Quando il cardinale argentino Jorge Bergoglio è stato nominato Papa e ha deciso di adottare, per la prima volta nella storia millenaria della Chiesa cattolica il nome di Francesco, ha inaugurato il suo pontificato con un gesto di alto profilo. Come è noto infatti, il nome che un Papa decide di assumere per la più alta carica del Cristianesimo cattolico rappresenta anche un segnale sulla direzione spirituale, teologica e politica verso la quale presumibilmente intende orientare la Chiesa romana. Ora sappiamo come Papa Francesco sia arrivato a questa decisione.

Da sinistra Flavia De Sanctis; monsignor Bernardito Auza; il console Quintavalle; padre Enzo Fortunato; Stephen Acunto
L'aneddoto é stato raccontato da Bernardito Auza, Nunzio Apostolico Vaticano alle Nazioni Unite nel corso della presentazione di giovedì al Consolato Generale d'Italia della imminente mostra dei manoscritti francescani in programma a New York dal 17 al 28 novembre al Palazzo di Vetro dell'ONU e dal 2 dicembre 2014 al 14 gennaio 2015 al Brooklyn Borough Hall.
Secondo Monsignor Auza, durante il Conclave del 2013, quando ormai l'elezione di Jorge Bergoglio appariva quasi certa, Claudio Hummes, uno dei cinque cardinali brasiliani presenti, si rivolse al futuro papa sussurrandogli di "non dimenticare i poveri". E, a quanto pare, proprio sulla base di questa esortazione, una volta eletto, Bergoglio decise di assumere il nome di Francesco, simbolo di una Chiesa umile e proiettata spiritualmente verso la tutela dei più deboli.
Finora l'operato di Papa Francesco sembra aver tenuto fede alle attese preannunciate dal nome e la mostra newyorchese dei manoscritti francescani, che lasciano per la prima volta la Biblioteca del Sacro Convento di Assisi per approdare in America, sembra essere allo stesso tempo una conferma della linea dottrinale adottata da questo papa e un adeguato preludio alla visita americana che il pontefice ha in programma nel 2015. L'arrivo di Bergoglio in America nel corso dell'anno che sta per iniziare, é stata confermata da Padre Enzo Fortunato, direttore della Sala Stampa del Sacro Convento di Assisi, il quale ha anche dichiarato che la data della visita papale sarebbe stata già fissata ma che, per motivi di sicurezza, non può essere ancora divulgata.

Papa Francesco con il Segretario Generale dell’ONU Ban Ki-moon in occasione della visita in Vaticano del 9 maggio 2014 (Foto ONU/Eskinder Debebe)
Similmente, anche alle Nazioni Unite, subito dopo il briefing giornaliero con la stampa, Farhan Haq, vice-portavoce del Segretario Generale, ha confermato la visita in programma per il 2015 ma senza rivelarne la data precisa. Sembra probabile, tuttavia, che la visita avverà nel corso dell'autunno.
In attesa di Papa Francesco, gli americani e gli italiani in America possono godersi nel frattempo, la mostra ispirata all'illustre predecessore intitolata Friar Francis: Traces, Words and Images (Frate Francesco: tracce, parole, immagini) e composta da diciannove pezzi provenienti dal Fondo Antico della Biblioteca del Sacro Convento.
Questa selezione di inestimabili manoscritti del XIII e XIV secolo, comprende anche il famoso Codice 338, una raccolta dei primi testi relativi alla figura storica di San Francesco e dell'ordine dei Frati Minori da lui fondato. Il Codice 338 contiene anche il Cantico delle Creature, l'inno alla perfezione del creato che è il più antico testo poetico in volgare italiano e costituisce uno dei punti di partenza della letteratura italiana.
In concomitanza con l'evento all'ONU inoltre, la Casa Italiana Zerilli Marimó della New York University, ha organizzato, sempre per lunedì 17 novembre alle 13 una conferenza alla quale parteciperanno alcune delle stesse personalità presenti al Consolato in aggiunta al sindaco di Assisi e ad altri studiosi del movimento francescano.
Secondo gli ospiti intervenuti alla presentazione di giovedì e introdotti dal console generale Natalia Quintavalle, l'America in generale e le Nazioni Unite in particolare rappresentano due destinazioni appropriate per la mostra e per il messaggio insito nella spirtualità francescana.
Padre Enzo Fortunato infatti ha ricordato come San Francesco, in vita, si fosse rivolto ai "reggitori di popoli" per trasmettere il suo messaggio di pace "primo vero ambasciatore non di uno stato ma di una visione del mondo".
Monsignor Bernardito Auza e Stephen Acunto, presidente della Italian Academy Foundation, hanno messo in evidenza l'attualità del messaggio francescano, soprattutto di quei suoi tre cardini principali: i poveri, la pace e l'ambiente, tre argomenti che, secondo gli intervenuti, saranno al centro dei dibattiti politici dei prossimi anni dei quali, proprio un'istituzione come l'ONU, si farà presumibilmente portavoce.
Flavia De Sanctis, presidente della Assocazione Antiqua per la valorizzazione e promozione del patrimonio storico e archeologico della regione Abruzzo, ha inoltre messo in evidenza come la mostra in se stessa, coerentemente con lo spirito francescano, sarà caratterizzata da un allestimento semplice ed essenziale utilizzando addirittura legno e materiali riciclati.
Mentre con questa mostra San Francesco "approda" per la prima volta in America, l'interesse degli americani per la storia del santo poverello non è affatto nuovo. Secondo il Sacro Convento di Assisi, infatti, ogni anno circa sei milioni di turisti e pellegrini si recano a visitare la basilica dedicata al Santo e, di questi sei milioni, quasi il 40% è costituito da americani, a testimonianza dell'attualità del messaggio francescano su questa sponda dell'Atlantico.
Sotto ecco una introduzione di Dario Fo al Cantico delle Creature di Francesco di Assisi
https://youtube.com/watch?v=SuwgB5P11cU