In una città dove gli eventi cinematografici proliferano e i festival nascono, crescono e muoiono a ritmi fiabeschi, riempire un teatro e arrivare alla dodicesima edizione sono risultati degni di nota e notizia. Li ha raggiunti il New York City Short Film Festival che sabato 5 novembre ha portato al Symphony Space una curatissima selezione di corti.

Quest’anno, sul tavolo del comitato selezionatore del NYCShorts12 sono arrivate ottocento proposte, da quarantacinque paesi. Stilare la rosa dei quattordici cortometraggi da presentare al pubblico non è stata una passeggiata, ha commentato David Barba, direttore e co-fondatore del Festival. “Nonostante il modo di girare i corti sia cambiato, con l’avvento del digitale e la fine dell’era della pellicola, nei dodici anni di NYCShorts, il nostro obbiettivo — ha continuato Barba — è rimasto sempre lo stesso: preferire la qualità alla quantità, proponendo una moltitudine di voci, approcci e storie provenienti da tutto il mondo, attraverso generi diversi: fiction, documentario, animazione e tutte le forme ibride che vi nuotano nel mezzo”.
A questo primo proposito si aggiunge quello di offrire allo spettatore del materiale innovativo, visivamente e contenutisticamente avvincente, spesso provocatorio, che sappia emozionare e far riflettere.
E così, a quanto pare, è stato, visto l’entusiasmo con cui il pubblico ha accolto i corti presentati, specie l’opera LGBT The Last Leatherman of the Vale of Cashmere, che si è aggiudicata l’Audience Award ― e il regista, Greg Loser, presente in sala, ha risposto con pari entusiasmo alle domande degli spettatori nel Q&A organizzato a fine proiezione.
Stessa fortunata sorte è toccata all’opera d’animazione del regista francese Franck Dion, The Head Vanishes (Miglior corto di animazione) che farà senz’altro parlare di sé, vista la delicatezza, la poesia e l’inventiva con cui affronta il tema della demenza senile.
“Dire tantissimo in pochissimo tempo. Questa è la caratteristica che permette a un regista di cortometraggi di offrire un’esperienza intensa allo spettatore: un’esperienza che, proprio grazie alla sintesi, è preclusa al lungometraggio”, ha concluso Barba.
Visto l’interesse in platea, e una macchina organizzativa ben rodata, ci sono tutti i presupposti affinché il New York City Short Film Festival metta a segno una tredicesima edizione dagli esiti altrettanto felici.
Guarda il trailer di The Head Vanishes (in francese):
Bande-annonce Une tête disparait / Trailer The Head Vanishes from Papy3D Productions on Vimeo.