I dazi di Donald Trump iniziano a farsi sentire anche sul vino italiano. Lo dicono i numeri e lo commentano gli addetti ai lavori, che ormai parlano della necessità di affrontare con “estrema urgenza” il problema. E non è, ormai, questione di sola immagine: le decisioni dell’amministrazione Usa stanno davvero colpendo il cuore dell’agroalimentare dello Stivale. E fanno male.
I conti li ha fatti l’Osservatorio di Unione italiana vini (Uiv) che in una nota ha spiegato come l’export di aprile del vino italiano verso gli Stati Uniti abbia registrato un calo del 7,5% in volume e del 9,2% in valore (a quasi 154 milioni di euro), con un decremento del prezzo medio del 2%. Dati chiari che riguardano i numeri delle vendite all’estero relativi al primo mese soggetto ai dazi dell’amministrazione Trump (dal 2 all’8 aprile al 20%, in seguito al 10%). Un tracollo che si porta dietro i primi quattro mesi dell’anno. Il consuntivo delle spedizioni nel quadrimestre verso gli Usa scende infatti ad una “linea di galleggiamento” (+0,9% a volume). Un fenomeno d’altra parte più che atteso dopo il balzo in alto dell’export dell’ultimo semestre 2024 caratterizzato da una corsa alle scorte pre-dazi. E non solo, perché nello stesso periodo si dimezzano pure le vendite in valore (+6,7%, 666 milioni di euro, appena un mese prima il saldo era +12,5%).
Di “crollo annunciato” parla proprio la Uiv che dice subito quanto sia adesso “più problematica la situazione complessiva nei mercati extra-Ue: -9% i volumi e -2,4% i valori”.
E non basta, perché sempre secondo l’Osservatorio, senza il traino statunitense, il saldo nel quadrimestre della domanda extraeuropea a volume scenderebbe da -9% a -15% (-10% il valore), con decrementi in doppia cifra nell’area asiatica (Giappone e Cina, in crescita la Corea del Sud) e in Russia (-65%). Peggiora anche il terzo mercato al mondo, il Regno Unito che cede 5 punti in volume e oltre 6 a valore, mentre sono stabili il quarto e quinto buyer del made in Italy (Svizzera e Canada, che però cresce in volume di oltre l’8%).
Tutte le preoccupazioni del caso sono espresse da Lamberto Frescobaldi, presidente di Unione italiana vini, che ricorda: “Da tempo insistiamo nel guardare agli effettivi consumi e non solo ai dati sulle spedizioni, che solo ora si stanno allineando dopo le evidenti corse alle scorte”. Da tutto questo, l’urgenza di cui si diceva prima: “Uiv – dice Frescobaldi – ritiene che si debba affrontare la situazione con un atteggiamento negoziale più fermo e attento. Tenendo degli squilibri di mercato sempre più evidenti e anche in vista della prossima vendemmia”.