Nelle intenzioni del regista, il documentario vuole scardinare i preconcetti su un personaggio che ha stravolto le regole del mercato dell’arte per lasciare spazio all’uomo che si nasconde dietro il marchio Jeff Koons. Le immagini indugiano su scene di vita quotidiana nella tenuta di York in Pennsylvania in cui Koons gioca a biliardo con moglie e figli. Alleva mucche e cavalli mentre si lascia andare ai racconti d’infanzia, diventati protagonisti delle sue opere.
Pappi Corsicato trascina lo spettatore in un mondo in cui oggetti quotidiani, apparentemente innocenti, si trasformano in opere d’arte, beni da milioni di dollari. Nella mente di Koons, giganteschi palloncini gonfiabili a forma di animale e statuine Hummel in porcellana prendono nuova vita per farci riscoprire uno sguardo bambino quando osserviamo il mondo che ci circonda.
Le immagini si spostano a New York, nello studio di Koons, luogo di sperimentazione per decine di pittori, scultori e grafici, Assistiamo al processo di creazione di oggetti che sfamano le bocche della cultura di massa. Per arrivare In Europa, dove seguiamo Koons nel suo tour di cinque mostre del 2021 attraverso il continente e lo ritroveremo nella sua retrospettiva, Shine, a Palazzo Strozzi a Firenze.
Il regista si sforza di rendere autentico un personaggio che si ritrova spesso al centro delle polemiche per un uso indiscriminato dell’arte, che a tratti rasenta il cattivo gusto. Chi è l’uomo dietro Koons? Una domanda resa ancora più complicata dalla scelta di Corsicato che ha optato per un racconto agiografico, appannato dal sensazionalismo delle quotazioni di Koons e della sua vita privata.
Il segreto di Koons? Non è dato sapere. Cosa frullava nella mente di Koons quando ha impiegato tecniche di fusione complesse e costose per replicare perfettamente in alluminio giocattoli gonfiabili a forma di delfini, scimmie, bruchi e aragoste? Credeva sinceramente che fossero degni di essere considerati come opere d’arte? O, come molti critici sostengono, ha solo attinto all’immaginario kitsch e quotidiano della cultura popolare per fare satira sulla società?
Era sarcastico riguardo al modo corrosivo e insidioso in cui il capitalismo ci tiene tutti soggiogati, quando negli anni ’80 Koons ha presentato un’aspirapolvere in una teca di plexiglas illuminata dal basso o da dietro con i neon? Il suo era un invito a liberarsi dai tabù sessuali, quando con Made in heaven l’artista ha messo in mostra le proprie prodezze sessuali con la compagna Ilona Staller, in arte Cicciolina? Oppure l’arte di Koons si riduce ad un’ode all’edonismo?
Il ritratto di Koons nulla aggiunge al dibattito sull’arte come provocazione dura che si affida allo choc visivo come mezzo per sferrare accuse contro la banalità della vita moderna. Quella che emerge è al contrario la figura di un predicatore che crede che l’arte possa cambiare le persone. Le parole di Koons continuano a risuonare nella mente e provocare il dubbio: non può pensarlo davvero.