Agli eventi mondani, a maggior ragione all’estero, si ha sempre l’opportunità di conoscere persone di età, accenti e talenti diversi e, per quanto poco, arricchire il proprio bagaglio socio-culturale. È quanto mi è successo il mese scorso a un matrimonio a cui ho partecipato negli Hamptons, la località sull’isola di Long Island a due ore di automobile da New York, celebre per ospitare le residenze di molti benestanti newyorkesi che vi trascorrono le vacanze estive e i fine settimana.
Tra le pietanze che hanno costituito il ricco pranzo, ho particolarmente gradito quella che in Nord America chiamano fruit salad in a pineapple boat. Si tratta di una macedonia di frutta composta principalmente da fragole, mirtilli, succo di lime, melone e, ovviamente ananas presentata a cubetti all’interno di mezzo ananas liberato della polpa, ma provvisto del caratteristico ciuffo. Una portata semplice ma, allo stesso tempo, gustosa e scenografica. Le conversazioni di circostanza con alcuni astanti, mi hanno fatto scoprire le origini di questo dessert: fu servito prima della torta al banchetto nuziale nel 1953, ancora oggi annoverato negli Stati Uniti come il matrimonio più elegante di sempre, tra il futuro presidente americano John Fitzgerald Kennedy e Jacqueline Bouvier. Una volta rientrato, ho voluto approfondire la conoscenza di questo frutto diventato comune anche nelle nostre tavole.
L’ananas fu importato per la prima volta in Europa da Cristoforo Colombo scoprendolo nel 1493 nell’isola caraibica di Guadalupa, una delle attuali Regioni d’oltremare francese situate nell’arcipelago delle Antille. Furono poi gli spagnoli e i portoghesi a introdurne la coltivazione nelle loro colonie in Asia e Sud Africa.
Sebbene ‘ananas’ sia ormai un termine riconosciuto quasi a livello globale per identificare la pianta e soprattutto il frutto, non esiste ancora un’origine certa dell’etimo. Alcuni sostengono che questo derivi da ‘anana’, la parola che utilizzavano gli indios per indicare l’aroma. Altri assicurano che sia l’unione di due termini arabi: ‘ain’ e ‘anas’, traducibili come ‘occhio umano’ per ricordare la forma delle scaglie che costituiscono la buccia. Oggi nei paesi ispanici viene chiamato ‘piña’, mentre le popolazioni anglofone lo definiscono ‘pineapple’, traducibile in ‘pigna-mela’. In italiano, invece, il nome corretto – ahimè caduto in disuso – è ananasso.
La pianta, alta circa un metro e mezzo, presenta una sorta di rosetta composta da foglie rigide e appuntite, solitamente molto lunghe e munite di aculei. Ogni diciotto mesi circa, produce un unico frutto al suo centro, sostenuto da un piccolo fusto che in precedenza porta prima l’infiorescenza e poi il frutto vero e proprio. Appartiene alla famiglia delle Bromeliacee, originaria delle Americhe tropicali. La maggior parte di questi arbusti viene coltivata a scopo ornamentale per via dei colori sgargianti.
Esistono circa un centinaio di varietà coltivate nel mondo, ma solo quattro sono le più diffuse: MD2, conosciuta anche come Super Sweet o Gold, Smooth Cayenne, Sugar Loaf e Queen Victoria. I maggiori produttori sono, nell’ordine: Costa Rica, Brasile e Filippine.
Nonostante sia apprezzato come alimento, in passato l’ananas racchiudeva in sé anche un certo simbolismo. I capitani delle navi inglesi, di ritorno dalle Americhe, appendevano un ananas alla porta di casa in segno di festa e per avvertire i vicini del loro ritorno. Non solo, il disegno dell’ananas veniva usato per abbellire le facciate dei palazzi nobiliari, negli intarsi dei mobili e nelle cancellate dei giardini.
Curiosità legate all’ananas:
- INTERNATIONAL PINEAPPLE DAY. Il 27 giugno di ogni anno si celebra la Giornata Internazionale dell’ananas;
- UN FRUTTO ‘EQUATORIALE’. L’84% degli ananas importati in Europa, generalmente via nave, arrivano dal Costa Rica. Seguono i frutti provenienti dall’Ecuador con una percentuale del 4%, mentre Ghana e Costa d’Avorio coprono il mercato continentale entrambi con il 3%;
- PIZZA ALL’ANANAS. – preparata con formaggio, salsa di pomodoro, prosciutto cotto a pezzi e ananas sciroppato – fu inventata nel 1962 in Canada presso un locale di una cittadina nella provincia dell’Ontario, il Satellite Restaurant, dallo chef di origini elleniche Satirios ‘Sam’ Panopoulos, probabilmente ispirandosi al Toast Hawaii, una fetta riscaldata di pane in cassetta guarnita con del formaggio fuso, prosciutto alla griglia, una fetta di ananas sciroppato e una ciliegia al maraschino – ideato alcuni anni prima dal cuoco e attore tedesco Clemens Wilmenrod.
- PANETTONE, SPUMANTE E… ANANAS. Il picco delle importazioni di ananas in Italia è nel mese di dicembre, quando è maggiormente richiesto come dessert nei pranzi e nelle cene delle feste. In questo caso arriva dal Ghana nella varietà Sugar Loaf (noto anche come Pan di Zucchero), un frutto piccolo dalla forma tondeggiante dal sapore unico con sentori di frutti tropicali (mango, guava e banana) e note agrumate (limone e lime).
- ‘L’IMMIGRATO SUDAMERICANO’. Alle Hawaii, importante zona di produzione dell’ananas (se ne coltivano ogni anno circa 300 milioni, quasi tutti destinati al mercato americano) è chiamato nella lingua locale ‘hala hakiki’, traducibile in ‘frutto straniero’. Il nome deriva dalla sua origine: anticamente veniva importato dal Sud America, soprattutto da Brasile e Paraguay.
- PERDERSI… IN UN ANANAS. Il più grande labirinto al mondo – il Pineapple Garden Maze – è costituito da 14.000 piante di ananas. Situato sull’isola di Oahu alle Hawaii, è di proprietà della multinazionale Dole e occupa una superficie di 12 chilometri quadrati con circa 4 chilometri di sentieri.