L’emergenza Covid-19 oltre a creare gravi danni alla salute dell’intera popolazione mondiale sta mettendo a dura prova l’economia degli Stati che ormai da diverse settimane risentono degli effetti devastanti del Coronavirus. Infatti, le relazioni commerciali tra i Paesi si sono ridotte ai minimi portando al conseguente crollo dei mercati mondiali.
Il mercato del vino abbraccia diversi settori, dal produttivo al commerciale, fino al mondo della ristorazione e del turismo.
Con l’aggravarsi della situazione Coronavirus in Italia, le aziende vinicole e i business che ruotano intorno alla loro produzione hanno subìto un duro colpo.
Dopo lo spavento di inizio anno, quando gli Stati Uniti minacciavano di applicare nuovi dazi sui vini europei, l’industria vitivinicola si trova oggi a fronteggiare un nuovo problema che sta già creando gravi danni all’economia e costando posti di lavoro.
Ma le aziende continuano a curare le vigne dell’annata 2020 e custodire il vino nelle botti ad invecchiare, pronto per uscire in commercio una volta che l’epidemia sarà sconfitta.
“Mentre l’intero paese si è fermato, i vigneti no. Le vendite sono chiaramente rallentate e influenzeranno l’intero settore ma rilasceremo comunque tutti i nostri vini nelle solite date, sperando in una migliore seconda parte del 2020,” ha detto Axel Heinz, Ornellaia Estate Director.
Ma le difficoltà del caso sono evidenti e i produttori, su ordine del governo, hanno preso nuove misure di sicurezza preventive per minimizzare il rischio dei contagi tra i dipendenti.
“La difficile situazione in cui siamo stati coinvolti nelle ultime settimane ci ha richiesto di mettere in atto ogni possibile procedura per salvaguardare la salute del nostro personale e dei nostri colleghi. Ciò comporta nuove misure di sicurezza per contrastare la diffusione del virus,” ha detto Lamberto Frescobaldi, Presidente di Frescobaldi Group.
Di solito, le tenute delle aziende vinicole in questo periodo dell’anno riaprono le cantine e ospitano i clienti che desiderano visitare i vigneti e degustare le nuove annate, ma adesso sono chiuse al pubblico e attendono di tornare a contribuire alla crescita del turismo italiano.
I rapporti con le strutture dei servizi dell’ospitalità e ristorazione sono fermi, e sono fermi anche gli importatori, esportatori, gli agenti di commercio e le agenzie di promozione, che ogni anno lavorano per sostenere la vendita del vino italiano in tutto il mondo.
Ci sono aziende vinicole in Italia per le quali le vendite all’estero rappresentano una fetta molto importante del loro mercato e aspettano che l’economia riparta per tornare a vendere il loro vino, ma in questo momento le bottiglie sono ferme in cantina.
“L’export rappresenta per noi una quota molto importante delle vendite totali, con particolare riferimento ai mercati europeo, americano e asiatico. L’emergenza sanitaria in atto ha inficiato moltissimo le relazioni commerciali con l’estero, per uno o più motivi.[…] Questo è un momento particolarmente delicato. Il consumo di vino di qualità rappresenta una tendenza sociale legata al lusso e al turismo, pertanto anche la ripresa economica si prevede lenta e complessa.” Così ci ha dichiarato Simone Nicòtina proprietario di Poggio alla Meta, casa vinicola a conduzione familiare ad Alvito, in provincia di Frosinone.
Tara Empson CEO di Empson & Co, azienda che esporta vini italiani negli Stati Uniti, ha detto: “Mi ha toccato il cuore vedere quanto unito possa essere un Paese così bello in circostanze così terribili. La nostra fragile economia è stata colpita molto duramente […]. Questo ci ha messo in ginocchio. Le nostre industrie dell’ospitalità e della ristorazione sono paralizzate, e sono solo alcune delle cose che fanno battere il cuore dell’Italia”.
Siamo preoccupati per ciò che accadrà in Europa e negli Stati Uniti nelle prossime settimane.
Il turismo è crollato e i rapporti commerciali sono fermi, ma il consumo di vino sembra aumentare nelle case degli italiani durante questa fase di lockdown. Infatti, è stata registrata una crescita della vendita al dettaglio, attualmente esercitata solamente dai supermercati, enoteche online e cantine stesse, che spediscono i loro vini direttamente nelle case dei loro clienti.

