Il secondo processo ad Harvey Weinstein per crimini sessuali è appena iniziato a Los Angeles, dopo che il primo a New York lo ha condannato a 23 anni di reclusione, ma un altro processo, globale, sta iniziando sul grande schermo. She said, il potente nuovo film di Maria Schrader sul lavoro massacrante di due giornaliste dietro l’inchiesta del New York Times che ha svelato al mondo i crimini sessuali dell’ex produttore, ha debuttato al New York Film Festival.
Jodi Kantor and Megan Twohey, interpretate da Carey Mulligan e Zoe Kazan, per mesi hanno seguito le tracce di accordi extragiudiziali, denunce ritrattate, sussurri e minacce per riuscire a svelare il vero volto di Weinstein dietro al luccichio del produttore hollywoodiano di successo. Per la loro inchiesta, pubblicata nell’ottobre 2017, ed il libro che ne è seguito uscito nel 2019, hanno vinto il Pulitzer prize, ma soprattutto hanno dato il via al movimento #Me Too e a una serie di altre rivelazioni di abusi sulle donne.
Adattato per lo schermo da Rebecca Lenkiewicz (sceneggiatrice di Ida e Colette) il film è diretto da Maria Schrader, Emmy per Unorthodox, candidata all’oscar per I’m your man. Ed un filo lega fortemente storie così diverse: la fuga di una donna dalla comunità ebrea ortodossa di Brooklyn, l’esperimento di convivenza di una scienziata tedesca con un robot, e l’inchiesta sui crimini sessuali di Weinstein, un filo che porta al ruolo della donna, prigioniera di un patriarcato che si manifesta nella religione e nella società in diverse forme e che vede in un robot una possibile via d’uscita.
She said, che vede anche l’interpretazione di Patricia Clarkson, era molto atteso e molto temuto: gli avvocati di Weinstein hanno chiesto al giudice di Los Angeles di posporre il processo per evitare le conseguenze della pubblictà negativa proocata dal film. Consapevole del potere del cinema l’ex produttore ha chiesto un proroga, che è stata negata. Ora Weinstein, arrivato in sedia a rotelle in tribunale deve difendersi da accuse che potrebbero condannarlo per 140 anni. E deve fronteggiare una nuova accusatrice famosa che si è aggiunta al lungo elenco, Jennifer Siebel Newsom, regista, ex attrice ma soprattutto moglie del governatore della california Gavin Newsom.
“She said” apre il 18 novembre al cinema.