La misoginia e la retorica anti-trans, che erano già emerse durante la campagna elettorale appena conclusa, sembrano essersi intensificate con la vittoria di Donald Trump, tanto che alcune donne e persone queer si sono sentite spinte a cercare protezione attraverso l’acquisto di armi da fuoco e la formazione in autodifesa.
Il quotidiano britannico The Guardian ha intervistato diversi americani appartenenti a gruppi emarginati, che, preoccupati per un aumento delle aggressioni, hanno iniziato a frequentare corsi per imparare meglio a usare pistole, fucili e spray al peperoncino.
Nel frattempo, il presidente repubblicano della Camera, Mike Johnson, ha preso di mira Sarah McBride, la prima persona apertamente trans eletta al Congresso, e ha scatenato una nuova ondata di retorica contro le persone appartenenti alla categoria.
I gruppi marginalizzati, tra cui persone nere, bisessuali e trans, si sono trovati quindi a fronteggiare un’ulteriore violenza psicologica e fisica. Alcuni club legati alle armi, come LA Progressive Shooters, riferiscono di un forte incremento di iscrizioni, principalmente tra le donne e i membri della comunità LGBTQ+, che ora vedono la protezione personale come una necessità vitale. Tom Nguyen, fondatore del club, ha affermato che le sue prenotazioni sono aumentate drasticamente, con i corsi esauriti fino al 2025. Allo stesso modo, il gruppo statunitense Liberal Gun Club ha registrato un numero crescente di adesioni, con migliaia di nuove richieste.
Il clima di violenza politica e sociale, alimentato, ha visto la nascita di un vero e proprio movimento tra le persone socialmente più fragili che, pur avendo in passato evitato l’uso di questi “oggetti”, ora sentono l’esigenza di difendersi.
Esperti come lo Youtuber Tacticool Girlfriend, avvertono che l’acquisto impulsivo di questo tipo di equipaggiamento, se non accompagnato da un adeguato addestramento, potrebbe non essere una risposta efficace alla protezione personale. Ricerche, infatti, dimostrano che l’accesso alle armi non diminuisce il rischio di violenza, ma anzi che le donne che le utilizzano sono tre volte più esposte al rischio di morte rispetto a chi non le possiede.