Spetta a lei mercoledì 28 agosto dichiarare aperta l’87esima edizione del Festival del Cinema di Venezia, sul palco della Sala Grande del Palazzo del Cinema al Lido, e guiderà anche la cerimonia di chiusura sabato 7 settembre con la proclamazione dei vincitori. Sveva Alviti, attrice e modella, consacrata nello spotlight della scena internazionale sul Lido, ha da poco compiuto quarant’anni. Di formazione? Tennista, romana, ma aveva troppa paura di perdere.
Così cominciò a frequentare i concorsi per modelle e a soli 17 anni vinse un contratto con un’agenzia di New York. Molla tutto, famiglia, casa, amici… e scuola. “Mi sono ritrovata da sola. Mi hanno messo in un appartamento in cui c’era solo il letto per terra e poco altro. Ho festeggiato i miei 18 anni da sola” ha ricordato in una recente intervista. Poi un’amica le suggerisce un corso di recitazione, l’insegnante è Susan Batson, e lei scopre che questo vuole fare: recitare, perdersi nella libertà di immedesimarsi in un’altra persona.
Debutta a teatro nel 2009 a New York e decide di tornare in Italia. Nel 2011 è nel corto di Roberto de Paolis Alice, presentato a Venezia. Nel 2012 nel film di Edoardo Leo Buongiorno papà. Nel 2017 vince la parte di Dalida nel biopic diretto da Lisa Azuelos battendo la concorrenza di Laetitia Casta e Penélope Cruz: si presenta al provino cantando.
“Mi sento simile a lei nel bisogno di dare e di essere amata, nella sua forza e nella sua fragilità” raccontò a Repubblica rispetto alla grande cantante francese. “È stata una donna più moderna rispetto all’epoca in cui ha vissuto. Quando ho girato per dodici ore la scena del suicidio sono tornata a casa turbata. Per me la vita è la cosa più grande”.
Alviti è salita agli onori delle cronache anche per l’amore, breve ma intensissimo, con Anthony Delon, primogenito fra i figli ufficiali dell’attore leggendario scomparso da pochi giorni.
Nel frattempo la carriera internazionale è decollata nel 2018 il thriller con Jean Claude Van Damme Lukas e Love Addict con Michale Madsen; nel 2023 è protagonista di Entre les vagues di Anaïs Volé, presentato a Cannes,e firma la sua prima regia, il corto Les jours d’après. A marzo 2023 esce AKA, il suo primo film per Netflix; il prossimo autunno parteciperà a un progetto americano sul MeToo, The Other Side of Fame, e si prepara al suo primo lungometraggio da regista, Through the Fire, un documentario nel quale si parlerà di donne, di dipendenze e di depressione.