Si sa che per che per conoscere una cultura diversa dalla nostra, leggere un libro, guardare un documentario o anche parlare con qualcuno appartenente ad essa non basta per comprenderla davvero; è un ottimo inizio, ma non basta. Sapevo di questa dinamica, ma l’ho davvero capita solo in questi ultimi tre anni, da quando ho lasciato l’Italia per gli States. Vivere la cultura fa la differenza.
Quindi, se siete americani e vi dicessi che in Italia, in Sicilia, c’è un piccolo paesino immerso in storia e tradizioni, meravigliosi paesaggi e ottimo cibo, potreste non essere in grado di visualizzarlo esattamente. Niente spiega meglio dell’esperienza diretta.
Ecco perché ero curiosa di conoscere meglio la Trinacria Company. È una compagnia teatrale – e fin qui nulla di speciale – ma è americana, con base tra Boston e Londra e con un nome molto italiano (la Trinacria è l’immagine della testa femminile con tre gambe piegate, simbolo della Sicilia). A volte è facile dirsi “attività italiana” quando si hanno origini italiane, ma da italiana al 100% posso garantirvi che molto spesso sotto la copertina Italiana non c’è per niente un libro italiano! Ecco perché mi sono avventurata sul sito della compagnia con un po’ di scetticismo, durato davvero poco. Quello che ho trovato infatti è un bellissimo lavoro che la piccola e relativamente giovane compagnia fa per giustificare il suo nome italiano e sono felice di farvela conoscere perché credo ne valga la pena.

Vi presento Mariagrazia La Fauci, nata e cresciuta a Boston da genitori siciliani e fondatrice della Trinacria Company. Mariagrazia vive tra NY e Londra, ma è cresciuta circondata dalla lingua italiana e ha speso tutte le sue vacanze in Sicilia, a Pezzolo, il “paese costruito sulla roccia” dei monti Peloritani e che affaccia sul Golfo di Messina. E che a quanto pare l’ha ispirata per cominciare la sua esperienza teatrale.
Quello che ha catturato la mia attenzione non è che la compagnia si ispiri a tradizioni e miti del sud d’Italia (così ricco di storie e quindi fonte perfetta per una compagnia teatrale) ma il fatto che vi si immerga completamente, vivendo quell’esperienza diretta così importante per capire una cultura di cui parlavo prima. Infatti Mariagrazia organizza soggiorni a Pezzolo durante i quali la compagnia vive e lavora completamente immersa nell’ambiente di cui raccontano; è una full immersion che permette all’attore di capire a fondo la cultura che sta rappresentando.
Raccontami della compagnia: quando è nata, come e perché?
“Trinacria è nata nel 2016 ed è fortemente ispirata dal luogo delle mie origini. Pezzolo è stato fondato tra il nono e il decimo secolo D.C. ed è un posto bellissimo. Un tempo c’era una comunità attiva, ma piano piano la gente e le attività sono diminuite, un fenomeno abbastanza comune nelle aree rurali del sud Italia. Sentivo che il posto aveva ancora da offrire – tutti quelli che ho portato a Pezzolo si sono innamorati dei suoi bellissimi paesaggi, della gente accogliente, della ricca storia, della mitologia e ovviamente del cibo. Trovo lo Stretto di Messina una fonte di ispirazione, ti senti vicino alle storie che per prime hanno acceso l’antico fuoco dell’immaginazione umana. Ero sicura che altri artisti avrebbero provato lo stesso… a quanto pare avevo ragione! Ogni artista che ha soggiornato a Pezzolo è tornato (alcuni più volte!) o ha espresso un forte interesse a tornare”.

Puoi dirmi di più di questa full immersion che offri agli attori?
