La 12esima edizione della Festa del Cinema di Roma si conclude nel modo migliore possibile, ovvero con il David Lynch day. Alla mattina una conferenza stampa gremitissima, nel pomeriggio il premio alla carriera consegnatogli da Paolo Sorrentino e poi il suo incontro col pubblico andato sold out nel giro di poche ore. Davvero, avrebbe potuto riempire uno stadio. A testimonianza del grande amore che pubblico e giornalisti hanno per David, basti dire che nessun ospite della Festa, quest’anno, si è intrattenuto per ben 30 minuti dopo la chiusura della conferenza stampa per firmare libri e autografare memorabilia ad un gruppo di giornalisti. . È il giusto riconoscimento ad una carriera lunga quarantacinque anni. Con il suo primo lungometraggio, Eraserhead, Lynch entra nell’Olimpo degli dei della settima arte.

Ma si sente davvero il maestro dell’inconscio, come molti la definiscono? “Se è inconscio, non posso saperlo”. Sul caso Weinstein, a chi gli chiede se è coinvolto anche lui, il regista risponde laconico:”Stay tuned, restate sintonizzati”. Parla anche di fisica quantistica e di meditazione trascendentale, che pratica da oltre 40 anni. “Spazio e tempo sono categorie che non esistono, appartengono al campo unificato che crea tutto ciò che è umano. Uno spazio meraviglioso e magico dove possiamo entrare tutti con la nostra unicità. Attraverso le tecniche della meditazione trascendentale si giunge ad un livello di conoscenza profondo che comprende tutte le qualità più positive: intelligenza, creatività, positività, amore, energia che inclina alla pace. Un percorso che mi ha aiutato ad uscire da situazioni di merda. Viviamo in mondo in cui lo stress e la negatività comprimono la creatività. La meditazione libera quindi questo processo e permette alle idee di scorrere e tu non devi far altro che prenderle al volo. È bellissimo”.
Un momento molto toccante è stato quando dal pubblico è arrivato un ringraziamento per aver girato The Elephant Man, “grazie a nome di tutti i diversi” ha detto la giornalista. “Grazie – ha risposto Lynch – mi sto commuovendo anche io”. Il regista ha anche ricordato David Bowie: “È stato bello lavorare con lui, gli avevo proposto di partecipare alla terza stagione di Twin Peaks ma rifiutò e ora sappiamo il perché purtroppo. Sono molto triste per la sua scomparsa”. Per i suoi personaggi, ha raccontato di essersi ispirato a Franz Kafka, Jacques Tati, e altre figure “ma ad ispirarmi di più sono soprattutto le idee che sono per me come doni della mattina di Natale”. C’è spazio anche per curioso aneddoto accaduto con Nanni Moretti a Cannes, quando il regista italiano ottenne il premio per La stanza del figlio. Lynch gli si avvicinò e disse “Un giorno ti ucciderò”. “In realtà volevo ucciderlo subito – dice ridendo – ma non ricordo perché, adoro Nanni”. Tra i registi che ammira c’è anche Werner Herzog, un uomo ossessionato e – aggiunge – “adoro le persone ossessionate”.

Dell’ultimo Twin Peaks dice di amare tutte le 18 puntate e di aver scelto Angelo Badalamenti per la colonna sonora della serie Tv. Musica e film un binomio fondamentale per Lynch .“Ho scritto Blue Velvet ascoltando Shostacovich, la musica è un’incredibile fucina di idee ed emozioni ed è indispensabile anche per la meditazione”. Qual è il rapporto del regista con gli attori con cui collabora? “Contrariamente a quello che si pensa, io controllo solo le persone di cui mi fido”.
La produzione artistica di Lynch è composta da cortometraggi, film, documentari, spot pubblicitari e serie tv. Tra questi Dune è un cult della fantascienza moderna. “Non mi sono mai pentito di aver girato Dune al posto di Star Wars”, rivela il regista. “Era una cosa per George Lucas e così gli ho detto vai! Non era proprio un film nelle mie corde”. Lynch è un autore così venerato, amato e imitato tanto che ormai il termine “lynchiano” appartiene al vocabolario dei critici. Ma questa cosa gli piace? “Il mio dottore mi chiede di non pensarci”. E la platea ancora una volta ride di gusto.
Dopo David Lynch, l’ultima star a sfilare sul Red Carpet è stata invece Orlando Bloom, a Roma per presentare Romans, una storia di un abuso sessuale: “Saranno i giovani a porre fine alle molestie”, ha detto ai giornalisti il famoso attore.