A New York, la prima settimana di febbraio, un evento di degustazione di vini italiani ha messo in mostra i vini della guida Slow Wine e dato il via a Vino2016, Italian Wine Week. Ogni anno, gli eventi organizzati nel corso di questa settimana, contribuiscono al riconoscimento dell’importante ruolo che i vini italiani giocano nella cultura americana.
L’evento newyorchese è parte di un tour mondiale organizzato e gestito dal team di Slow Wine Magazine, la pubblicazione di Slow Food che cura anche la guida. Scopo dell’associazione e della guida è di “sostenere e promuovere produttori italiani di piccole dimensioni che utilizzano tecniche tradizionali, lavorando nel rispetto dell’ambiente e del territorio e salvaguardando l’incredibile biodiversità di uve che è parte del patrimonio italiano”.
Patrimonio italiano
Ogni serio appassionato di vino sa che l’Italia offre una moltitudine di differenti vitigni autoctoni. È uno degli aspetti particolari della loro cultura di vinificazione. Molti produttori di vino italiani ritengono che piantare vitigni internazionali come Cabernet Sauvignon e Merlot nelle regioni italiane, come la Toscana, tolga spazio alle grandi varietà autoctone, come il Sangiovese. Ma alcune di queste miscele Super Tuscan, che conciliano vitigni internazionali e autoctoni, sono diventate molto popolari, vini di successo, soprattutto qui a New York City. Forse la popolarità di questi vini ha a che fare con il nostro amore per la varietà e la mescolanza di culture.
Questione di adozioni
Che dire di un merlot 100%, per esempio? Può considerarsi davvero italiano e rappresentare il patrimonio italiano? Un produttore incontrato alla degustazione Slow Wine mi ha convinta che è possibile. Conte Brandolini d’Adda Vistorta, del Friuli-Venezia Giulia, si presenta con il Vistorta, un merlot cento per cento. Negli anni ho avuto modo di assaggiare la mia buona dose di merlot mediocre, per questo, durante l’evento Slow Food, avevo deciso di assaggiare solo i vitigni autoctoni italiani. Ma di questa cantina avevo sentito parlare come di una cantina speciale e così ho voluto provare tutti i loro vini.
Non ho scoperto solo che questo vino è un affare di famiglia partito da un padre, Brandino Brandolini, che ha aperto la strada ai suoi tre figli, ma anche che il vigneto di merlot che lo produce è secolare. Nel 1980 il vitigno è stato ripristinato con duro lavoro e con tecniche di agricoltura biologica. Tutt’altro che mediocre!
Grazie Italia!
Mi rende felice vedere tutti questi produttori italiani impegnati a salvare i loro vitigni rari che stanno lentamente scomparendo. Perché quando scompaiono, scompaiono per sempre. Ma spero davvero che l’entusiasmo per la promozione delle varietà locali non metta in ombra quei notevoli esempi di varietà importate che hanno beneficiato di quel tocco italiano.
Per quanto la degustazione Slow Wine abbia presentato soprattutto vitigni autoctoni italiani, di cui c’erano alcuni esemplari degni di nota, in questo specifico caso è riuscita anche a mostrare come un merlot possa essere speciale con un tocco di quella cura e dell’amore italiani. Non è tanto che l’Italia debba usare il merlot, quanto che il merlot deve essere fatto in certe zone d’Italia.
New York non sarebbe la stessa senza gli influssi italiani. Ma nella frenetica vita quotidiana non sempre ci fermiamo a pensarci. A volte bisogna rallentare e ricordarsi di ringraziare l’Italia per tutto quello che ha saputo darci. Senza dubbio quel giorno ho sentito tutta la mia gratitudine.
I consigli di Cathrine
Per tutti i giorni (meno di $15)
2014 Cleto Chiarli Lambrusco Grasparossa di Castelvetro Vigneto Cialdini, Emilia-Romagna, Italia ($14): un vino perfetto per il giorno di San Valentino o per il brunch. Un rosso un po’ frizzante con sapori di lampone e ciliegia nera e un finale secco. Cleto Chiarli ha una buona reputazione come serio produttore di lambrusco, in entrambi gli stili, dolce e secco. A New York i loro vini hanno convertito in amanti del lambrusco svariati bevitori di professione.
Per le occasioni speciali (da $ 15 a $ 50)
2011 Vistorta Conte Brandolini d’Adda “Vistorta” Friuli Grave, Friuli-Venezia Giulia, Italia (il prezzo alla vendita non è ancora stato stabilito per l’annata 2011 ma per il 2009 è $35): merlot cento per cento. Anche chi non ama il merlot dovrebbe provare questo vino: tannini morbidi e ben chiusi, grande freschezza e un pizzico di menta gli donano una struttura elegante. Un esaltante bouquet di viola e tartufi, mirtilli freschi al palato. Un affare per questa qualità di vino.
Fantasia (oltre $ 50)
2011 G.D. Vajra Barolo Bricco delle Viole, Piemonte, Italia ($75): il 2011 è stata un’annata precoce per il Barolo, il che significa che i vini sono generosi e pieni di tannini maturi. Questo Vajra Bricco delle Viole è molto complesso con una solida strutura di acidi e tannini fatta per l’invecchiamento a lungo termine, a differenza di alcuni degli altri vini Barolo 2011 che ho assaggiato. La texture fine di questo vino, i sapori succosi e gli aromi inebrianti lo rendono piacevole da bere subito, ma raccomanderei di provare a tenerlo da parte per un altro paio d’anni: non può che migliorare.