Ieri alla Mostra del cinema di Venezia ‘80 è stata la volta di The Featherweight di Robert Kolodny che ha presentato il suo primo lungometraggio in Orizzonti Concorso. Il film racconta le vicende della vita di Willie Pep, l’italo-americano Guglielmo Papaleo, evidenziando il cinismo delle regole delle società sportive e le lacerazioni della personalità del famoso pugile. Il regista adotta la tecnica del film-documentario, rivelando l’influenza della lunga collaborazione con la regista Laura Poitras. Willie Pep, con il maggior numero di vittorie di tutti i tempi divenne negli anni ‘60s la vera leggenda del pugilato. L’inesorabile arrivo del crepuscolo della carriera e l’ incapacità di Willie Pep di accettare la realtà è la conclusione malinconica della sua vita. Il film è raccontato in prima persona: è la voce di Willie Pep, magistralmente interpretato da James Madio, a raccontarci la sua vita e i suoi sentimenti, una soluzione del regista per meglio evidenziare la radicalità del film con il reale.

Sempre per il Concorso Orizzonti è arrivato sugli schermi El Paraiso, di Enrico Maria Artale che indaga sull’intenso rapporto tra madre (Margarita Rosa De Francisco) e figlio Julio Cesar (Edoardo Pesce). Il figlio, un uomo ormai di quarant’anni vive ancora con la madre, una donna colombiana, in una condizione di squallore sociale ma all’interno della quale entrambi hanno trovato un loro equilibrio e stabilita’. Il loro rapporto è fatto di tenerezze e scatti di violenza, una madre talvolta protettiva talvolta bisognosa di protezione e di rassicurazioni sulla durabilità del rapporto. Il regista si astiene dall’ esprimere giudizi sulla natura del rapporto: “Non ho voluto stabilire se ciò che unisce profondamente i due personaggi sia un atto di amore o un atto psichico disfunzione”. Ottima e convincente l’interpretazione dei protagonisti. Enrico Maria Artale ha già diretto vari cortometraggi tra cui ‘Il Respiro dell’ Arco’ che a Locarno ha vinto il Nastro d’ Argento .

Dalla Turchia invece ci giunge il film Tereddu Cizgsi (Hesitation Wound ) di Selman Nacar che in questo suo secondo lungometraggio partecipa al Concorso Orizzonti. Il regista ha sapientemente articolato la storia di una avvocata, Canan ( Tulin Ozen) che, nell’ adottare la difesa di un giovane accusato di omicidio, sente la forte spinta morale a spostare il senso della giustizia da un piano umano ad un piano morale. Il film si articola intorno a pochi elementi il cui intreccio rende la storia intrigante e coinvolgente con un epilogo sorprendente. Di certo il fatto che Selman Nacar abbia sia una laurea in giurisprudenza che in cinematografia gli permette di affrontare queste tematiche con competenza. Il regista ha ricevuto il Premio per il Migliore Film al 39° Torino Film Festival.

Un altro film del Concorso Orizzonti è Oura El Jbel ( Behind the mountains- Gli ordinari ) del tunisino Mohamed Ben Attia. Racconta la vita di un uomo che vuole scappare da una vita piatta e conformista per non rimanere schiacciato dal pensiero unico della comunità dove vive. Per raggiungere questo scopo, il protagonista (MaJd Mastoura) sequestra il figlio per portarlo a guardare la montagna, che sovrasta la loro città, dall’ altro lato, il lato meno conosciuto. La montagna sta qui come metafora della realtà. Nonostante le buone intenzioni il film non soddisfa: è lento con delle soluzioni di sceneggiatura talvolta irrealistiche e non congrue allo spirito del film.