“Fortunata”, film di Sergio Castellitto tratto dal romanzo di Margaret Mazzantini – protagonista Jasmine Trinca -, sbarca a New York al Festival Open Roads – New Italian Cinema 2018. La premiere si terrà, presso il Walter Reade Theater, venerdì 1 giugno, alle ore 6.15 pm. Un melodrama incentrato sulla figura femminile di Fortunata, che fortunata è solo di nome. Per il resto, è una donna sulla trentina, che vive nell’impietosa periferia romana, e che cresce, da sola, la sua bambina. L’ex marito, Franco, è livoroso e maschilista, perennemente minaccioso con la pistola da guardia giurata che si porta addosso. Considera Fortunata una sua proprietà: così, oltre a controllarla e spaventarla, arriva addirittura a violentarla. La donna ha dalla sua parte un migliore amico, Chicano, tossico con madre straniera, Lotte (interpretata dalla grande Hanna Schygulla), un tempo attrice di teatro, oggi inerte vittima dell’Alzheimer. Una vita di grigiore e difficoltà, in cui, però, c’è spazio per il sogno – a sua volta umile, sì, ma sempre di sogno si tratta -: perché Fortunata, insieme a Chicano, vuole aprire un negozio di parrucchiera. È con questo obiettivo che, ogni giorno, vola in scooter di casa in casa a fare pieghe e tinte (in nero), nel tentativo di sbarcare il lunario. Gli unici a prestare i soldi, poi, sono i cinesi, rigorosamente a strozzo. Serve un miracolo per far diventare quel sogno realtà.
Un miracolo che si chiama Patrizio: almeno, così pare in un primo momento. Patrizio è uno psicoterapeuta della Asl che si prende cura della figlia di Fortunata: per primo la capisce, la aiuta, e poi si innamora della sua mamma bella e sfortunata. Ecco la tanto attesa svolta: un uomo che apprezza quella donna passionale, forte e fragile insieme, e se ne prende cura. Se non fosse che, sotto il peso della vita, anche quell’amore è destinato ad appassire, trascinato nel vortice delle difficoltà quotidiane: i cinesi che rivogliono indietro i soldi prestati, la perdita del negozio, i problemi con l’affidamento della bambina, il destino amaro dell’amico di infanzia.
Un film intenso, come intensa è la protagonista, interpretata dalla bella e brava Jasmine Trinca, la cui interpretazione vale il film. Una storia forte, a tratti brutale, in cui, forse, l’eccesso di disgrazie rischia di sfiorare il cliché. Eppure, gli stradoni di Tor Pignattara che si snodano nel film comunicano un amore verace per la periferia, e per tutte le sue sventure. Su tutti spicca il talento della Trinca, attrice scoperta da Nanni Moretti in La stanza del figlio, che Castellitto è giunto a definire, e non in maniera peregrina, “la nuova Magnani”. Quanto a lui, Castellitto, conferma ancora una volta la sua maestria nel raccontare storie popolari, popolane, drammatiche nella loro ordinarietà, con uno stile che ricorda quello dell’imbattuto Ferzan Ozpetek.