
“Per me l’Italia è l’unico posto al mondo dove si può seminare la pace; specialmente nelle piccole città dove ancora prospera l’italianità”.
Karen Lauria Saillant ha un rapporto speciale e profondo con l’Italia, e non solo grazie al suo forte legame con l’opera lirica. Karen, nata a Philadelphia, è la fondatrice, la direttrice e il nume tutelare dell’International Opera Theater di Philadelphia, che dal 2003 si è posto un obiettivo ambizioso: unire la tradizione dell’Opera allo spirito innovativo dell’America contemporanea. Il risultato è un affascinante laboratorio artistico, l’International Staged Opera Live, che ogni anno dal 2004 presenta in anteprima mondiale un’opera lirica – tradizionale o originale – a Città della Pieve, vicino al lago Trasimeno nel cuore dell’Umbria.
Quest’anno sarebbe stata la diciassettesima edizione del festival, ma la pandemia ha sconvolto tutti i programmi. “Con il mondo intero in quarantena – dice Karen dalla sua casa di Philadelphia – anche solo immaginare una serie di prove è diventato impensabile. Ero davvero disperata: Città della Pieve e questo festival rappresentano moltissimo per me. Ma è proprio vero quando si dice ‘non è finita finché non è finita’: è stato trovato un modo, e anche se non è proprio lo stesso comunque significa che siamo ancora qui, e che torneremo. E questo è il messaggio che più conta per me”.
Quest’anno è il cinquecentesimo anniversario della morte di Raffaello, e la compagnia aveva già pensato di produrre un’opera celebrativa del Maestro di Urbino: al suo posto, invece, dal 10 settembre fino alla fine del mese Città della Pieve ospiterà “Immagini d’Opera itineranti 2020”.
Per questa edizione speciale niente spettacoli all’Accademia degli Avvaloranti, il piccolo teatro bomboniera nel cuore di Città della Pieve. Ma l’intera città si trasforma in un palcoscenico a cielo aperto, con proiezioni, mostre fotografiche e perfino le vetrine dei negozi del centro allestite a tema, ognuna con foto e poster delle Opere che l’International Staged Opera Live ha messo in scena in questi sedici anni.
“Ogni foto ha un codice QR che si può scannerizzare per ascoltare alcune arie tratte dall’Opera rappresentata nell’immagine”, aggiunge Karen, molto grata al Comune di Città della Pieve per aver allestito questa prosecuzione ideale del suo festival.
L’edizione speciale è stata resa possibile grazie allo sforzo delle persone che da sempre assistono Karen durante il suo lavoro a Città della Pieve: su tutti Ornella Tiberi, fotografa ufficiale di scena, e Diego Parbuono, il filmaker che ha girato “Fantasia e Realtà” in omaggio all’International Staged Opera Live (per i dettagli della manifestazione si può andare su internationaloperatheater.org e cittadellapieve.org).
“Al di là dell’importanza artistica, quello che amo di questa manifestazione è la sua capacità di mettere insieme persone da tutto il mondo per celebrare la vita e la creatività, non solo la musica”. Durante questi sedici anni, l’International Staged Opera Live Festival ha riunito artisti in arrivo da più di 75 Paesi diversi. “E non mi riferisco solo ad artisti di professione. In undici delle nostre sedici produzioni, siamo riusciti a far partire dagli Stati Uniti oltre 70 bambini perché potessero cantare l’Opera in Italia. E sapete cosa? Qualcuno di loro non si era mai esibito prima, e nessuno aveva mai studiato italiano… per me questa è un’altra piccola grande magia compiuta dall’Opera”.

Musicista, soprano, librettista, insegnante di canto ed educatrice della voce, regista teatrale: le molte e diverse doti artistiche di Karen non dicono della sua vita personale, a volte molto difficile ma sempre illuminata dalla sua forza d’animo e dal suo profondo amore per la bellezza. Figlia adottiva, ha conosciuto la madre biologica quando aveva 13 anni, scoprendo in quell’occasione di avere origini italiane: “Quello è stato il primo segno del mio profondo legame con l’Italia. Ora sono molto fiera di essere italiana, ma da ragazzina non era così semplice: ci chiamavano ‘greaseballs’ (palle di unto, ndr) dove vivevo…”.

Forse è proprio grazie alle sue origini italiane che Karen ha dedicato la sua vita alla musica e all’Opera: nel 1976 è stata la prima americana a rappresentare gli Stati Uniti nella International Opera Competition a Sofia in Bulgaria. Ha anche cantato e studiato in Italia: “Mi sono esibita a Fiesole, sulle colline sopra Firenze, al Teatro del Giglio a Lucca e al Teatro dei Differenti nella vicina Barga. Ho studiato intavolatura antica (una forma di musica barocca, ndr) all’Accademia Chigiana e Italiano all’Università di Siena”.

Di ritorno a Philadelphia, ha aperto insieme al marito The Fire, live music-bar storico della città, un posto leggendario per gli appassionati di musica dal vivo. E intanto ha tirato su due figli e continuato a cantare. Finché la vita non ha preso una svolta tragica: “Mio marito stava cercando di proteggere me e mio figlio da un’aggressione violenta, quando è stato colpito. E’ sopravvissuto, ma è rimasto in coma vegetativo per un anno e mezzo. Dopo che se n’è andato, sentivo che dovevo tornare in Italia per curare le mie ferite. Pensavo che sarei andata a Firenze, ma un’amica mi ha invitata a Città della Pieve. E dal 2002 quella è la mia seconda casa”.