Nel magnifico teatro Radio City Music Hall, ben noto per le sue Rockettes (50th Street & Avenue of the Americas), c’è ora il Cirque du Soleil, circo che offre uno spettacolo stupendo: “Zarkana”. L’impresario G. Laliberté ha chiesto a Francois Garou di scrivere e dirigere questa elegante versione di un amore fra Zark (Garou) e Lia (Cassopee). Prevalgono colori, azioni, tecnologia anni Duemila. Gli attori-atleti sfidano le leggi della gravità (nella foto) e ci tengono col fiato sospeso. Si teme possano cadere. Prevalgono le canzoni di Celine Dion e le nuove, molte, scritte da Nick Littlemore. Brillanti costumi circondati da serpenti e fiamme. Azione ininterrotta. Attori canadesi ed europei (dall’Est, dove li allenano meravigliosamente). Appaiono sullo sfondo figure spettrali e ci sorprendono anche con un uomo sparato dal cannone. Portate l’intera famiglia. Esperienza indimenticabile per i più giovani. Chi vuole invece godersi bei dialoghi e drammi dalla struttura perfetta deve vedere i classici “The Best Man”, “Porgy and Bess” e “Death of a Salesman”, scritti da maestri che ci insegnano moltissimo.
Aggiungo un dramma (scritto da un giovane) che ho visto tre volte cercando di scoprire le sfumature di un finale che non mi aspettavo. Si tratta di “Other Desert Cities” di Jon Robin Baitz (Booth Th., 222 West 45th Street). Bella scena disegnata da John Lee Beatty. Una ricca famiglia dove i genitori sono solidamente repubblicani, egoisti, arroganti. Due attori magnifici. Polly (Stockard Channing) e Lyman (Stacy Keach). Vive con loro, li sopporta e non condivide le loro idee la simpatica Judith (Silda Grauman).
Arrivano i due figli. Sono ribelli e vengono rivelate crudeli verità. L’altro figlio era un ribelle; è stato arrestato; è ora fuggito e i genitori non ne vogliono parlare. Ma la figlia (Rachel Griffith), una scrittrice tormentata, che tanto amava il fratello, ha scritto un libro dove rivela i segreti e gli egoismi dei genitori. Bella sorpresa finale. I genitori non sono mostri. Stanno aiutando segretamente il fuggiasco. Tutti perfetti. Specialmente le tre attrici. Altre attrici eccellenti in teatrini off-off. Festival latino. Abbiamo visto al teatro-hotel Gershwin (7 East 27th Street) “Muerte sùbita” della messicana Sabina Berman. Il giovane Andres (Rodrigo Cuevas) sta facendo sesso con la bella Gloria (la convincente, sexy Ana Grosse). Lui s’interrompe ad un certo momento perché ha idee da mettere nel romanzo che sta scrivendo. Gloria gli dice chiaramente che è insoddisfatta. Arriva il solito aggressivo maschio che cambierà le carte in tavola. E’ stato in galera per cinque anni. Bacia e seduce il poetico Andres. Violenta più tardi anche Gloria che ha cercato inutilmente di difendersi. Il bruto trionfa, tortrando col coltello Andres. Il bruto (Alfredo Huereca) distrugge una coppia più o meno felice. Due belle donne ci fanno sperare in una buona commedia al teatro Rattlestick (224 Waverly Place). “3C” di David Adjmi. Connie (Anna Chlumsky) è bionda e vivace e racconta dei tanti uomini che ha avuto. Lina (Hanna Cabell) è meno bella ed elegante e sembra, secondo lei e altri, una possibile lesbica. Ama invece gli uomini e vorrebbe essere carezzata. Una incredibile, volgarissima carezza le vien fatta dal rozzo padrone di casa (Bill Buell). Appare improvvisamente dalla cucina un uomo nudo (Jake Silberman). Momento di terrore e poi s’innamorano di lui. Lo invitano a vivere con loro. Non c’è però vera attrazione e durante la commedia parlano molto di sesso ma non lo fanno mai. Arriva pure l’amico dell’uomo nudo. Si chiama Terry (Eddie Cahill); si comporta da gay e palpeggia Brad che alla fine piange e confessa di amarlo. La padrona di casa (Kate Buddeke) è un’isterica che non pretende l’affitto ma si lamenta di medicine non prese. Tutti, improvvisamente, ballano. Decine di mosse. Comportamento sorprendente, illogico. Gli attori sono generalmente cortesi e pazienti. Son sicuro che in questo caso devono aver chiesto al regista Jackson Gray: “Perché devo fare questa strana azione?” Frenesia, energia, mancanza di logica. Alla fine esplodono tutti in risate clamorose. Ci sorridono. Fine della commedia.