Founded by Stefano Vaccara

Subscribe for only $6/Year
  • Login

Editor in Chief: Giampaolo Pioli

VNY La Voce di New York

The First Italian English Digital Daily in the US

English Editor: Grace Russo Bullaro

  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • Video
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • Video
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY La Voce di New York
No Result
View All Result
in Homepage
April 17, 2016
in Homepage
April 17, 2016
0

Il cinema di Xavier Dolan tra pop e kitsch

Aspettando Cannes, uno sguardo al lavoro del giovane ed eccentrico regista canadese

Simone SpoladoribySimone Spoladori
xavier dolan

Foto: Étienne Ljóni Poisson/flickr cc.. Courtesy, The Canadian Encyclopedia

Time: 4 mins read

Dall’esterno si ha l’impressione che fare il direttore o il selezionatore del festival del cinema di Cannes sia tutto sommato tra i mestieri più facili del mondo. Quasi sempre negli ultimi anni, quando vengono svelati i palinsesti delle sezioni principali della kermesse francese, scopriamo con meraviglia che pressoché tutto ciò che avrebbe potuto esserci, in effetti, c’è, e molto spesso anche di più. La conferenza stampa che il direttore Thierry Frémaux ha tenuto il 14 aprile, a Parigi, per svelare i film che si contenderanno la Palma d’oro non è stata certamente un’eccezione, dato che tra il concorso principale e il “concorsino” Un certain regarde c’è davvero da strabuzzare gli occhi: ed ecco Almodovar con Julieta, Sean Penn con The Last Face, Jim Jarmusch con Paterson, Ken Loach con I, Daniel Blake, i fratelli Dardenne con La fille inconnue, e poi ancora il coreano Park Chan Wook, il filippino Brillante Mendoza, il rumeno Cristian Mungiu.

Ci sarà da divertirsi, insomma, ma tra tutti questi mostri sacri, cui si aggiungono fuori concorso big come Spielberg o Woody Allen, c’è un giovanissimo regista canadese il cui nome forse al grande pubblico potrà anche sostanzialmente dire poco, ma che in quanto a talento ha veramente poco da invidiare a tutti gli altri. Si chiama Xavier Dolan, ha 27 anni, dei suoi film (sei, con il prossimo, transitati dai concorsi dei maggiori festival di tutto il mondo) è sceneggiatore, regista, montatore, costumista e talvolta anche attore. La sua più recente opera si chiama Juste la fin du monde e ha un cast di star francesi come Gaspard Ulliel, Marion Cotillard, Léa Seydoux e Vincent Cassell. Ai nastri di partenza si presenta come uno dei grandi favoriti per la vittoria finale.

xavier dolanChi è allora questo giovane autore che nel 2014 la vittoria l’ha sfiorata davvero con quello che – ad oggi – è il suo film più bello, Mommy, con cui si è aggiudicato “solo” il premio della giuria? indubbiamente un talento limpidissimo e cristallino ma anche un cineasta eccentrico, viscerale, che ama costruire dei personaggi dalle tinte forti ed esagerate, spesso portatori di conflitti irrisolti e di contrasti irrisolvibili, che tra loro si rispecchiano, si confrontano e poi si mescolano gli uni con gli altri fino a diventare in qualche modo paradigmatici.

Dolan cala questi personaggi in melodrammi fiammeggianti che sembrano un patchwork di rimandi a grandi cineasti che lo hanno preceduto: un po’ di Fassbinder, un po’ di Almodovar, un po’ Gus Van Sant, una spruzzata di Douglas Sirk. Eppure, il modo in cui il giovanissimo genio canadese ha “digerito” questi autori per poi riproporre un suo stile, riconoscibile e originale, ha qualcosa di sbalorditivo. È come se Dolan avesse la forza per ridefinire ciò che noi chiamiamo pop, per farlo esplodere con una libertà di espressione selvaggia e sincera al punto da potersi permettere di affrontare apertamente il kitsch senza paura alcuna.

I temi principali che percorrono il suo cinema sono essenzialmente due: i chiaroscuri perversi che “sezionano” il rapporto edipico tra madre e figlio e la sete “scomposta” e problematica di libertà che caratterizza le generazioni come lui cresciute a cavallo tra i Novanta e i Duemila, nell’epoca dell’esplosione di ogni forma residua di coordinata educativa, sullo sfondo del conflitto, eterno ed attuale, tra legge e desiderio. Così, dall’esordio di J’ai tué ma mère fino a Mommy, Dolan racconta questi conflitti e queste tensioni senza temere l’eccesso e la ridondanza, anzi avendo fatto dell’ipertrofia stilistico-emotiva un marchio di fabbrica.