“Cerchiamo di proporre il soggiorno ogni estate (ma ovviamente il programma è interrotto per via del COVID). È iniziato nel 2016, quando abbiamo portato a Pezzolo otto attori americani per lavorare allo sviluppo della nostra prima produzione. Durante il soggiorno, gli artisti vivono, mangiano, si allenano, imparano, viaggiano, lavorano e creano insieme. Offriamo anche qualche lezione di italiano visto che la maggior parte di loro non lo parla. Facciamo prove aperte e spesso si fermano a curiosare. Vogliamo che la gente sappia che sono le sue storie quelle che raccontiamo e ci piace renderla partecipare del nostro raccontarle. Nel primo anno siamo stati impegnati con la creazione e le prove della nostra prima produzione, ma con il tempo abbiamo voluto allargare le possibilità, sia per gli artisti che per la comunità. Così abbiamo cercato una collaborazione con altri eventi del Trinacria Arts Festival, sempre legati al territorio, per unire ancora tutti – dai professionisti ai talenti locali, ai membri della comunità. Nel 2020 abbiamo sviluppato il progetto Open Creative Residency. Abbiamo proposto agli artisti da ogni parte del mondo di venire a Pezzolo per lavorare ai loro progetti individuali, nello specifico lavori o artisti per cui il contatto diretto con la comunità è elemento essenziale del processo creativo. Abbiamo ricevuto un’incredibile risposta e abbiamo scelto quattro straordinari artisti – non vedo l’ora di portarli a Pezzolo appena la pandemia sarà finita”.
Il tuo progetto attuale è molto interessante. Mi racconti di cosa tratta e come è cominciato?
“La compagnia è organizzata come un ansamble di artisti che lavora collettivamente alla costruzione di uno spettacolo senza copione e i membri non sono solo attori ma autori. Di solito partiamo da un mito o una legenda come ispirazione e insieme costruiamo la storia usando le personali abilità – musica, movimento, racconto espressivo, poesia, acrobatica, clownerie, burattini e altro. Visto che creiamo spettacoli per un pubblico globale, evitiamo il più possibile l’uso del linguaggio e ci affidiamo al racconto fisico. Detto questo, anche se usiamo tecniche di teatro sperimentale, ci sforziamo di creare lavori con un forte elemento narrativo e facilmente accessibili. Le nostre performance in Sicilia sono sempre a ingresso libero e di solito sono agite in luoghi pubblici, spesso all’aperto. Vogliamo creare arte in luoghi familiari, non solo perché la comunità percepisca il nostro lavoro come inclusivo, ma anche per creare un nuovo immaginario e nuove possibilità per quegli spazi normalmente vissuti nella vita di tutti i giorni. Usando questo approccio, nel soggiorno del 2016 abbiamo creato il nostro primo spettacolo, La Storia di Colapesce, una leggenda Messinese. Cola (diminutivo di Nicola) è il figlio di un pescatore che ama così tanto nuotare che la gente lo chiama Colapesce. In tutte le diverse versioni del racconto, Cola scopre che l’isola della Sicilia regge su tre colonne e quella sotto Messina, a capo Peloro, sta per collassare. Un giorno Colapesce si immerge nel mare e non farà più ritorno. Alcuni dicono che sia ancora laggiù, al posto della colonna a sorreggere Messina sulle sue spalle. Siamo molto affezionati allo spettacolo e speravamo di mettere su un tour per il 2020 ma purtroppo il COVID ha impedito i nostri piani. Alcuni membri della compagnia però volevano continuare a lavorarci e hanno proposto: “e se ne facessimo un audio storia?” ed effettivamente questo era il momento perfetto per crearne una versione fruibile da casa. È stato molto impegnativo tradurre lo spettacolo (che ha molto poco parlato) in un prodotto audio ma ne è valsa la pena – anche se è un racconto strettamente legato alla cultura siciliana e di Messina nello specifico, è una potente storia che tratta verità universali. Abbiamo un fantastico cast di sette attori e cinque musicisti e abbiamo registrato tutti gli effetti da noi, quindi letteralmente tutto quello che sentirete è prodotto da noi. E siamo molto fieri dell’alta qualità del prodotto finale, specialmente considerando che è stato registrato in pieno isolamento. Il regista ed editor del progetto audio, Quinton Kappel, ha fatto un lavoro gigantesco e l’ha fatto alla grande e dobbiamo ringraziare anche Becky Parker Geist della Pro Audio Voices per averci garantito un livello professionale. Colapesce: An Audio Adventure è adatto a tutta la famiglia, così bambini e adulti possono ascoltarlo insieme. E in formato mp3 da scaricare, dura due ore e quaranta minuti, è in inglese (con un po’ di Italiano e Siciliano qui e lì) e scaricarlo costa $12.”

Mi piace molto l’idea di musicisti che suonano per l’audio storia: sono musiche originali, tradizionali o classiche? Anche la performance sul palco usa musica dal vivo?
