Dopo tre anni di successo nel palcoscenico italiano, l’adattamento teatrale di Gomorra, di Roberto Saviano e Mario Gelardi, meritava di essere tradotto in inglese e reso disponibile anche al pubblico nordamericano, che rimane ancora ignorante su tutto ciò che riguarda il vero mondo della mafia. Per tanti americani, ancora, la mafia continua ad essere uno stereotipo degli italiani, visti come mafiosi dai mass media.
Una produzione Kairos Italy Theater per la regia di Laura Caparrotti, abbiamo assistito il 13 giugno al The Flea Theater di New York alla lettura di questo adattamento, ed è stata veramente una esperienza sconvolgente. Tradotta da Caparrotti con la collaborazione di Dave Johnson e Rocco Sisto, questa traduzione ha superato le aspettative di tanti, riuscendo non solo a rappresentare i punti più importanti del testo originale, ma ad attrarre l’attenzione e la curiosità del pubblico newyorchese.
Chi scrive è ancora in stato di shock per la storia e l’interpretazione vista. Tutto il cast ha fatto uno stupendo lavoro, tanto che a certo punto tutto sembrava sparire, non esistevano più le sedie, il pubblico e la scena; una sospensione d’incredulità che ha trasportato tutti nella scena, non si era più a teatro, ma ciò che vedevano i personaggi lo vedevo anch’io.
Abbiamo assistito ad una performance eccezionale di un lavoro ancora in fase di allestimento, ma la regista Laura Caraparrotti, nel concederci di assistere allo spetacolo, ha chiesto ai giornalisti di non descrivere nel dettaglio ancora le scene viste. Insomma, questa non può essere ancora una recensione, ma soltanto una testimonianza su uno spettacolo che, una volta completato, siamo sicuri farà scalpore in America.
Lo spettacolo è stato chiuso con una discussione sulla criminalità organizzata, sulla Camorra e della mafia siciliana, e sulla vita di Saviano dopo la pubblicazione di Gomorra.
Nel suo libro, Saviano cerca dimostrare la realtà della criminalità in Italia, presentando vari aspetti delle attività delle gang in Campania. Quello che alcuni ignorano è che è stato lui stesso a introdursi in quell’ambiente, e a scrivere poi una storia dal punto di vista di chi ci vive dentro.
Ma come gli hanno permesso i camorristi di scrivere questo libro? "A loro piace la notorietà," afferma George De Stefano, autore di "An Offer We Can’t Refuse: the Mafia in the Mind of America". Laura Caparrotti ha quindi aggiunto: "Loro vogliono essere riconosciuti; è per loro un modo d’essere apprezzati, ma non vogliono che i loro affari siano scoperti."
Secondo Caparrotti, il problema non sta nel fatto che Saviano abbia scritto il libro; il problema, semmai, è che la storia abbia avuto poi così tanto successo, vendendo milioni di copie.
Come risultato, Saviano ha ricevuto varie minacce di morte, che lo hanno obbligato a vivere sotto perenne scortsa. "Saviano si è condannato lui stesso a vivere in quel modo" afferma Dave Johnson. Ciò nondimeno, dice Caparrotti, in un’intervista che lei gli fece a New York qualche anno fa proprio per Oggi7, Saviano le confessò che se lui avesse saputo che avrebbe poi vissuto in quel modo, non avrebbe mai scritto il libro.
Le statistiche davvero impauriscono. Circa il 15% dell’economica mondiale è in affari con la mafia! Si teme che in un futuro non troppo lontano, saranno le organizzazioni criminali a sostituirsi alle banche e a decidere chi potrà ricevere finanziamenti.
"Questo è un problema nazionale. Quello che succede in Campania succede ormai anche nell’Emilia-Romagna, etc. Non è solo un problema del sud" dichiara George De Stefano, che assicura che il problema è diventato ormai anche un fenomeno globale. Secondo lo scrittore, l’unica ragione per la quale appare ancora solo come un problema italiano, è per il potere del mass media, che continua a rappresentare gli italiani come gli unici appartenenti alla mafia.
Curiosamente, attesta Caparrotti, anche se il problema non è stato ingrandito dopo la pubblicazione di Gomorra, ci sono stati alcuni membri dell’attuale governo italiano che hanno sostenuto che il problema è diventato ancora più serio dopo il libro di Saviano…
Saviano ha aperto invece un prezioso dibattito dato che è stato il primo a raccontare storie vere di camorra e mafia in prima persona. Mentre molti si chiedono perché Saviano abbia scritto il libro, Caparrotti ha chiuso la discussione affermando: "Non è importante tanto il perché, ma che lo abbia fatto e che abbia fatto discutere per le verità che ha scritto e che altri non avevano mai studiato."