Per far capire chi è Dolan a chi non lo conosce, potrebbe essere sufficiente una sequenza, forse quella più (giustamente) acclamata di Mommy e anche della sua intera filmografia. Siamo più o meno a metà del film, si è appena costituito un bizzarro nucleo familiare formato tre soggetti: il primo è Steve, il figlio, un disadattato che soffre di una grave forma di disturbo dell’attenzione e di un conseguente disturbo della personalità borderline; poi c’è Diane, la madre, donna di cinquant’anni, vitale e smarrita, persa tra frustrazioni, rimpianti e sensi di colpa, che con molta fatica gestisce se stessa, figuriamoci il suo problematico figlio. I due si amano in modo intenso ed esplosivo, si insultano, si picchiano, si cercano, si toccano, si abbracciano, alla disperata ricerca di un equilibrio ovviamente impossibile. Il terzo personaggio è Kyla, una vicina di casa emotivamente fragile, balbuziente, che si è da poco trasferita con la famiglia, che è stata probabilmente segnata da un lutto materno (qui Dolan con una reticenza quasi manzoniana si accontenta splendidamente di alludere). Kyla diventa il nostro modo di guardare e di capire i due personaggi e l’Altro che consente a madre e figlio di leggersi e di trovare una simmetria inaspettata (e, naturalmente, effimera). Come potete vedere, Dolan, che si sente “libero” di usare tutto ciò che è cinema, sceglie di incastrare la storia in un formato eccentrico: 1:1, in altre parole un quadrato (evitiamo di dire il formato di Instagram, per carità).

I personaggi vengono “stipati” dentro ad uno spazio angusto con due enormi bande nere ai lati. Cercano unità, Steve, Diane e Kyla, ma nel quadrato vengono costantemente separati, i corpi si mescolano e vanno in pezzi, non hanno lo spazio per convivere e per identificarsi. Quando, improvvisamente, per poco, tutto sembra illuminarsi di senso, i tre vengono raccontati in una sequenza che elenca semplicemente i luoghi e le situazioni in cui “sentono” per la prima volta il loro posto nel mondo, alternando queste scene ad una lunga inquadratura dei tre che in bicicletta (le due donne) e in skateboard (il ragazzo) girano per le strade della loro città.

Qualsiasi altro regista, se scegliesse di accompagnare la scena con Wonderwall degli Oasis, risulterebbe ridicolo. Dolan lo fa e forse il brano della band di Manchester non ha mai funzionato così bene. Ma il vero capolavoro di questa scena riguarda il formato. Steve si sente finalmente libero, per la prima volta. Vuole “mangiarsi” il mondo, a chi non è capitato? E allora, semplicemente, in un altro momento che avrebbe potuto essere grottesco, “allarga” il formato con le mani, restituendoci uno spazioso 16:9. Altri lo avrebbero, a fatica, “detto”. Dolan lo mostra, con un’esattezza emotiva che commuove e ci fa innamorare del suo modo prepotente di fare cinema, della naïveté con cui rischia la pacchianeria ribaltandola nel suo contrario e della nuova definizione di pop che, siamo sicuri, questo talento immenso saprà scolpire.

Guarda il trailer di Mummy:

Share on FacebookShare on Twitter
Simone Spoladori

Simone Spoladori

Nato a Milano, laureato in lettere e laureando in psicologia, di segno pesci ma non praticante, soffro di inveterato horror vacui. Autore per radio e TV, critico cinematografico, insegnante, direttore di un'agenzia creativa di Milano. Oltre ai film, amo i libri e credo che la letteratura americana del '900 una delle prime tre cose per cui valga la pena vivere. Meglio omettere le altre due. Drogato di serie TV, vorrei assomigliare a Don Draper, a Walter White o a Jimmy McNulty. Quando trovo il tempo, mi diverte a scalare montagne, fare foto, giocare a tennis, cucinare e soprattutto mangiare ciò che cucino. Sono malato di calcio, tifo Manchester United e Milan, ma la mia vera guida spirituale è Roger Federer.

DELLO STESSO AUTORE

Mostra del cinema di Venezia: gli ultimi film in concorso

Mostra del cinema di Venezia: gli ultimi film in concorso

bySimone Spoladori
Io, capitano di Matteo Garrone è un film sgonfio e in ritardo sui tempi

Io, capitano di Matteo Garrone è un film sgonfio e in ritardo sui tempi

bySimone Spoladori

A PROPOSITO DI...