Il presidente del Consorzio di Tutela dei Vini delle Larghe, Matteo Ascheri, che si era già espresso su La Voce di New York lo scorso febbraio a proposito dei dazi americani sui vini europei, ha detto: “Ci vorrà del tempo per tornare a lavorare “come al solito”. Nelle Langhe, le nostre aziende stanno affrontando bene la situazione nonostante la mancanza di visite in cantina. I produttori stanno approfittando di questo tempo “forzato” per pianificare, organizzare e supervisionare il lavoro in cantina e nei vigneti.[…]D’altra parte, ciò che abbiamo notato finora è stato che le persone hanno aumentato il consumo di vino in casa a causa del blocco. Come in ogni crisi, ci sono e ci saranno nuove opportunità”.
Marco Magnocavallo amministratore delegato di Tannico, portale italiano per la vendita di vino online, conferma le parole di Ascheri: “Nei primi giorni di marzo abbiamo riscontrato una leggera flessione delle vendite. Nelle successive settimane, con la chiusura prima parziale e poi totale degli esercizi commerciali, si è verificato invece un aumento del 100% dei volumi mensili che ci aspettavamo”.
Quello che stiamo vivendo è un avvenimento che cambierà sicuramente le abitudini degli italiani sia nel breve che nel lungo periodo.
Forse nascerà una nuova tendenza all’acquisto che porterà alla scoperta del mercato del vino online e alla creazione di nuove opportunità per i business che vogliono scommettere nel mercato e investire nella ripresa economica.
Il vino, che per sua natura unisce le persone e celebra momenti felici, continua a portare sollievo nelle case degli italiani, anche in questo momento storico difficile in cui è necessario ridurre ai minimi le relazioni sociali, che restano confinate all’interno delle mura casalinghe.
Proprio per questo motivo è nato un nuovo movimento di solidarietà digitale nel settore vinicolo con l’hashtag #iobevoacasa, che unisce virtualmente la community di appassionati.
Sono nate anche altre iniziative online che permettono di mettere in contatto i produttori con i loro clienti per degustare insieme un calice di vino e raccontarne la storia, proprio come sarebbe avvenuto in cantina.
Nasce così lo Smart Tasting, iniziativa che permette anche alle persone che non possono muoversi da casa di godere del loro calice di vino raccontato dal produttore stesso.
Filippo Galanti di Divinea, startup italiana online che opera nel settore turistico, ci racconta di questo progetto: “L’idea nasce per rispondere ad un momento storico difficile per il turismo nelle cantine, per questo abbiamo ideato lo smart tasting. […] Sono emersi una serie di vantaggi che non avevamo considerato, tra cui abilitare la connessione con persone che sono impossibilitate a recarsi fisicamente in cantina. Diversi clienti ci stanno chiedendo lo smart tasting, soprattuto in Europa e Stati Uniti, per questo motivo ci stiamo muovendo per dare continuità al progetto anche una volta che l’emergenza sanitaria sarà rientrata”.
Tenendo in considerazione il contesto in cui le uve dell’annata 2020 stanno crescendo, i vini che nasceranno sicuramente ci emozioneranno e forse saranno anche un po’ difficili da mandare giù ma avranno tanto da raccontare. Storie straordinarie di persone che hanno combattuto una battaglia tenendo duro e di un’Italia incredibilmente unita che presto si rialzerà.
La forza del racconto, è anche un po’ la forza del vino.
A questo proposito, condividiamo con voi una riflessione esclusiva che ci ha offerto Alice Feiring, giornalista e scrittrice di vino americana che ha dedicato la sua carriera nella promozione dei vini artigiani, prodotti spesso da piccole case vinicole in Italia e nel mondo: “Durante questo periodo le persone produrranno vino e il vino troverà i suoi clienti. Ma mettere quella bottiglia in mano al consumatore probabilmente sembrerà un po’ diverso. Quando arriveremo dall’altra parte della crisi, penso che il mondo del vino troverà finalmente un po’ di idealismo, integrità e valori – almeno per un po’. Forse scopriremo tutti cos’è veramente importante nel vino. Per un po’ lo status di cult di una bottiglia o la sua rarità saranno quasi sconvenienti. Al loro posto, ci sarà la necessità della natura, dell’onestà e del modo in cui il vino unisce le persone. Bontà! dopo tutto questo isolamento, ne abbiamo bisogno”.