“La musica è composta e diretta da Sean Devare con la partecipazione di Dario Ladani Sanchez, entrambi membri originari della compagnia e compositori per La Storia di Colapesce. Molte musiche sono presenti anche nello spettacolo ma abbiamo ampliato la formazione. In scena avevamo una vocalist (Josephine Cooper), un chitarrista (Dario Ladani Sanchez), un violinista (Sean Devare) e un mandolinista (Max Sklar). Ma per l’audio storia abbiamo aggiunto Clara Francesca alle voci, sempre Max al bandoneon e la favolosa Valerie Thompson al violoncello, tutti strepitosi. Sono principalmente musiche originali ma alcuni brani sono reinterpretazioni di classici. Per esempio Fata Morgana, tra i protagonisti della storia, ha origini nel romanzo arturiano, così il suo tema è ispirato dalla tradizionale ballata inglese Scarborough Fair”.
Clara Francesca è una delle attrici dell’audio storia. A lei ho chiesto delle sue origini e della sua esperienza con Colapesce.
“Ho doppia cittadinanza sia italiana che australiana, originaria di Catania e Melbourne e con esperienze attoriali bilingue, sia prosa che musicals, dal 2007. Sono nata a Melbourne e da bambina andavo in Sicilia dove c’è parte della mia famiglia; attualmente vivo a NY. In Colapesce sono onorata di rappresentare l’incompresa Fata Morgana del mito celtico-siculo; un’anziana signora e l’empatica principessa. L’esperienza di Colapesce è stata sublime. Abbiamo avuto una squadra incredibile, drammaturghi siciliani e addirittura l’illustre linguista David Crystal che mi ha aiutato con l’accento Cornish per l’accento di Morgana”.
Mariagrazia, è stata una bella idea quella di trasformare lo spettacolo in un’audio storia per adattarla alle necessità della pandemia e ancora più interessante se si considera che le due piattaforme (l’audio storia e la performance teatrale) offrono due prodotti molto diversi tra loro: uno più verbale ed uno più fisico. Così, anche se il pubblico ascolterà la storia potrà sempre fruire di uno spettacolo diverso quando interpretato in teatro. Immagino intendi riprendere lo spettacolo appena la pandemia sarà finita?
“Abbiamo ricevuto una risposta positivissima dal pubblico sia italiano che americano quindi sapevamo che avevamo per le mani qualcosa di speciale. Abbiamo sempre saputo che lo spettacolo aveva del potenziale e volevamo raggiungere più pubblico possibile perché è una bellissima storia di coraggio, condivisione e libertà. Avevamo programmato una tournée nell’area del New England nel 2020 per poi allargarci altrove ma tutto è stato posticipato per il COVID. Speriamo, appena possibile, di riportare Colapesce di nuovo (fuori!) su un palco”.

Stai lavorando a nuovi progetti?
“Si! Oltre alla Open Creativity Residency e al tour di La Storia di Colapesce, stiamo lavorando anche ad una nuova produzione, The Hades & Persephone Project (titolo provvisorio). Abbiamo iniziato a lavorarci nel 2019. La produzione si basa su tre miti siciliani che si intrecciano tra loro – Ade e Persefone di Ovidio dalla mitologia greca, la leggenda medievale di Mata e Grifone e la storia di Lisabetta e Lorenzo dal Decameron di Boccaccio. Tre storie di amori proibiti tra una donna siciliana e uno straniero, di solito dal Medio oriente o dall’Africa. La storia affronta il tema delle migrazione e delle etnie in Sicilia, ma è anche una storia di speranza per gli amanti e del tempo che si ripete. Il progetto prevede di essere agito su larga scala, lungo le vie dell’intero paese di Pezzolo. Siamo stati così fortunati da aver avuto il sovvenzionamento della National Lottery tramite l’Art Council England per poter sviluppare il progetto qui a Londra ma tutto è sospeso per ora. Ma abbiamo una fantastica squadra, stiamo allacciando importanti collaborazioni e non vedo l’ora di tornare a lavorarci su”.
Colapesce: an audio adventure profuma un po’ di Mar Mediterraneo. E questo perché ci è nato dentro. Anche se recitato in inglese da attori americani, riesci a immaginare la musicalità italiana, perché il lavoro che c’è dietro ha assorbito un po’ dell’essenza del posto. Questa è l’importanza del “vivere l’esperienza”.
Se volete respirare un po’ di brezza mediterranea visitate il sito della Trinacria Company, godetevi le clip promozionali dell’audio storia e poi acquistate l’intera esperienza: saprete un po’ di più di un’antica cultura.