“Andrò in scena nei panni di Tom Robinson”, ha annunciato in una email l’attore Yaegel Welch informando alcuni di noi amici che per una settimana era stato chiamato a rimpiazzare Julian Robertson nel dramma teatrale “Il Buio oltre la siepe”.
Una parte importante, anzi importantissima. Frutto della fantasia della scrittrice Harper Lee, Tom Robinson è un giovane di colore che in Alabama negli anni ’30 viene accusato ingiustamente di avere violentato una ragazza bianca. A difenderlo in tribunale è Atticus Finch, avvocato bianco che si trova sotto attacco da parte della popolazione locale perché vuole garantire che la legge venga impartita equamente anche a un nero.

Mi sono subito dato da fare per prendere biglietti. Volevo posti buoni al prestigioso Shubert Theater sulla 44sima Strada, girato l’angolo di Times Square per vedere da vicino un amico che recitava. Il primo tentativo è stato online. Biglietti a 159 dollari l’uno, più sovrapprezzi vari per un totale di 175 dollari. Un po’ troppo, ma per Yaegel a Broadway nel ruolo di co-protagonista in “To Kill a Mockingbird?” Si fa questo e altro per sostenere la carriera artistica di un amico. Ma guardando la disponibilità di biglietti online mi è subito parso che la platea fosse mezza vuota. Colpa dei biglietti troppo costosi? Più probabilmente colpa della variante Omicron che sta contagiando moltissime persone a New York.
Decido di andare allo sportello di TKTS, quel botteghino in legno nel bel mezzo di Times Square che vende biglietti scontati per spettacoli di Broadway. Il risparmio è notevole, ma il problema è che si possono acquistare solamente biglietti per la sera stessa, sempre che lo spettacolo prescelto sia disponibile. Significa che è impossibile programmare in anticipo. Mi va bene: trovo biglietti a metà prezzo disponibili per la sera stessa, mercoledì 12 gennaio.
Sto facendo uno spuntino prima di uscire di casa quando una notizia appare sul mio iPhone. “Le performance di ‘To Kill a Mockingbird’ sospese fino a metà giugno a causa del Covid”. Sospese da quando? Da subito? Cioè la rappresentazione di questa sera è stata cancellata? Mi informo e apprendo che lo show continua fino a domenica. Dopo di che chiude per quasi cinque mesi. Riprenderà in un teatro più piccolo visto che la capienza dello Shubert Theater è di millecinquecento posti.
Arriviamo al teatro. Facciamo la fila per la verifica del green pass. Altra fila per mostrare il biglietto e all’interno un usciere ci accompagna ai nostri posti. Platea, posti con ottima visuale dell’intero palcoscenico. La sezione centrale della platea è praticamente piena. Le due sezioni laterali sono piuttosto vuote. Mi metto a leggere il programma seduto accanto a un ingombrante signore. Dietro di me tutti i posti sono presi. Davanti a me arriva un gruppo di sei persone. Tempo un attimo e mi prende la claustrofobia. La maschera sul volto mio e di tutti gli altri spettatori contribuisce al mio senso di claustrofobia. Escluso che possa passare le prossime due ore e trentacinque minuti chiuso dentro in questo modo. Non è sicuramente la prima volta che vado a un teatro di Broadway, ma dopo quasi due anni di Covid ho perso l’abitudine a essere così vicino ad altre persone. Ormai sono abituato a tenere un paio di metri di distanza dagli altri. Nei negozi, in coda, in metropolitana. Magari non proprio due metri, ma comunque il mio corpo sente ora il bisogno di tenere le distanze.

Ci alziamo e prendiamo possesso di due posti laterali ben isolati. Tempo un paio di minuti e arrivano i legittimi tenutari di quei posti. Ci spostiamo e per fortuna non ci sono ulteriori inconvenienti. Prendiamo finalmente in mano il programma dove sono inseriti cinque foglietti bianchi. “Per questa performance di “Il Buio Oltre la Siepe”, “il ruolo di Tom Robinson sarà interpretato da Yaegel T. Welch”, si legge sul primo foglietto. Il secondo informa che il ruolo di Atticus Finch sarà interpretato da Christopher Innvar. E ancora: Geoffrey Allen Murphy sostituisce nel ruolo di Mr. Cunningham; Ted Koch in questa performance è lo sceriffo Heck Tate; e Ian Bedford è temporaneamente nel ruolo dell’ufficiale giudiziario. Cinque sostituzioni in un cast di venti persone? Questi numeri e la sala mezza vuota ci dà la misura dell’impatto del Covid su Broadway.
Mi fa venire in mente la catena di distribuzione della merce nei negozi. Il Covid ha diminuito la capacità di produzione che risente di un rallentamento nella distribuzione che a sua volta sente l’effetto della decimazione del personale nei negozi a causa dei contagi mentre l’affluenza di clientela è anch’essa ridotta dal fatto che si sono ridotti i consumi anche perché in molti casi si sono ridotti gli introiti.
Questa sorta di catena si fa sentire anche nei teatri di Broadway che a New York hanno un valore trainante per l’economia. Sono gli spettacoli di Broadway a far affluire turismo non solo internazionale, ma anche americano e regionale. Per esempio nella stagione teatrale 2018-19 erano stati venduti quasi quindici milioni di biglietti per trentotto produzioni.

Che cosa ne sarà di Yaegel e degli altri attori dopo domenica quando il sipario si calerà per l’ultima volta su Il Buio Sopra la Siepe? “Non mi preoccupo più di tanto”, dice l’attore quando viene a salutarci al termine della rappresentazione. “Ho un mese di vacanza e poi vado in tournée con lo stesso show”. Lo spettacolo sopravviverà in altri stati USA dove il pubblico non sente la necessità di mettere la mascherina, mantenere le distanze ed evitare assembramenti. Stati dove vive una sorta di liberalismo estremo che respinge le imposizioni del governo con le quali contenere la pandemia.
Non so quali stati toccherà la tournée di Yaegel, ma non riesco a immaginarmi che un dramma teatrale come “To Kill a Mockingbird” faccia grandi incassi in stati dove va forte il sentimento anti-vax. Perché purtroppo la trama del capolavoro di Harper Lee è più attuale che mai. “Mi dispiace proprio che abbiano scelto lei a difendere quel negro che ha violentato la mia Mayella”, dice Bob Ewell, l’abusivo padre della ragazza. “Non so perché non ci ho pensato io a farlo fuori anziché rivolgermi allo sceriffo”.
Una citazione che fa venire in mente l’omicidio dell’afro-americano venticinquenne Ahmoud Arbery. Fu ucciso ingiustificatamente da tre bianchi razzisti in Georgia il 23 febbraio 2020. La differenza è che nel 1936, anno in cui è ambientato “Il Buio Oltre la Siepe”, la giuria decretò la colpevolezza dell’imputato nero pur senza prove. Nel 2021 in Georgia una giuria mista ha difeso la memoria della vittima afro-americana decretando la colpevolezza di tre uomini bianchi.