Cosa c’è in una borsa regalo degli Oscar ? Premi per 178.000 dollari per i candidati più importanti della serata, che vincano o no. Non li distribuisce la Academy Awards ma un’azienda privata che ci trova il suo lucroso tornaconto in termini di marketing.
Le speciali gift bags sono riservate ai candidati di ciascuna delle principali categorie di attori e registi, 25 persone, e al presentatore della serata, quest’anno Jimmy Kimmel alla sua quarta esperienza. La ‘calza degli Oscar’ contiene una cinquantina di doni, il più costoso quest’anno un soggiorno di tre notti allo Chalet Zermatt Peak in Svizzera, valore 50.000 dollari per il candidato e altre 9 persone: non dovrà mica andare a sciare da solo o da sola, no. Lo chalet iperlusso completo di tutti i servizi di conciergerie, spa, cantina di vini ecc ecc ecc ha 5 suites matrimoniali oltre agli spazi comuni: l’unico problema sarà orchestrare logisticamente i soggiorni dei fortunati vincitori lungo l’anno. E ancora: altre tre notti in una villa privata Saint-Barth Paradise a St. Barts (25.000 dollari) e un ritiro di benessere olistico di sette giorni presso il resort Golden Door (Healing Hotels of the World, fra San Diego e Los Angeles, 24.000 dollari).
A distribuire i premi è Lash Fary, co-fondatore dell’agenzia di marketing di Los Angeles, Distinctive Assets. La tradizione va avanti da 22 anni e la borsa regalo si chiama “Everyone Wins”. Doppio senso arguto: vincono tutti i candidati, sì, anche se non ottengono l’ambita statuetta dorata, ma vince anche la Distinctive Assets.
“Se qualcuno dice che è uno sperpero” osserva Fary “gli dico di andare a studiare marketing anche al college sotto casa. Questa è gente che viene pagata milioni di dollari se non decine di milioni, non perché ne hanno bisogno ma perché sono i nomi più conosciuti al mondo e cospargono di polvere di stelle ogni cosa che toccano, che sia una inaugurazione o una valigetta; se sono avvistati con quella valigia in aeroporto, cambia la storia di quell’azienda. È davvero una cosa da cui guadagnano tutti”. Certamente i 26 fortunati potrebbero comprarsi senza problemi tutto quello che c’è nella “calza Oscar”, ma c’è sempre il brivido della sorpresa, e magari una novità inesplorata.
Però ogni medaglia ha il suo rovescio e quello delle gift bags degli Oscar è che bisogna pagarci sopra le tasse. In primo luogo e senza scampo, sui doni fisici ricevuti. Potenzialmente, anche sui voucher per i soggiorni e servizi extralusso; finché non vengono usati, sostiene Fray, sono esentasse perché non sono stati comprati né fruiti, hanno una scadenza e non sono trasferibili. Invece, se il ricevente decide di andare a passare le sue tre notti a Zermatt il discorso cambia, e dovrà pagarci le tasse: secondo un calcolo fatto da Forbes, il 37% come previsto dall’IRS (Internal Revenue System federale) più le imposte dello stato in cui risiede, un altro 13,3% in California per un totale di circa il 50% del dono ricevuto. Per questo motivo, gran parte dei voucher distribuiti non vengono mai usati.
Le borse regalo di Fary sono in gran parte già state consegnate; l’unico ostacolo non è la logistica – la squadra di Distinctive Assets ci lavora mesi – ma la disponibilità di certi prodotti esclusivi che dipende dalla burocrazia statunitense. Quest’anno, per esempio, “l’esperienza sagar”, uno zucchero derivato da acqua di acero che viene dal Quebec in Canada ma è stato bloccato alla dogana. Forse i candidati ci rinunciano volentieri.