Oggigiorno si sente sempre più spesso parlare del cosiddetto Made in Italy che racchiude un po’ tutto, dall’arte alla cucina, passando per la moda e le automobili ma una cosa bisogna assolutamente includervi: gli italiani stessi. Ebbene si, proprio come celebra l’iscrizione visibile sulle quattro facciate del Palazzo della Civiltà Italiana che si erige nel quartiere EUR di Roma e che riporta queste parole piene di orgoglio: un popolo di poeti di artisti di eroi di santi di pensatori di scienziati di navigatori di trasmigratori. Sono tanti gli italiani, figli di italiani o addirittura nipoti che sono stati capaci di mostrare e rappresentare in diversi settori e in giro per il mondo la nostra genialità e le nostre capacità e virtù, sempre ammirate da tutti. Tra questi vorremmo proprio aggiungere Fiorello Enrico La Guardia, chiamato amichevolmente “ the little flower” sia per il suo nome che per la sua statura.
E c’è stato qualcun che, come un talent scout, ha colto subito le doti e le virtù che il famoso sindaco di New York incarnava. Si tratta di Lucio D’Ubaldo, presidente della fondazione Italia-USA che, per iniziativa personale, al di fuori dell’associazione che rappresenta, ha avuto l’idea di celebrare gli ottant’anni dall’inizio del mandato (gennaio 1934 – dicembre 1945) di LaGuardia in qualità di sindaco della Big Apple, indicendo un concorso per reperire progetti legati alla realizzazione di una statua da porre possibilmente tra Via Veneto, dove tra l’altro ha sede l’Ambasciata degli Stati Uniti d’America, e l’imbocco di Villa Borghese proprio nelle vicinanze della strada che già porta il nome del celebre primo cittadino di New York. Il concorso è aperto a scultori, pittori e disegnatori e il progetto più adatto verrà premiato da un’apposita giuria e poi utilizzato, d’accordo con il Comune di Roma, per la realizzazione della scultura e della sua collocazione.
La statua rappresenta un omaggio alla figura di La Guardia che ha contribuito considerevolmente nel rafforzare le relazioni tra gli USA e l’Italia soprattutto durante i duri anni della ricostruzione post-bellica. Ma approfondiamo meglio la figura di Fiorello La Guardia, cercando di far emergere notizie che non tutti conoscono.
Fiorello Enrico La Guardia è nato a New York l’11 dicembre 1882 da padre immigrato italiano originario di Cerignola (FG), capo della banda musicale dell’esercito degli USA e da madre ebrea italiana originaria di Trieste. Il 1898 fu un anno fondamentale per Fiorello perchè si trasferì con la sua famiglia a Trieste nell’allora Impero Austro-Ungarico, lavorando presso vari consolati statunitensi. Quando tornò a New York nel 1906, La Guardia parlava fluentemente sette lingue: inglese, italiano, ungherese, francese, tedesco, ebraico e yiddish. Le sue doti linguistiche lo portano a lavorare nella Grande Mela come interprete per il servizio immigrazione di Ellis Island. Conseguì una laurea in legge alla New York University e successivamente esercitò la professione di avvocato e procuratore, avendo anche esperienze sotto le armi e diventando il primo italo-americano a essere eletto al Congresso degli Stati Uniti nel 1916.
Nel 1933 fu eletto sindaco da una coalizione del Partito Repubblicano e del Partito Americano del Lavoro ammettendo di aver aderito a tale partito solo perché quello Democratico era particolarmente corrotto essendo affiancato dalla Tammany Hall. Quest’ultima era una organizzazione che forniva diverse forme di assistenza e dominò la politica di allora, gestendo in modo clientelare l’assegnazione delle cariche pubbliche facilitando l’ottenimento della cittadinanza agli immigrati, soprattutto irlandesi, in cambio di voti. Un aneddoto narra che quando fu eletto sindaco, si fermò sulla scala d’ingresso del Palazzo Comunale poiché inseguito e accerchiato dai giornalisti che cercavano qualche dichiarazione del neo eletto. Alla fine Fiorello cedette e in stretto italiano esclamò loro: “è finita la cuccagna!” rivolgendosi alla corrotta Tammany Hall per l’appunto, in pochi capirono ad eccezione di un fotografo di origine italiana che cercò di tradurre l’esclamazione in inglese. Nel corso dei suoi tre mandati consecutivi si impegnò anima e corpo nello smantellare la criminalità e la corruzione a New York, promuovendo la ripresa economica attraverso i lavori pubblici, la politica sociale e incrementando i servizi pubblici. Figura molto simile – per aver anch’egli utilizzato la famigerata “Tolleranza Zero” contro la criminalità e l’illegalità – è quella dell’italo-americano Rudolph Giuliani il celebre Procuratore di Ferro e successivamente dal 1994 al 2011 sindaco di New York, il quale in svariate occasioni affermò che il suo modello fosse proprio Fiorello La Guardia.
Nel 1946, il Presidente Truman, nominò Firello La Guardia, Direttore dell’UNRRA (United Nations Relief and Rehabilitation Administration) ovvero l’organismo delle Nazioni Unite che aiutò i paesi europei a riprendersi dalla devastazione della seconda Guerra Mondiale. Fiorello morì di cancro il 20 settembre del 1947 ma riuscì a vedere operativo l’aeroporto (1 giugno 1947), a lui dedicato per l’importanza rivestita nella sua città nel corso della sua brillante carriera. Infine per coloro che cercassero una lettura coinvolgente e ricca di aneddoti e curiosità si suggerisce: Fiorello La Guardia. Un imperatore a New York di Paul H. Jefferson, Gaffi editore.
Sicuramente la costruzione di una statua in suo onore e la sua collocazione qui a Roma non può che costituire un degno omaggio ad una persona che ha rappresentato e rappresenterà un orgoglio per il popolo italiano e un legame stretto con quello statunitense.