Quest’anno l’Arena di Verona con molto coraggio e avvalendosi di una organizzazione che ha provveduto all’assoluta sicurezza, ha ricominciato i lavori con una programmazione del festival lirico e di danza classica superbo e affascinante: la stagione si è aperta con l’Aida di Giuseppe Verdi condotta dal Maestro Riccardo Muti, per celebrare i 150 anni dalla prima dell’Aida stessa. Il famoso Anfiteatro Romano, tempio sacro della musica dove si svolge il festival lirico estivo più famoso del mondo, ha poi consacrato sul palcoscenico la Cavalleria Rusticana (Piero Mascagni), I Pagliacci (Ruggero Leoncalvallo), il Nabucco ( G.Verdi), la Traviata (G. Verdi ) e Turandot ( Giacomo Puccini). Solo per citare i principali e più noti.
Ma le sere del 2 e 3 agosto è tornato, dopo la lunga pausa dovuta al Covid, l’evento di danza “Roberto Bolle e Friends”. Si è calcolato che nelle due serate ben 12 mila spettatori hanno goduto dello spettacolo intrattenuti per circa due ore dalle maestrie di Bolle, Etoile della Scala, e da altri undici ballerini di fama internazionale. I protagonisti del gruppo di ballo si sono alternati a rappresentare piccole performance danzati con varie combinazioni di coppie e trii di artisti.

Ha aperto la serata “Il Corsaro”, con musiche di Riccardo Drigo e coreografia di Marius Petipa, e con un fantastico Bakhtiyar Adamzhan che ha elettrizzato il pubblico con i suoi volteggi, movimenti veloci, guizzi, salti, balzi, accompagnati dall’armonia del movimento del resto del corpo, il tutto coordinato dallo sguardo amorevole e accattivante dell’artista. Adamzhan è attualmente primo ballerino del teatro dell’Opera di Astana nel Kazakhstan, ma sta conquistando sempre di più le scene dei palcoscenici russi e europei.
Nicoletta Manni, prima ballerina della scala di Milano si è invece esibita con un repertorio classico da “Il lago dei cigni” (Pas de deux dall’Atto III) in coppia con Timofej Andrijashenko, primo Ballerino del Teatro alla Scala. Coppia in arte e in vita. Una si fatta miscela di primi ballerini non poteva che produrre movimenti artistici di appassionante bellezza, armonia e grazia con cui gli artisti sono riusciti ad entusiasmare ed infiammare il pubblico.

Un pubblico quindi già caldo per accogliere l’esibizione di Virna Toppi (del corpo di ballo della Scala) e Roberto Bolle, in “L’Altro Casanova” ( Pas de deux). Con un crescendo di abilità la coppia ha finito con l’incantare tutti. Sulle note dell’antica musica di A. Vivaldi i due artisti muovono passi di danza moderni e come per magia tutto ben si armonizza. I veri protagonisti sono i corpi dei ballerini coperti di succinti vestiti aderenti e di color carne, come a ricordarci la nudità dell’essere umano difronte ai sentimenti dell’amore. Corpi che si uniscono e si dividono. Corpi che se uniti rappresentano amore se divisi la rottura dell’unità stessa e quindi la sofferenza.
La modernità dei passi di Bolle viene sempre intervallata da balletti del repertorio classico. Quindi, GrandPas Classique con Valentina Colasante e Paul Marque, e “Don Chisciotte” con Ludmila Konovalova, ballerina del Bolshoi che ha ballato con Bakhtiyar Adamzhan.

I principali tre artisti maschili Bolle, Andrijashenko e Nicola Del Freo si sono ritrovati sul palcoscenico ad interpretare insieme il “Canon in D Major” (Le Souffle de l’Espirit) con la musica travolgente di Johann Pachelbel e Otto Bubenicek e la coreografia di Jiri Bubenicek. Per alcuni minuti i tre corpi statuari, solidi, ma al tempo stesso leggeri, elastici e flessibili hanno danzato individualmente per ritrovarsi negli altri minuti finali ad unirsi sotto le note della struggente musica. I Movimenti talvolta perfettamente sincronizzati, talvolta studiatemene scoordinati si muovevano sull’ampio palcoscenico come a dotare i tre corpi di un filo invisibile che li teneva in connessione. Aver occupato il palco con i tre artisti si è rivelato una strategia efficace per meglio interpretare la forza della musica e il senso di smarrimento e di sofferenza dello spirito.

Arena di Verona 3 agosto 2021 (Foto Laura Ferrari)
Se del Canon in D Major va sottolineata la perfezione e magnificenza dell’opera oltre alla eleganza, armonia e grazia, lo stesso non può dirsi a riguardo dell’ ultima esibizione della serata: Dorian Gray.
Una performance del tutto autobiografica in cui Bolle è l’unico protagonista.
Qui è dove i contenuti dell’arte si uniscono alle storie personali. Infatti nonostante le prestanze artistiche di Bolle fanno ancora esultare il suo vasto pubblico, di fatto il ballerino ha da poco compiuto 46 anni e, come ha più volte dichiarato in varie interviste sta considerando di programmare un ritiro dalle scene. L’età incalza e cosi le paure e la sofferenza di trovarsi inevitabilmente a dover fare i conti con una gioventù che svanisce. In questo suo ultimo sforzo artistico Bolle ha voluto identificarsi con i sentimenti espressi da Oscar Wild nel famoso libro. Quello che ha lasciato incerti e dubbiosi è stata la sua performance. L’artista più che danzare ha fatto uso di uno strumento mediatico come il video per trasmettere immagini del suo volto in via di decadimento. Il sentimento della sofferenza di questo passaggio è stato intensificato dalla presenza di immagini di fuoco nel background. Dove è il corpo con i suoi movimenti leggiadri che accompagnano il suono magico della musica ? Dove è il balletto ? Ha forse voluto l’artista dare spazio a nuove forme di sperimentazione?

Arena di Verona 3 agosto 2021 (Foto di Laura Ferrari)
Il balletto è movimento del corpo e musica, la combinazione dei quali suscita nel pubblico emozioni e sensazioni. Ma il pubblico lo ha amato lo stesso. E grande è stata comunque l’ovazione di tutta l’Arena; a Bolle si perdona tutto, anche il narcisismo in scena.