

Sasha Waltz, come tutti gli oltre trecento artisti provenienti da 32 Paesi selezionati quest’anno per la nuova edizione del RomaEuropa Film Festival compone quindi una mappa del presente, fragile come un castello di carte. Il 26 e 27 settembre, all’Auditorium Conciliazione, salirà sul palcoscenico un altro dei maggiori esponenti della danza contemporanea, Sidi Larbi Cherkaoui. Nel suo Fractus, nato dall’incontro con le parole del linguista e filosofo Noam Chomsky, vuole indagare il conflitto tra informazione e manipolazione dell’informazione. A incarnarle sulla scena, oltre lo stesso Cherkaoui, quattro danzatori dalla provenienza geografica e dal background diversissimo e un gruppo altrettanto nutrito di musicisti, per ibridare percussioni giapponesi, sonorità coreane, voci congolesi e sarod indiano.
Infine torna a REf17 il grande artista belga Jan Fabre, che dopo aver presentato nel 2015 il suo Mount Olympus, opera monumentale della durata di 24 ore vincitrice del Premio Ubu 2016, il 30 settembre e il 1 ottobre propone il nuovo BELGIAN RULES/BELGIUM RULES. Al Teatro Argentina andrà infatti in scena un’invettiva e al contempo una dedica al suo Belgio e una riflessione personalissima sul presente dell’Europa. Una dedica, come quella che Fellini fece alla sua Roma