Vale la pena ogni tanto soffermarsi e riascoltare vinili che oltre alla buona musica e all’ottima produzione, sono stati in qualche modo profetici riguardo certi aspetti della società che anticipavano abitudini e costume fino ai giorni nostri e non solo.
Uno di questi è senza dubbio l’album “True Stories” della storica band americana Talking Heads che per un ventennio dagli anni 70 ai 90 ha saputo interpretare e dar voce agli umori, paure, idiosincrasie e modi di vivere degli americani di ogni classe sociale e in ogni minima sfaccettatura.
Il leader di questa eccentrica e storica band, David Byrne, ha composto praticamente il 98% della discografia della band e ha saputo rimescolare in modo originale e unico il genere pop rock aggiungendo quel tocco di avanguardia ancora oggi fonte di ispirazione di band in tutto il mondo.
L’album True Stories esce a fine estate del 1986 e regge il peso d’essere, con estrema disinvoltura, anche una colonna sonora di un film dallo stesso titolo, interpretato dall’attore John Goodman in ottima forma e dai membri della band in sporadiche apparizioni mentre David Byrne stesso ne è regista e protagonista.
Dieci tracce per 10 “storie vere” in perfetta combinazione con il film dove si incrociano destini e vite di abitanti della città Virgil dello Stato del Texas. Una cittadina, una comunità come ce ne sono decine e decine sparse a macchia d’olio negli spazi immensi lontane dalle enormi metropoli.
Ed è proprio in questa città nel corso delle celebrazioni del 150esimo anniversario, le “Teste Parlanti” suonano e cantano gli eccessi, le insensibilità e la bonaria dolcezza nascosta nelle nuove forme di aggregazione di cuori solitari di persone che rincorrono il sogno di trovare l’anima gemella per scongiurare il grigiore triste di una vita solitaria.
Suonano e interpretano le serate nei locali seduti ai tavoli con il piacevole sapore di un drink alcolico, una la luce soffusa al punto giusto e un palco dove il karaoke rappresenta l’espediente ideale in grado di garantire qualche minuto di protagonismo a chiunque volesse esibire le proprie capacità canore in un tripudio fatto di gratificazione e innalzamento della propria autostima.
“…Non è così che ti piace? Ho da vivere una vita selvaggia…” (da “Wild wild Life”)
Tutto questo suonato e descritto durante l’avvento degli enormi centri commerciali costruiti fuori dalle città; nuovi e imponenti baluardi della commercializzazione di qualsiasi fabbisogno utile o inutile dove le persone trascorrono intere giornate assistendo a sfilate di moda e a tutte quelle attrazioni organizzate all’interno di questi centri; un vero e proprio Luna Park per ogni età; una esplosione incontrollata di un capitalismo fatto di eccessi dove il consumismo e l’opulenza cambiano il costume sociale fino ad arrivare anche in Italia dove sul finire degli anni 80 tutto questo ancora non esisteva ma stava arrivando.
“…hai sognato tutto e questa è la tua storia; Sai chi sei? Tu sei l’operatore del sogno ed è questa la tua storia…” (da “Dream Operator”)
“Love for sale” appare come uno dei brani più forti e abrasivi che raccontano a voce alta e in un ritmo sostenuto come solo i Talking Heads sanno suonare, l’invasione commerciale nelle abitudini quotidiane fatto di cibo spazzatura prodotta in fabbriche a catena di produzione, piccoli e grandi elettrodomestici spesso del tutto inutili propinati come un folle progresso tecnologico di cui è sconveniente restarne lontani e tanto altro eccesso di una vita che corre senza un attimo di pace ed estremizzata in ogni minimo dettaglio, (memorabile la scena del videoclip dove i Talking Heads cadono a tuffo in una tazza gigante di cioccolata come biscotti inzuppati nel latte), e tutto questo concentrato in luoghi dove a poca distanza regna il niente assoluto tra cielo azzurro e terra verde di un enorme deserto silenzioso che quasi ne prende la distanza; due apparenti paradisi contrapposti che in eguale forza rappresentano una enorme tentazione.
“Vendesi amore; vendesi appetitoso, giovane amore; un amore che è fresco e ancora incontaminato; un amore che è solo leggermente macchiato; Vendesi amore” (da “Love for sale”).