Gli occhi profondi di Kadim Faye, scuri e pieni di luce, sembrano scrutare non solo l’orizzonte, ma anche l’animo umano. Guardano avanti, ma portano con sé il peso del passato. Faye interpreta Ima, uno dei protagonisti de I racconti del mare, il terzo film di Luca Severi dopo Calypso e That Click, affronta il tema complesso dell’immigrazione, un argomento che spesso rischia di cadere in pericolose trappole: essere paternalistico, privo di autenticità o eccessivamente didascalico. Il regista riesce a evitare queste insidie, trasformando una situazione estrema in una commedia surreale.
Come spiega lo stesso Severi: “La mia sfida era creare un’esperienza coinvolgente e divertente per il pubblico, pur trattando un tema così serio. Far emergere l’umanità e l’autenticità dei personaggi, mantenendo un tono leggero attraverso elementi fantastici, che ci permettono di esplorare le loro visioni e allucinazioni in modo originale e, a volte, divertente”.
I racconti del mare, in Panorama Italia di Alice nelle Città, riflette perfettamente l’idea che ogni migrante porti con sé una storia, spesso tragica, che rischia di non essere mai raccontata. Ogni volta che qualcuno non arriva a destinazione, una di quelle storie si perde per sempre. Al centro di tutto, l’incontro-scontro tra due adolescenti. Ima, proveniente dal fittizio stato africano di Mugamba, e Tonino, interpretato da Luka Zunic, un ragazzo pugliese cresciuto nella tradizione contadina della sua famiglia, con il desiderio di dimostrare il proprio valore. “Abbiamo voluto inventare un paese che avesse un immaginario culturale legato all’Italia degli anni ’80, perché dopo una dittatura i legami si sono interrotti e l’Italia è rimasta un sogno lontano e colorato”, spiega Severi.
Due mondi lontani, due visioni della vita che, in mezzo al mare, sono costretti a convivere e a superare le barriere di diffidenza e distanza culturale. “Il pregiudizio esiste in tutte le culture”, racconta Severi. “L’ho capito durante un’esperienza di volontariato in Africa. Anche lì esiste una filastrocca sull’uomo bianco, proprio come da noi c’è quella sull’uomo nero”.