Nell'anno 1993 NYBG (New York prima di Giuliani), venni a vivere a New York City. Abitavo in un quartiere chiamato East Village. Avevo diciott'anni, per certi versi ancora una bambina, anche se mi sentivo un'adulta. L'East Village, come l'intera New York, in quel periodo, era considerato un poco pericoloso, ma le cose stavano iniziando a cambiare.
Una crescente popolazione di artisti aveva cominciato a trasferirsi nell'East Village. Da un lato c'erano spacciatori e edifici abbandonati, dell'altra c'erano antiche gioiellerie e librerie. Mi ricordo di un negozio di libri usati che amavo. Era un grande open space con tanti vecchi divani e sedie. Me ne stavo lì per ore a leggere la grande letteratura del passato, con la sensazione di essere a casa di qualcuno. Il proprietario ascoltava sempre musica classica e beveva un bicchiere di vino. I libri, in genere bei vecchi volumi rilegati in cuoio, costavano circa dieci dollari, non di più. Ma ogni volta che compravo un libro, il proprietario guardava il prezzo e diceva che otto dollari erano abbastanza.
Erano altri tempi a New York City. La città era un luogo sporco e pericoloso, è vero, ma permetteva a molti di non doversi preoccupare troppo dei soldi. Iniziai a capire che le cose stavano cambiando quando un giorno camminando per strada ho visto che il negozio di libri era chiuso e sembrava una cosa definitiva. Una lunga lettera affissa sulla vetrina spiegava che nonostante fossero lì da 15 anni e anche se sentivano il quartiere un po' come una famiglia e continuavano a credere nell'idea di vendere buoni libri a ragazzi che guadagnavano ancora poco, erano stati costretti a sloggiare per via di un esorbitante aumento dell'affitto. Ricordo che il mio cuore si spezzò quando lessi quella nota. Per me non era solo un negozio di libri; era un luogo in cui mi sentivo a casa.
Altri piccoli negozi stavano chiudendo man mano che gli affitti commerciali e residenziali aumentavano. Grandi società iniziavano a comprare spazi e edifici. Ma sono felice di dire che non tutto è cambiato. Alcuni luoghi del vecchio quartiere sopravvivono. Il ristorante italiano Lanza è uno di questi.
Lanza rappresenta la vecchia scuola della cucina italo americana a New York. Ricordo che la prima volta che ci cenai, più di vent'anni fa, fu anche la priva volta che provai un Chianti. Al tempo, il Chianti non era considerato un vino serio a New York. Allora le carte dei vini erano molto poco complicate, c'erano davvero poche opzioni. Nei ristoranti più alla buona in genere avevano solo un paio di rossi e bianchi e quando si andava a mangiare italiano, la scelta ricadeva spesso sul Chianti.
Come l'East Village, anche la selezione di vini italiani è cambiata. Ora sono in vendita in città svariati tipi di vini italiani e il Chianti è diventato un vino di tutto rispetto.
Mentre me ne sto seduta a godermi un bel Chianti Classico Riserva, ripenso a quei tempi. Certo non erano solo tempi felici. Negli anni Novanta, avevi sempre un senso di paura a camminare per strada e c'erano personaggi sgradevoli ad ogni angolo. E anche se mi mancano alcune cose di quei tempi, sono felice che, mentre alcune cose sono cambiate, altre sono rimaste le stesse.
I consigli di Cathrine
Per tutti i giorni (meno di $ 15)
2013 Castello Banfi Centine Toscana Bianco ($10): Banfi è una grande azienda avviata da un uomo nato e cresciuto a New York, ma con origini italiane. Offrono molti buoni vini toscani a buon prezzo. Questo bianco ha note di agrumi e pesca con sentori di erbe. Da bere freddo in una calda giornata di primavera, e speriamo che la stagione calda arrivi presto a New York!
Per le occasioni speciali (tra $15 e $50)
2010 Antinori, “Villa Antinori”, Chianti Classico Riserva ($35): Quella di Antinori è una famiglia di vignaioli la cui storia va avanti da molte generazioni. Alla tradizione si è associata nel tempo una certa innovazione dei processi produttivi, così come è avvenuto nella cantina di Bargino. Offre un ottimo esempio del perché il Chianti vada preso sul serio. Gusto aspro di ciliegia con note di caffè espresso.
Fantasia (più di $50)
2010 La Serena Brunello di Montalcino ($ 55): si tratta di una produzione molto più piccola messa in piedi da due fratelli di nome Andrea e Marcello Mantengoli. Una texture ricca con un profondo sapore di ribes e aromi inebrianti di tabacco e spezie esotiche. Poiché si tratta di un grande vino, meglio decantarlo diverse ore prima di berlo e farlo invecchiare per 5-6 anni.