“Spero che questo film permetta al pubblico di capire chi siamo, cosa proviamo nella nostra vita privata, quando siamo soli, ovunque nel mondo.” Luca Guadagnino non ha incertezze parlando con i giornalisti dopo l’anteprima di Queer, il suo ultimo film, il più personale. Vuole affrontare il tema dell’omosessualità in modo aperto, anche sofferto, come fa il protagonista del film, ma pieno di amore. Tratto dal romanzo omonimo di William S. Burroughs, e presentato in concorso alla 81esima Mostra del Cinema di Venezia, Queer è ambientato a Città del Messico, e in Sudamerica, negli anni ’50, e racconta la storia di un omosessuale americano, Lee, interpretato da Daniel Craig, che incontra un giovane studente, Eugene Allerton, l’attore Drew Starkey, e ha per lui una incontenibile passione. Il film presenta esplicite scene di sesso, molto erotiche “un segno di grande coraggio – secondo il direttore del Festival di Venezia Alberto Barbera – in un’epoca in cui queste manifestazioni sono ancora respinte da gran parte del pubblico”.

“Noi registi speriamo che lo spettatore sia toccato dalle nostre opere – spiega Guadagnino durante l’incontro con la stampa – Ho letto il libro di Burroughs quando avevo 17 anni, ero già conscio della mia identità sessuale, ma ancora immerso nel processo di scoperta, e un libro con un contenuto omosessuale erotico così manifesto è stato importante. Da allora ho pensato di volerne fare un film. Finalmente è arrivato il momento.”
Durante le riprese di Challengers, Guadagnino ha chiesto al suo sceneggiatore, Justin Kuritzkes, se si sentiva di sceneggiarlo. Poi ha cercato l’interprete. Voleva “qualcuno iconico” e chi meglio di Daniel Craig, il protagonista di James Bond? Ma non osava chiedere. Ci ha pensato il suo agente e Craig ha subito detto sì. “Volevo lavorare con Guadagnino da tempo – ha detto l’attore in conferenza stampa – l’ho conosciuto 20 anni fa e da allora desidero lavorare con lui. E questo è uno di quei film che voglio fare, vedere, che voglio esistano.”
Ma Daniel Craig è famoso per aver dato vita a James Bond fino al 2021, a No Time to Die. Immaginare Bond gay sembrerebbe una scelta azzardata… ”Siamo seri – ha detto Guadagnino – nessuno può sapere quali siano i veri desideri di James Bond. La sola cosa importante è che porti a termine le sue missioni.”

“Abbiamo provato per mesi con un coreografo – ha spiegato Craig – Come sapete non c’è niente di intimo nel girare scene intime, così abbiamo provato perché volevamo che il risultato fosse toccante, commovente, più naturale possibile. Drew è un attore fantastico e abbiamo fatto in modo che fosse addirittura divertente.”
“Alla fine del film c’è una canzone interpretata da Veloso – conclude Guadagnino – le parole sono tratte dal diario di Burroughs e sono: Il nostro amore crescerà più vasto degli imperi. Il film è questo: una grande storia d’amore. Vorrei che fosse percepito prima di tutto così”