Serate perfette quelle che hanno chiuso la stagione degli spettacoli 2022 all’Arena di Verona, illuminate dalla cosiddetta “Luna del cacciatore”, l’appellativo coniato dai nativi americani per definire il plenilunio rossastro di inizio ottobre, e dalla straordinaria performance del cast originale dell’opera popolare “Notre Dame de Paris” che, nel settembre 2002, ha calcato per la prima volta il palco dell’anfiteatro romano a pochi medi dal debutto italiano.
L’attesa del ritorno del cast originale a Verona ha permesso di chiudere un anello temporale durato vent’anni che ha registrato la presenza all’Arena di 350mila spettatori distribuiti in 42 repliche ed è stata gravida di emozione anche per gli stessi protagonisti del debutto areniano: Lola Ponce (Esmeralda), Giò Di Tonno (Quasimodo), Vittorio Matteucci (Frollo), Graziano Galatone (Febo), Tania Tuccinardi (Fiordaliso), Leonardo Di Minno (Clopin) e Matteo Setti (Gringoire).
Al di là dell’imprescindibile successo planetario che “Notre Dame de Paris” ha riscosso, dobbiamo prendere atto che i palcoscenici italiani sono molto diversi da quelli di Broadway: risulta sempre difficile far decollare musical e opere musicali nel contesto socioculturale del Bel Paese. Qual è, dunque, il segreto che ha permesso a questo spettacolo di mantenere un successo così elevato e costante in Italia?

Innanzitutto, come ha confermato più volte Riccardo Cocciante, uno dei padri dell’opera, si tratta di una storia che riverbera la sofferenza dell’anima umana per le ingiustizie e che mette in evidenza la grande difficoltà nell’accettare l’altro e i suoi limiti, nell’amare ed essere amati. C’è poi una grande dose di empatia che lega il pubblico ai tre protagonisti dell’opera che, per una ragione o per l’altra, sperimentano un amore disperato e senza futuro, un legame così forte da far scaturire un applauso spontaneo a scena aperta nel momento in cui l’arcidiacono Frollo esplode finalmente nel suo “ti amo” nei confronti della zingara Esmeralda.
C’è poi un’alchimia perfetta tra la componente musicale, i testi e il movimento di ballerini e acrobati che sottolineano le involuzioni dell’anima nel continuo gioco tra trasparenza, visione, nascondimento e rivelazione creato dallo scenografo Christian Rätz, oltre all’uso sapiente di macchine teatrali e soluzioni sceniche che destano costantemente sorpresa e meraviglia. Alle eleganti linee gotiche che emergono dall’omonimo romanzo di Victor Hugo dal quale è tratta l’opera popolare, Rätz preferisce la massività della pietra squadrata che diventa “parola”, quasi a sottolineare il peso della tragedia che incombe e che si cela nelle pieghe del termine greco “ananke”, il destino che rappresenta il plot twist dell’intera vicenda narrata e trascina nella rovina tutti i protagonisti. Mostri di pietra non sono i gargoyle della cattedrale ma gli uomini senza cuore. La leggerezza che rende sostenibile la fruizione dell’opera proviene dal movimento umano, flessibile e acrobatico, coreografato da Martino Müller.
L’allestimento del ventennale è fedele alla versione originale, con qualche minima sottrazione e qualche aggiunta attualizzante alle luci di Alain Lortie, come i colori della bandiera ucraina proiettati sulle colonne della cattedrale in una delle scene centrali.
David Zard, produttore di “Notre Dame de Paris” insieme a Charles Talar, scomparso nel 2018, ne attribuiva il grande successo all’”onestà” di quanti contribuiscono a mettere in scena l’opera, ovvero alla profonda consapevolezza che il pubblico merita rispetto e che ciascun componente della grande macchina da spettacolo deve dare il massimo per raggiungere chi è seduto e vuole essere trasportato per 150 minuti in una storia intrisa di arte, musica, danza, amore, luce e ombre.

Le due date veronesi dell’8 e 9 ottobre, a cui si aggiunta quella del 10 vista la grande richiesta al botteghino, ha visto anche la presenza dell’autore delle musiche di “Notre Dame de Paris”, Riccardo Cocciante, assorbito quasi interamente negli ultimi anni dall’allestimento delle otto diverse versioni dell’opera, tante quante sono le rispettive traduzioni in altre lingue. L’artista è comparso al termine degli spettacoli per ringraziare e salutare il pubblico, ricevendo in cambio ovazioni ricche di affetto e riconoscenza.
Notata la presenza, tra il pubblico, anche della politica italiana Giorgia Meloni, leader del partito che ha ottenuto maggiori consensi alle elezioni italiane del 25 settembre scorso. La tournée del ventennale, prodotta da Clemente Zard con la collaborazione di Enzo Product Ltd, interamente curata e distribuita da Vivo Concerti, proseguirà con le repliche di Napoli, Bari, Catania, Eboli, Casalecchio di Reno (BO), Torino e si concluderà a dicembre 2022 a Trieste. I biglietti sono disponibili su www.vivoconcerti.com