Fino a non molto tempo fa il rosato era considerato il vino dei bevitori meno sofisticati . Me di recente i rosé sono migliorati in qualità e stile e sono oggi preferiti da un crescente numero di amanti del vino, dai più casual ai più seriosi. Per me avranno sempre la stessa funzione: ci ricordano di rallentare, di prenderci del tempo per parlare con chi fa parte della nostra vita, ci ricordano, insomma, di tornare umani.
Un cambio di passo
New York City è una città veloce. Una città dove il tempo non basta mai. Non importa quello che fai per vivere: il banchiere, l’ingegnere, il cassiere o l’artista, non ci sono scuse per non lavorare sodo e non c’è tempo per rilassarsi. Questo vale per la maggior parte dell’anno, ma in estate c’è un cambio di passo.
Anche se nell’emisfero settentrionale l’estate non inizia ufficialmente fino al 20 giugno, in America per molti inizia dopo il Memorial Day. Quando quel senso d’estate è ormai nell’aria, i newyorchesi cominciano ad arrivare a lavoro un po’ più tardi e ad andarsene un po’ prima. La gente per strada comincia a camminare a un ritmo più lento. E sorprendentemente, ogni tanto, qualcuno davvero vi tiene aperta la porta della metropolitana. Le più lunghe ore di luce in combinazione con le temperature più alte cambiano la vita di ognuno di noi e all’improvviso quelle scadenze che fino a qualche giorno fa sembravano questione di vita o di morte non sono più così importanti.
L’estate è rosé
A volte capita di vedere una donna andarsene in giro con un vestito estivo o con le infradito in un freddo giorno d’inverno. Generalmente il mio primo pensiero è: “È pazza?!”. Ma poi penso alle mie abitudini di consumo. Sì, amo i miei importanti rossi e bianchi come i Borgogna e i Barolo e i vini della Napa Valley. Ma quando la serietà del vino mi schiaccia, ordino un rosato perché mi ricorda la convivialità dell’estate. Perché il vino deve sempre essere divertente e deve unire le persone piuttosto che creare una formalità che ci distanzia. E così, la donna che indossa un abito estivo in pieno inverno è una luce splendente che ci ricorda che il sole tornerà a splendere.
A volte ci facciamo prendere così tanto dalle cose “importanti” che ci dimentichiamo delle cose più importanti. I vini rosé ci ricordano ciò che è più importante. Quando ripenso a quello che stavo bevendo mentre mi godevo un tramonto, mentre parlavo col cuore in mano ad un amico, o mentre me la spassavo in un picnic con i miei cari, c’era sempre un rosato con me.
Non fraintendetemi, oggi c’è una gamma di vini rosati che spaziano dai più allegri ed economici fino a vini che lasciano senza respiro per complessità. Non sto dicendo quindi che i rosati non possano essere vini importanti. Ma mi piace pensarli come tanti fratelli che hanno in comune un carattere generoso e fresco che emerge in un modo o nell’altro. I vini rosati non sono vini narcisisti: non ci chiedono di prestare attenzione solamente a loro, ma ci incoraggiano invece a vedere la bellezza dei luoghi e delle persone intorno a noi.
I consigli di Cathrine
Per tutti i giorni (a meno di $15)
2015 Trediberri Langhe Rosato, Piemonte, Italia ($12): 100% Nebbiolo. Questo rosato offre tanto piacere a poco prezzo. La ricchezza di sapori di lamponi e mirtilli e l’aroma di fiori di ciliegio, accompagnati ad una buona struttura, rendono questo rosato ideale per carni arrosto e piatti ricchi.
Per le occasioni speciali (da $15 a $50)
2015 Idlewild “The Flower” Rosé, Mendocino County, California, USA ($20): miscela di Nebbiolo, Dolcetto e Barbera. Un grande esempio di quanto gli Stati Uniti amino le cose italiane e quindi i vitigni della Penisola. Delicato al palato, questo rosé ha un profumo paradisiaco di fiori di campo e pompelmo con uno splendido colore cipolla pallido.
Fantasia (oltre $50)
Benoît Lahaye Rosé de Macération NV, Champagne, Francia ($75): 100% Pinot Noir. Le uve provengono dal villaggio Grand Cru di Bouzy, rinomato per il suo Pinot Nero. È uno champagne molto secco, con dosaggio di solo 2 o 3 grammi per litro. Altra cosa atipica di questo champagne è che è fatto col metodo saignée, facendo brevemente macerare il succo con le bucce (in questo caso, interi grappoli macerano per 2 o 3 giorni), invece della tipica miscela di rosso o rosé con vino bianco che si usa di solito per fare lo champagne rosé. Un Pinot Nero nella sua spontaneità, con sentori di morte, cannella e con più carne che struttura. Questo vino mette certamente in discussione tutto quello che pensiamo di sapere su ciò che uno champagne debba essere: è un po’ come il cugino eccentrico in una famiglia reale conservatrice.