Tags: Cannescinemacinema canadeseregista
Previous Post

Real Estate Italian Style, Part 2

Next Post

La fine dell’era del silicio

DELLO STESSO AUTORE

Primi colpi di fulmine a Venezia: The Killer, La Bete e il nuovo film di Hamaguchi

Primi colpi di fulmine a Venezia: The Killer, La Bete e il nuovo film di Hamaguchi

bySimone Spoladori
Un “western” danese e il nuovo lavoro di Wes Anderson alla Mostra del cinema di Venezia

Un “western” danese e il nuovo lavoro di Wes Anderson alla Mostra del cinema di Venezia

bySimone Spoladori

Latest News

Kirill, ‘mi congratulo con Leone XIV, spero sviluppo rapporti’

Kirill, ‘mi congratulo con Leone XIV, spero sviluppo rapporti’

byAnsa
Svizzera e Usa concordano di accelerare i colloqui su dazi

Svizzera e Usa concordano di accelerare i colloqui su dazi

byAnsa

New York

“Trump Effect” Tanks Tourism in New York City: 400k Fewer Visitors in 2025

“Trump Effect” Tanks Tourism in New York City: 400k Fewer Visitors in 2025

byDaniele Di Bartolomei
Agenti USA / Ansa

Spara a un corriere di Door Dash: arrestato funzionario di New York

byGrazia Abbate

Italiany

Il Prosecco italiano conquista i cuori delle donne USA

Il Prosecco italiano conquista i cuori delle donne USA

byAndrea Zaghi
Da sinistra: Elvira Raviele (Ministero delle Imprese e del Made in Italy), Fabrizio Di Michele (Console Generale d’Italia a New York), Maurizio Marinella, Luigi Liberti (Direttore Patrimonio Italiano TV), Mariangela Zappia (Ambasciatrice italiana a Washington), e Diego Puricelli Guerra (Preside Istituto Bernini De Sanctis di Napoli)

Marinella a New York: l’eleganza del Made in Italy all’Istituto Italiano di Cultura

byMonica Straniero
Next Post
computer molecolari

La fine dell'era del silicio

La Voce di New York

Editor in Chief:  Giampaolo Pioli   |   English Editor: Grace Russo Bullaro   |   Founded by Stefano Vaccara

Editor in Chief:  Giampaolo Pioli
—
English Editor: Grace Russo Bullaro
—
Founded by Stefano Vaccara

  • New York
    • Eventi a New York
  • Onu
  • News
    • Primo Piano
    • Politica
    • Voto Estero
    • Economia
    • First Amendment
  • People
    • Nuovo Mondo
  • Arts
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
    • Lingua Italiana
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
  • Travel
    • Italia
  • Mediterraneo
  • English
  • Search/Archive
  • About us
    • Editorial Staff
    • President
    • Administration
    • Advertising

VNY Media La Voce di New York © 2016 / 2025 — La testata fruisce dei contributi diretti editoria d.lgs. 70/2017
Main Office: 230 Park Avenue, 21floor, New York, NY 10169 | Editorial Office/Redazione: UN Secretariat Building, International Press Corps S-301, New York, NY 10017 | 112 East 71, Street Suite 1A, New York, NY 10021

VNY Media La Voce di New York © 2016 / 2025
La testata fruisce dei contributi diretti editoria d.lgs. 70/2017

Main Office: 230 Park Avenue, 21floor, New York, NY 10169 | Editorial Office/Redazione: UN Secretariat Building, International Press Corps S-301, New York, NY 10017 | 112 East 71, Street Suite 1A, New York, NY 10021

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password?

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In
La Voce di New York
Gestisci Consenso
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale Always active
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici. L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.
Manage options Manage services Manage {vendor_count} vendors Read more about these purposes
Visualizza preferenze
{title} {title} {title}
La Voce di New York
Gestisci Consenso
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale Always active
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici. L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.
Manage options Manage services Manage {vendor_count} vendors Read more about these purposes
Visualizza preferenze
{title} {title} {title}
No Result
View All Result
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
    • Primo Piano
    • Politica
    • Economia
    • First Amendment
  • Arts
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
    • Cucina Italiana
  • Travel
    • Italia
  • Video
  • English
    • Arts
    • Business
    • Entertainment
    • Food & Wine
    • Letters
    • Lifestyles
    • Mediterranean
    • New York
    • News
  • Subscribe for only $6/Year

© 2016/2022 VNY Media La Voce di New York

Are you sure want to unlock this post?
Unlock left : 0
Are you sure want to cancel subscription?