Tre attori in scena. Figure e ombre di una tragedia. Musiche di oggi e di ieri. Voci lontane che echeggiano sui personaggi. Questo il Macbeth ora in scena a New York grazie al teatro delle Ombre, la compagnia diretta da Daniele Scattina, ospite del Midtwon International Theater Festival. Daniele è un attore e regista interessato a studiare e riadattare Shakespeare. Clan Macbeth, questo il titolo della versione di Scattina, è interpretato da Marzia tedeschi (Lady Macbeth), Romeo Cirelli (il Joker) e Daniele Scattina (Macbeth). Solo tre personaggi, appunto, che riescono a comunicare il senso profondo di questa tragedia con parole e con visioni che cambiano durante lo spettacolo.
“Lo spettacolo è nato nel 2000 — ci dice Scattina — ed era dedicato all’animalità di Macbeth. Allora c’erano tutti i personaggi. Nel 2005 arriva l’invito dal festival dell’Havana. Riprendendo lo spettacolo per Cuba, ho voluto ridurre il cast, inventando un personaggio che li racchiudesse tutti e si divertisse con questa tragedia. Così è nato il secondo movimento di Macbeth che vedrà la conclusione fra un anno con Sir e lady Macbeth, solo due personaggi in scena”.
Lo spettacolo offre allo spettatore una serie di visioni fatte di luci, di colori, di musiche e di pochi oggetti fondamentali. “Nel tempo, Clan Macbeth è diventato sempre più visionario. In realtà, l’ho concepito proprio per un pubblico che non dovesse capire la lingua, mi piaceva far capire la mia visione di Macbeth attraverso le immagini: il potere che effettivamente detta delle regole, che imprigiona. Chi ha il potere arriva al vertice, ma non è più libero, deve fare compromessi sempre grandi, l’uomo in quanto tale si annulla.“
In effetti, uno degli aspetti più interessanti è proprio vedere Macbeth che regola l’azione lasciando sola, nella sua follia, Lady Macbeth. Di solito, nelle messe in scene più o meno tradizionali, è lei che prende le redini della tragedia, Macbeth appare un debole in mano ad una folle assetata di potere. Nella versione di Scattina, Macbeth è il vero diabolico padrone che non teme di sacrificare la propria donna per il potere estremo.
“Sono due follie differenti, quelle della Lady e quella di Macbeth. Lady Macbeth nella sua follia regredisce verso l’infanzia, diventa una bambina che fa la prima comunione. Lady Macbeth ama profondamente Macbeth. Lui parte innamorato di lei, ma viene accecato dal potere. Io credo che Macbeth sintetizzi le figure di potere come Hitler e Stalin, personaggi che avevano paura della propria ombra e che però esercitavano un enorme fascino e che fecero qualunque cosa pur di arrivare al potere”.
Ci sono momenti molto forti nello spettacolo e sono tutti portati dal Joker, una figura che ricorda quella del film Batman e che sembra racchiudere l’anima della tragedia. “Mi sono ispirato a una immagine collettiva come quella del Joker di Batman, perché mi piaceva dare immediatamente un segno. Il mio Joker è quello che prende in giro l’opera, e’ colui che non viene toccato dall’opera e nel momento in cui viene toccato si spoglia della sua maschera. Ed è quello che compie atti tribali, che simboleggiano la forma più antica di sopravvivenza umana”.
L’appuntamento con questa versione nuova e affascinante di Macbeth è al Dorothy Strelsin Theatre at the Abingdon Theatre Company (312 West 36th Street, 1st Floor – Between 8th and 9th Avenues) il primo agosto alle 6pm, il 2 agosto alle 8pm e il 3 agosto alle 8:30pm. Per informazioni e biglietti, consultare il sito del Midtwon International theater festival.