Quando il prosecco incontra il bitter e l’acqua di seltz nasce lo Spritz, l’originale aperitivo italiano. Tanto colorato quanto frizzante, tanto buono quanto aggregante. Perché la vera forza di questo cocktail, divenuto un simbolo di italianità, è la capacità di essere un collante, un momento da condividere in compagnia, una sosta tra amici, una pausa rilassante tra una patatina e un’oliva, un tramonto che scende a picco sul mare o un saluto al sole che scompare dietro le sagome degli alti grattacieli della città. Quando si esce dall’ufficio, le cravatte si allentano, le camicie si sbottonano e con gli scomodi tacchi si corre a cercare il bar più vicino, non c’è bisogno di guardare le lancette dell’orologio: tutti sanno che è giunta l’ora dello spritz!
Il bere miscelato tutto italiano ha conquistato anche i palati d’oltreoceano che continuano a celebrare l’eccellenza di questo prodotto tutto italiano alzando al cielo ogni giorno il bicchiere dall’inconfondibile colore arancione. Una scelta che, di stagione in stagione, si riconferma come tendenza costante dell’aperitivo di tendenza newyorkese. Nei locali di ogni città del mondo sotto la voce drink è sempre presente la voce Italian Spritz.
Le origini dello Spritz si collocano in Veneto, o meglio in quello che agli inizi dell’800 era il Regno Lombardo Veneto. I soldati austriaci che presidiavano il territorio non mancavano di divertirsi durante le loro libere uscite e, proprio tra una passeggiata e l’altra, cominciarono a sorseggiare il buono, ma forte Tokaj (l’attuale Friulano). La gradazione eccessiva della bevanda alcolica portò alla scelta di diluirla con dell’acqua.
Così nacque la prima versione dello Spritz. Tale usanza, diffusasi in breve tra la popolazione locale e conservatasi pressoché inalterata oltre che in Austria anche in Trentino-Alto Adige, rimane diffusa in tutto il Friuli-Venezia Giulia, dove il classico spritz è tuttora quello composto da vino, acqua frizzante e una fettina di limone. La successiva evoluzione dello spritz si ebbe con la diffusione del sifone per l’acqua di seltz, molto più gassata di quella normale. Negli anni successivi al primo conflitto bellico mondiale, tra gli anni ’20 e ’30, si diffuse l’abitudine dell’aperitivo. A Venezia iniziò a diffondersi una delle tante varianti, ancora oggi considerata la vera ricetta originale dello spritz, preparata con l’utilizzo del bitter Select®, inventato sempre nella città lagunare nel 1920 dai fratelli Pilla. L’anno prima, invece, i fratelli Barbieri avevano creato a Padova un altro bitter: l’Aperol.
Negli anni ‘50, con la nuova abitudine veneta di fare aperitivo, i nuovi bitter e il boom economico, presto diviene popolare lo Spritz come è conosciuto oggi, prima a Venezia e poi Padova e dagli anni ‘70 in tutto il Veneto. Successivamente nel Nord Italia e infine a livello nazionale per poi diventare un cocktail consumato a livello globale in anni recenti.
A codificare la preparazione del cocktail più diffuso in Italia ci ha pensato l’IBA, l’International Bartender Association. Per preparare a regola d’arte l’originale Spritz occorre innanzitutto utilizzare un bicchiere Old fashioned di tipo tumbler basso e riempirlo con 3-4 cubetti di ghiaccio. Occorre poi versare tre parti di Prosecco DOC, due parti di Aperol (in questa sequenza si otterrà una miscelazione perfetta e un colore arancione più brillante) e una parte di acqua di seltz. Infine mezza fettina di arancia bionda come guarnizione.
Sono molte le varianti dello Spritz: c’è chi utilizza un bitter diverso dal classico Aperol come il Campari o il Cynar per citare i due più comuni. Non importa se cambia un ingrediente, il nome e il gusto, di sicuro c’è una cosa che non cambierà mai: la freschezza, la leggerezza e la capacità di trasmettere immediata allegria. I tavolini si affollano, gli amici ridono e la serata può cominciare tra una chiacchiera e uno stuzzichino. Sarà per quella frizzantezza che ti si appiccica addosso, sarà per quel marchio di fabbrica tutto italiano, sarà per quel colore vivace e per quel gusto immediatamente vivo, sarà perché fa subito estate in ogni stagione, ma nessuno sembra poter rinunciare allo Spritz, quello che gli americani hanno ribattezzato in maniera azzeccata il ‘sole nel bicchiere’.
Curiosità:
Spritz – Deriva dal verbo tedesco ‘spritzen’, traducibile in italiano in ‘spruzzare’. L’acqua utilizzata per diluire il vino Tokaj veniva, appunto, spruzzata.
Aperol – Il nome fu creato da Silvio Barbieri prendendo spunto da ‘apéro’ – diminutivo del francese ‘apéritif’ traducibile in italiano in ‘aperitivo’ – frequentando un bar di Avenue des Champs Élysées in occasione di un suo lungo soggiorno parigino verso la fine degli anni ’10 del secolo scorso. L’aggiunta della lettera ‘l’ alla fine di ‘apéro’ diede per sempre il nome al prodotto da poco inventato. Ha una gradazione alcolica di 11% vol.
Prosecco – Il nome nasce dall’antico luogo di produzione – Prosecco – quartiere situato nel comune di Trieste. Venne attribuito agli inizi del ‘500 per differenziare la più pregiata, all’epoca, Ribolla triestina dagli altri vini simili prodotti nel Goriziano e in Istria a costi inferiori.
Seltz. Termine derivato da Selters, un comune sulla Taunus, la catena montuosa della Germania centrale, da cui proviene un’acqua minerale particolarmente ricca di anidride carbonica. In tedesco, infatti, questa è detta Selterwasser, tradotta in italiano come acqua di Selters.