All’Università per Stranieri di Siena si è appena concluso il Convegno Internazionale AATI 2015. L’American Association of Teachers of Italian (AATI, Associazione Americana degli insegnanti di Italiano) si riunisce annualmente per mettere a confronto metodologie di insegnamento e nuove ricerche in italianistica all’estero e in Italia. L’ultimo convegno si è tenuto nel Texas, USA, nel novembre 2014 nell’ambito della collaborazione con un'altra associazione professionale, ACTFL, l’American Council for the Teaching of Foreign Languages.
Quest’anno la sede del convegno è stata la città italiana di Siena che, per posizione geografica, è particolarmente favorevole all’insegnamento, inquanto immune da contaminazioni ambientali. Immersi nella realtà storica della lingua italiana, i docenti e gli studenti diventano protagonisti tra scenari incomparabili e stimoli unici per l’apprendimento dell’italiano. Ogni luogo della città sembra fatto apposta per suscitare l’interesse per la nostra lingua e cultura. Ne è una dimostrazione la frequenza di studenti iscritti ai corsi di italiano dell'Università per Stranieri della città. Professori e studenti sono attori globali immersi in una società ad alta concentrazione multiculturale in una città ricca di storia e di fascino. La convivenza attraverso la routine quotidiana fornisce stimoli interessanti allo sviluppo dell’apprendimento dell’italiano.
L’AATI è un’associazione professionale che ha tra le sue finalità la tutela, la promozione e la diffusione della lingua e cultura italiane nel mondo. I membri che compongono l’associazione sono oltre 1.500 e sono docenti delle università e delle scuole di ogni ordine e grado di tutto il mondo. L'associazione offre il suo contributo accademico all'insegnamento multidisciplinare di italianistica attraverso la ricerca, l'aggiornamento continuo e l'assistenza ad insegnanti e professori. L'AATI organizza incontri, seminari, convegni, concorsi, workshop ed esami nazionali anche attraverso la rivista trimestrale Italica che raccoglie e pubblica saggi e ricerche nei campi dell'italianistica, della didattica e, in particolare, della glottodidattica.

Il presidente dellÔÇÖAATI Salvatore Bancheri, il redatore della rivista “Italica” Michael Lettieri, l’editore della Soleil Publishing Anthony Mollica e Paul Colilli, Laurentian University (Canada)
Tra gli argomenti principali previsti per questo convegno, lo stato di salute della lingua italiana all’estero ha avuto una collocazione centrale nelle relazioni. I vari temi delle conferenze hanno infatti evidenziato una leggera inversione di tendenza nello studio delle lingue straniere ed in particolare l’italiano. Le statistiche confermano una sensibile diminuzione del numero di lauree conseguite. Il presidente dell’AATI, Salvatore Bancheri, ha incentrato il suo intervento proprio su queste tematiche. Ha spiegato che le lingue straniere sono importanti per l’acquisizione di una forma mentale capace di offrire delle basi solide per il futuro degli studenti. La padronanza della lingua permette di creare permeabilità in ambienti multiculturali come richiesto dalla globalizzazione in atto. Poi il discorso si sposta sul tema dei tagli amministrativi. Il presidente inoltre ha affermato che il vero problema sono i fondi che vengono sottratti progressivamente ai programmi di lingue straniere e nelle humanities in generale. “La sfida è proprio questa – ha detto Bancheri – sopperire alla mancanza di risorse e mettere a punto nuove strategie per cercare di aumentare gli iscritti al livello universitario.”
Ma quali sono queste nuove tecniche capaci di pianificare uno studio approfondito sulla lingua e cultura italiana? “Sviluppare l’accettazione delle diversità perché le lingue, varie e diverse fra di loro, favoriscono una forma mentis più aperta a livello universale – ha spiegato Alessandro Adorno, rappresentante per l’Italia e membro dell’Executive Council dell’AATI – Promuovere la lingua italiana all’estero potrebbe avere una ricaduta positiva per l’economia in generale. Gli studenti stranieri amano il nostro paese e di conseguenza ne apprendono la lingua. Apprezzano la cucina, l’arte e la cultura italiana e tutto questo stimola la crescita dei programmi all’estero.” Adorno ha offerto una sua libera interpretazione sulla mancanza di progetti di ricerca nel nostro Paese: “Dovremmo cercare di fare interagire l’economia italiana con i programmi accademici. Le aziende dovrebbero capire che investire nell’insegnamento della lingua italiana potrebbe rivelarsi una delle basi per la ripartenza dell’economia.” Da questo intervento possiamo dedurre che gli stessi insegnanti hanno un ruolo importante di promozione e di sostegno per lo sviluppo economico del Paese.
Quando parliamo dell’italiano all’estero non ci riferiamo soltanto al Nord America. I relatori e i partecipanti al convegno provengono da ogni parte del mondo, dal Sud America, dall’Australia e dall’Europa. Gli interventi dei relatori dell’Università di Melbourne ed una interessante sessione plenaria della scrittrice di origini africane Igiaba Scego hanno offerto spunti rilevanti sull’aspetto didattico universale della lingua. L’italiano dovrebbe fare parte di un progetto più ampio che coinvolga tutto il pianeta e non solo un’area geografica delimitata come gli Stati Uniti.

Vincenzo Marra, fondatore di ILICA, davanti a una scultura di cioccolato raffigurante Piazza del Campo, opera dellÔÇÖartista Alessandro Marrone
La lingua italiana non ha ancora la capacità di prendere il largo attraverso la sistematica diffusione dell’insegnamento. Sembra essere rimasta ancorata alle tradizioni culturali e filosofiche del secolo scorso. Tuttavia l'italiano è una lingua viva, capace di oltrepassare i principali luoghi comuni che la ingabbiano in una sorta di limbo temporale. “Occorre una spinta propulsiva, anche economica, capace di farla salpare definitivamente dal molo della staticità che preclude ogni sviluppo futuro” ci ha detto in una amichevole conversazione Vincenzo Marra, fondatore di ILICA (Italian Language Inter-Cultural Alliance), intervenuto al convegno di Siena come patrocinante del congresso. Marra ci ha spiegato inoltre che la mancanza di interesse per le lingue straniere genera di conseguenza il relativo taglio delle risorse amministrative.
I cinque giorni del convegno con circa 400 relatori e partecipanti, 119 sessioni e workshop riflettono un livello di grande impegno sulla promozione e diffusione della lingua e cultura italiana dei docenti, ricercatori e studiosi internazionali. L’AATI continua a raccogliere la sfida e rilancia ai prossimi congressi le tematiche già ampiamente sviluppate in questo convegno di Siena come nei precedenti incontri. Il futuro della lingua italiana è fatto di sfide che richiedono uno sforzo continuo da parte dei docenti e delle associazioni internazionali d’italianistica. La condizione non proprio florida della lingua italiana all’estero impone l’impegno comune nel cercare sempre nuove strategie al fine di stimolare gli studenti a proseguire gli studi oltre ad una conoscenza linguistica elementare, intraprendere un percorso di specializzazione dell’italiano e non fermarsi ai primi livelli di competenza. San Diego in California a novembre e Napoli in Italia nell'estate del 2016 saranno le prossime tappe di questa continua e inesauribile condivisione della ricerca e dei progetti didattici da parte dei docenti di tutto il mondo.
*Enza Antenos è professoressa d'italiano alla Montclair State University a Montclair, NJ e si occupa di glottodidattica, tecnologia e la formazione di docenti nel NJ. E' anche segretaria e tesoriera dell'AATI.