Curiosa, affascinante, fantasiosa, inafferrabile, sensualissima. Soprattutto nuda. Valentina Rosselli, fotografa e reporter nella Milano sessantottina e poi in quella da bere, è sbarcata a New York per conquistarla definitivamente. L’appuntamento è fino al 15 aprile nella Galleria di Philippe Labaune, al 534 della 24th strada West, piccola patria dell’illustrazione e del fumetto d’autore. E’ la seconda volta americana per Valentina, a sette anni giusti dalla mostra di Brooklyn nel covo di Scott Eder. Ma stavolta l’eroina di Guido Crepax non è arrivata da sola. Accanto ai disegni che la riguardano direttamente, spiccano le opere letterarie più scabrose e inquietanti trasformate in graphic novel. In tutto 36 pezzi esposti, una gioia per gli occhi.
Crepax, classe 1933, stroncato a 70 anni dalla sclerosi multipla, è stato un disegnatore visionario. Irripetibile. La sua cifra trasuda eleganza e raffinatezza, erotismo e desiderio sessuale. E’ stato un autore capace di far emergere in una dimensione onirica quanto c’è di più profondo e nascosto nell’immaginazione di una donna. Non è un caso se la sua creatura, apparsa su Linus nel ’65, da spalla del fidanzato Neutron si è presa immediatamente il ruolo di protagonista: Valentina è una rivoluzionaria, anticipatrice dei generi in senso lato. Donna fluida che ama gli uomini e le donne, in un’epoca di grandi fermenti butta all’aria la giostra dei ruoli e prende corpo affermandosi tra fantasie, incubi e sogni. Fruste e catene, il pube scoperto di un nero abbagliante. Feticismo, masochismo, sadismo perfino. Attenzione però: senza mai violenza né sangue. Semplicemente la sua realtà è avvolta nel surreale. “I miei fumetti sono un diario psicanalitico personale, redatto giorno per giorno”, chiosava Crepax. Alla fine Valentina è la quintessenza di questo lavorìo mentale. E artistico, tutto fatto in casa.

Perché la signorina Rosselli ha un alter ego solidissimo: Luisa Mandelli, la moglie di Crepax scomparsa nel 2020. Come lei era nata il giorno di Natale del ’42, come lei abitava in un appartamento di via De Amicis a Milano, come lei portava i capelli a caschetto. Ma a differenza degli altri personaggi dei fumetti, il tempo che passa la invecchia un po’. Lentamente. Il viso comunque è innanzitutto un tributo a una grande attrice del passato: la divina Louise Brooks. Valentina ricalca nei tratti somatici – e non solo – la Lulù del Vaso di Pandora firmato da Pabst nel ’28: provocante e disinibita, sessualmente duale, terribilmente attraente. “Mio padre ha avuto un fitto carteggio con lei. Rappresentava un simbolo, un’icona, un ideale, la musa ispiratrice. Ed è bizzarro che sia stata in qualche modo un riferimento anche per Hugo Pratt, che ha voluto incontrarla e l’ha inserita nel cast della sua Favola di Venezia“, racconta Antonio Crepax, che con il fratello e la sorella cura l’Archivio del maestro. Ecco perché tra le tavole scelte per la mostra campeggia lo scambio di battute fra Valentina e Corto Maltese, messi uno di fronte all’altra. “Non ci siamo già visti?”, dice l’uomo con l’orecchino. La risposta è una stilettata: “Credevo che i marinai avessero più fantasia”.
Le tavole sono di una ricchezza architettonica e stilistica abbagliante. Vivono di primi piani e molti dettagli: una bocca, uno sguardo, il telefono che trilla. Un disco che gira sul piatto del grammofono. Chissà che musica suona. Si avvertono l’eco del be bop e il sax di Gerry Mulligan. Possibile? E’ ancora Antonio Crepax a chiarire: “Mio padre lavorava con il giradischi acceso. Ascoltava Schubert e Beethoven, sulla scia di mio nonno che era stato primo violoncellista alla Scala. Ma la sua passione vera era il jazz. Citava spesso una frase di Jim Flora, grande illustratore di cover: la classica ruba la concentrazione, il jazz scorre nelle vene e aiuta il flusso creativo”. Da qui a illustrare le copertine dei vinili il passo è stato breve: innovatore anche in quello. Così come per i classici proibiti della letteratura: Dracula, le memorie di Casanova, Histoire d’O, Emmanuelle, Sacher Masoch e De Sade, Justine e la Venere in pelliccia, lo Stevenson di Jeckyll e Hyde. E due capolavori dell’inconscio: Il giro di vite di Henry James e Doppio sogno (a colori, rinnegando per un momento l’inchiostro di china) di Schnitzler.

Qual è il senso dell’avventura americana? “C’è un mercato enorme che vogliamo percorrere”, spiega il figlio di Crepax. E aggiunge: “Noi eredi abbiamo un piccolo vanto: essere riusciti a stringere un’alleanza strategica con Fantagraphics, casa editrice di Seattle che ha tradotto e pubblicato per la prima volta in inglese l’opera omnia di Guido. Un primo passo fondamentale. Adesso in cantiere c’è un’altra operazione particolarmente stimolante: un film su Valentina. L’interprete potrebbe essere un’attrice americana molto famosa, bravissima, interessata anche a collaborare alla regia. Non dico chi è, ma sarebbe perfetta per quel ruolo”.