Ricordava Leonardo Sciascia che nel circolo sociale di Racalmuto si discuteva, si giocava a carte, si leggevano i giornali, ma soprattutto si chiacchierava di donne e di sesso. Perché la donna, come ben sapeva il grande scrittore di Racalmuto, è il desiderio fisso dei siciliani, per cultura. Non tanto la donna-moglie, bensì la donna-altra, come la chiamava Sciascia. È in lei che si concentra il ‘gallismo’ di cui parlava Brancati, parola che ha etimologicamente a che fare con il gallo, esempio massimo, nella civiltà contadina, di sessualità capace di coniugare orgoglio virile e instancabile potenza amatoria.
Un orgoglio virile che, proprio in questi giorni, viene ampiamente gratificato da una ricerca sulla sessualità degli italiani, secondo la quale i siciliani sono altra le lenzuola sono i migliori. Lo svela un'indagine ("La medicina della sessualità come paradigma del benessere globale") condotta sentendo il parere delle donne. Lo studio dettagliato ha visto come protagonista 5 regioni: Lazio, Liguria, Piemonte, Toscana, Puglia e Sicilia per valutare l'atteggiamento di uomini e donne nei confronti dell'eiaculazione precoce. Il sesso degli uomini piemontesi esce sconfitto perché lascia 4 donne su cinque insoddisfatte a vantaggio dei siciliani (i vincitori), dei laziali (secondi classificati), dei pugliesi (terzi) e dei liguri (penultimi).
Insomma, se qualche anno fa sulle Tshirt si leggeva Italians do it better (Gli Italiani lo fanno meglio)adesso lo slogan andrebbe sostituito con Sicilians do it better. Con buona pace di quelli che hanno sempre dato una accezione negativa alla sessualità dei siciliani quale espressione di un bieco machismo.
In verità tra gallismo e dongiovannismo, il sesso (anche solo come argomento di conversazione) è un tema sempre presente nella letteratura siciliana quale elemento antropologicamente indissolubile dalla sicilianità. Non è immune neanche Giuseppe Tomasi di Lampedusa: “E come posso accontentarmi di una donna che a letto si fa il segno della croce prima di ogni abbraccio,- dice al suo confessore ne Il Gattopardo– e che dopo non sa dire che "Gesummaria"? Sette figli ho avuto da lei, sette, e sapete che vi dico, padre? Non ho mai visto il suo ombelico. Eh? È giusto questo?”.
La fissazione dell'uomo siciliano per la donna occupa buona parte di quella “corda pazza” di cui parlava Pirandello a proposito della sua terra.
E, negli anni, è diventato uno dei temi piu’cari alla cinematografia. Come dimenticare, infatti, Giancarlo Giannini e Mariangela Melato in Travolti da un insolito destino di Lina Wertmuller?
Secondo alcuni, infine, l’elezione di un governatore gay in Sicilia avrebbe segnato il tramonto della cultura machista, la fine del mito della donna. E’ così? L’esiguo numero di elettori che ha votato per Rosario Crocetta non consente tali conclusioni, piuttosto ricorda che – come diceva Sciascia- il siciliano è un grande “sofisticatore della morale sessuale” e che è tollerante per indole, soprattutto fuori da casa sua.