovina la sua intelligenza e la sua cultura – ha detto il cantante – che quando vado a vedere Selinunte, Segesta non c'e' nessuno. Non amo questa Sicilia che si butta via".
("Mò me lo segno", avrebbe detto Massimo Troisi).
E ancora:
"I siciliani sono la razza più intelligente che esiste al mondo, perché si buttano via così mi dà un fastidio immenso che l'isola non sia all'altezza di se stessa".
Razza? L'ultima volta che qualcuno ha parlato di razze, in Europa è finita male.
Vecchioni ha anche motivato così il suo giudizio: "Arrivo dall'aeroporto, entro in città e praticamente ci sono 400 persone su 200 senza casco e in tutti i posti ci sono tre file di macchine in mezzo alla strada e si passa con fatica. Questo significa che tu non hai capito cos'e' il senso dell'esistenza con gli altri. Non lo sai, non lo conosci".
(Insomma, avrebbe detto Totò, "lei è un cretino e se non lo sa, si informi").
Da qui le sue conclusioni "poetiche".
Giustificato?
Beh, speriamo solo che a Pietrangelo Buttafuoco non venga in mente di intitolare il suo nuovo libro così: da Buttanissima Sicilia a Sicilia isola di merda il passo è breve…