Un cappello in feltro nero morbido a tesa, un fedora appartenuto a Michael Jackson: va all’asta a Parigi, fra 200 cimeli rock che il 26 settembre saranno battuti all’Hotel Drouot della capitale francese, prezzo stimato fra 60 e 100mila euro. “È un pezzo importante che simboleggia l’emancipazione di Jackson dai Jackson Five e fu anche la prima volta che fece la sua famosa moonwalk, il suo iconico passo di danza” spiega Arthur Perault, direttore della galleria Artpéges che organizza l’asta con la casa Lemon Auction, gli stessi che l’anno scorso vendettero a 385mila euro la chitarra fracassata da Noel Gallagher, la sera in cui gli Oasis si separarono.
Ma questo cimelio fa la storia del pop. Era il 25 marzo 1983 quando Michael Jackson cantando “Billie Jean” in concerto effettuò il suo primo moonwalk su scena, gettando il cappello a terra.
“Un tipo, tale Adam Kelly, lo raccattò pensando che lo staff sarebbe venuto a recuperarlo e invece no” spiega il direttore della galleria Artpéges, Arthur Perault. “Lo ha tenuto parecchi anni prima di cederlo a un collezionista americano. Poi è arrivato in una collezione europea e adesso è qui a Parigi”.
Al di là del valore, il fedora – certificato da lettere e dall’etichetta made for Michael Jackson sulla banda interna di cuoio – è un vero pezzo di memoria. Quel concerto fu trasmesso dalla NBC il 16 maggio 1983, e si trova su YouTube: basta digitare “Michael Jackson first moonwalk” ed eccolo, giovane e bellissimo, completamente magnetico sulla prime note della canzone che sfondò le classifiche.
Fra gli altri pezzi in vendita nell’asta c’è uno strumento che dovrebbe raccogliere anche di più in termini finanziaria: è una chitarra del bluesman T-Bone Walker (1910-1975), ispiratore di gente come Chuck Berry, B.B. King, Jimi Hendrix, Erica Clapton; una sei corde prodotta solo in 22 esemplari nel 1949, valutata fra 100mila e 150mila euro. Il prezzo supera quello del cappello perché il mercato delle chitarre vintage ha preso quota, spiega Perault, e quello dei cimeli di Michael Jackson è invece in ribasso per colpa della vendita di falsi – e delle accuse di pedofilia che l’artista in vita smentì sempre, e per cui non fu mai condannato; accuse che però riemergono periodicamente in varie forme, anche in documentari.
Michael Jackson morì per overdose di farmaci nel 2009, a 50 anni; il suo medico Conrad Murray è stato condannato a quattro anni di carcere per omicidio involontario, per avergli iniettato un anestetico chirurgico, il propofol, che usava regolarmente per farlo dormire; una sorta di coma indotto per placare l’insonnia. Anima tormentata, travolta da un’infanzia da prodigio assieme ai fratelli sotto il pugno violento del padre Joe Jackson, poi dal successo incommensurabile da solista, Jackson morì nella sua residenza di Hombly Hills a Los Angeles. Quattro anni prima aveva abbandonato la sua tenuta di Neverland, dove sarebbero stati commesse le molestie di cui fu accusato, e che è stata comprata – molto dopo la sua morte – per 22 milioni di dollari dal suo ex socio Ron Burkle, che le case le colleziona.
Questa insomma è una storia di collezionisti. La settimana scorsa l’asta dei cimeli appartenuti a Freddie Mercury, il frontman del Queen, ha ottenuto qualcosa come 46,5 milioni di dollari secondo Sotheby’s. Due milioni di dollari sono stati necessari per comprarsi il quarto di coda su cui Mercury compose quasi tutte le sue canzoni. I compratori venivano da 76 paesi: Europa, America del Nord, America del Sud.
Anche per il cappello di Michael Jackson si attende una clientela internazionale; secondo Perault è “un mercato sempre più maturo, certi oggetti sono paragonati a dei quadri di Picasso, per esempio la celebre Hofner”, il basso scomparso 54 anni fa su cui suonava Paul McCartney.
In vendita a Parigi anche un pannello del muro del Bus Palladium, celebre club parigino (aperto nel 1965, chiuso nel 2022) con le firme fra gli altri di Carl Barât, Pete Doherty (The Libertines), Jean-Benoît Dunckel (Air), The Dandy Warhols, Beth Ditto (Gossip), Shaka Ponk.