È in competizione nella sezione Orizzonti il film Magyarazat Mindenre del regista ungherese Gabor Reisz, al suo terzo lungometraggio. Il film narra la storia di Abel, un ragazzo liceale che non viene promosso all’esame di maturità vedendo compromessa così la possibilità di accedere all’ Università.
Abel (Gaspar Adonyi-Walsh) viene da una famiglia dove la cultura, i successi scolastici hanno sempre goduto di grande considerazione. La sua bocciatura non può che creare una profonda ferita narcisistica nei genitori (Istvan Znamenak e Krisztina Urbanovits). Abel allora attribuisce la causa della bocciatura al fatto che l’attenzione del professore di Storia ( Andras Rusznak) era caduta sulla coccarda (simbolo dei partiti conservatori in Ungheria) appesa sulla sua giacca; lasciando in tal modo intendere di essere vittima di divergenze politiche, essendo il professore notoriamente un intellettuale di sinistra, nell’ Ungheria di Orban. Il padre di Abel, ferito profondamente nell’ orgoglio abbraccia immediatamente questa spiegazione, fino a rendere il caso di dominio pubblico. La ‘bocciatura causata dalla coccarda’ viene intercettata dai media che la trasformano in una notizia di ampiezza nazionale mettendo sott’accusa l’operato del professore di sinistra.
Il film ben illustra come un piccolo evento, se manipolato, può creare un clima di profondi e immotivati odii, capaci di diffondersi nei luoghi più reconditi. “Il desidero di fare questo film” dichiara il regista Gabor Reisz “nasce dalla profonda divisione politica che esiste nel mio paese, dove la gente ormai non si ascolta fino a non comprendersi più. Tutto ciò mi crea un senso di soffocamento”. Il film ha ricevuto un ottimo apprezzamento da parte del pubblico in sala.

Con Hoard (Accumulo) la ventisettennne Luna Carmoon esordisce alla regia di un lungometraggio che sarà in Concorso alla Settimana Internazionale della Critica di Venezia 80.
Il film è ambientato nella Londra nel 1984 in uno dei quartieri delle periferie della grande e ricca città; luoghi dove regna degrado, solitudine e disperazione. Anche se non è una autobiografia Hoard racconta molto della vita della stessa regista: “Ho costruito la storia del film raccogliendo elementi dalla mia memoria” ha commentato Luna Carmoon.
Il film narra la vita di Maria (Lily-Beau Leach) fin dalla sua infanzia con una madre (Hayley Squires) affetta da forti turbe psichiatriche. La loro casa, è diventata una discarica di tutti gli oggetti che la madre ha accumulato (Hoard) obbligando entrambe a vivere nel disordine e nella sporcizia. “I rifiuti hanno un sapore e una storia” spiega la madre alla piccola Maria, nascondendo così un malessere psicologico che si manifesta comunque in comportamenti isterici, atti ritualistici e maniacali. Nonostante ciò, fra le due donne cresce un rapporto di profondo amore, sebbene tossico. Un amore materno dolce, tirannico e folle. Solo dopo un incidente i servizi sociali, obbligati ad intervenire, troveranno per Maria una valida madre adottiva.
La seconda parte del film vede Maria adolescente (Saura Lightfoot Leon) dopo dieci anni trascorsi nella famiglia di adozione con una madre capace. In questa fase delicata della vita di Maria accadono eventi importanti, che faranno riesplodere in Maria ciò che si era ammassato dentro di lei nel corso degli anni: il caos e il desiderio per le stranezze del passato, il fascinoso ricordo dei cattivi odori, l’attrazione per la sporcizia. questi elementi riacquistano in Maria la qualità di affetti antichi. Il genitore malsano e morboso che Maria aveva introiettato si rifà vivo perché è ancor dentro di lei. Il passato è incancellabile.
Grande talento ha dimostrato Luna Carmoon, il suo lavoro da regista ha convinto anche per il suo stile narrativo forte e deciso.