L’archetto si posa sul violoncello ed una nota profonda, struggente riempie solitaria il silenzio.
Si tratta di un attimo appena. Due violini ed una viola si uniscono alla melodia e rendono Villa Firenze lo scenario suggestivo di un momento lirico che i presenti difficilmente dimenticheranno.
Stiamo ascoltando “Crisantemi”, la sonata per quartetto d’archi che Giacomo Puccini scrisse di getto, in una sola notte, per commemorare una figura amata, qual’era Amedeo di Savoia Duca d’Aosta, che quel giorno era scomparso.
Io e il resto del pubblico partecipiamo in religioso silenzio alla magia che i quattro magnifici performer dell’Orchestra Sinfonica Nazionale stanno creando per noi.

Un minuto prima un personaggio di eccezione aveva introdotto i quattro giovani artisti e ci aveva preparato a ciò che avremmo ascoltato.
“Vi sareste mai aspettati che Puccini avesse composto anche pezzi per quartetto d’archi? E invece sì” ci aveva appena raccontato Gianandrea Noseda, uno dei grandi direttori d’orchestra contemporanei, direttore della National Symphony Orchestra di Washington e un grande italiano.
L’evento
Siamo stati invitati a Villa Firenze, la residenza dell’Ambasciatore italiano a Washington, per la presentazione di Unexpected Italy, una serie di concerti e spettacoli che mostrano l’ampiezza e la profondità dei contributi italiani all’arte e alla cultura mondiali.

Il pezzo di Puccini e l’Intermezzo della Cavalleria Rusticana che ne è seguito sono stati l’assaggio per stuzzicare l’appetito per gli eventi musicali che si svolgeranno a maggio al John F. Kennedy Center for the Performing Arts. Oltre alle date di Washington, la National Symphony Orchestra (NSO) sarà in trasferta alla Carnegie Hall di New York.
Noseda ci ha anche raccontato le iniziative culturali washingtoniane che riguardano direttamente l’Italia. Tintoretto alla National Gallery, oltre ad un programma musicale che prevede due linee guida: Rossini e Franz Liszt. Quest’ultimo è rilevante per aver scritto la Dante-Symphonie, una sinfonia ispirata alla Divina Commedia del sommo poeta. Alfredo Casella e Ottorino Respighi saranno anche parte integrante del programma proposto per Unexpected Italy.
Prima di Noseda hanno speso alcune parole importanti Deborah Rutter, Presidentessa del Kennedy Center, e il nostro Ambasciatore, Armando Varricchio.

La Rutter ha parlato di Villa Firenze, this beautiful home in cui incontrarsi per celebrare l’Italia che non ti aspetti.
“È stato quando siamo venuti a pranzo qui, con Lei Ambasciatore e con sua moglie, per parlare delle idee del maestro, che siamo riusciti a riunire tutti i pezzi di un progetto meraviglioso”
Ma Unexpected Italy non sarà limitato alla musica classica e all’opera. Deborah ha anche spiegato che il Jazz italiano e la danza saranno parti integranti del programma.

L’Ambasciatore Varricchio prima di lei ha fatto gli onori di casa, presentando i protagonisti di Unexpected Italy e spiegando al pubblico la genesi del progetto che promuoverà il patrimonio culturale italiano.
“Da italiani, abbiamo il privilegio di poter chiamare casa un paese il cui retaggio culturale dà bella mostra di sé in tutti gli eventi internazionali. Sono convinto che sia proprio questa eredità culturale, ed il rispetto per essa, a dare agli italiani la marcia in più nell’esplorare il nuovo e l’inaspettato nell’arte. Tutto ciò lo vedrete riflesso nel programma messo insieme da Deborah e da Gianandrea.”
Varricchio ha anche dedicato alcune parole per nominare una lunga lista di iniziative “italiane” che illumineranno il panorama culturale di Washington in questa primavera 2019.
Chiacchierata col maestro
Dopo il concerto, ho modo di intrattenermi col maestro Noseda per alcune domande, e lui, persona amabile e cortese, si è prestato al dialogo.

VNY: Da italiano, conosco l’Opera “per osmosi”, prevalentemente le opere principali. Questa è una conoscenza che provo comunque a trasmettere a mio figlio, che, crescendo in America, mi pone di rimando delle domande difficili…. L’Opera viene percepita da molti come forma artistica del passato e modernamente l’Opera non esiste più, a meno di non considerare i musical di Broadway come la versione moderna dell’Opera. E allora perché l’Italia nell’Opera moderna non ha un ruolo di primo piano?
GN: “Opere moderne vengono ancora composte da compositori italiani in vita, e vengono messe in scena nei grandi teatri, sia in USA, al Metropolitan, che in Italia. Io stesso nel 2011 ho diretto una prima mondiale. Tra i compositori moderni cito Battistelli che ha scritto il Riccardo III.
Certo, l’era d’oro dell’Opera è chiaramente l’ottocento. Però, come noi guardiamo un Tintoretto o guardiamo un Tiziano e da ciò traiamo un riferimento per giudicare l’arte contemporanea, così l’opera dell’ottocento ci dà comunque quegli elementi per poter apprezzare un musical di Broadway o qualsiasi altro tipo di teatro musicale popolare. È sempre importante non interrompere il collegamento con il passato”.
VNY: Ciò che Lei ha appena spiegato è di facile comprensione per me che sono italiano “nato e cresciuto”, dal momento che noi europei, ma soprattutto noi italiani, abbiamo chiaro il concetto che noi siamo il risultato di tutto ciò che c’è stato prima. Però una cosa che ho imparato “the hard way”, come direbbero qua in USA, recependo il sentire americano è questa: va bene il passato, ma può esistere un presente che non necessariamente deve farsi carico di tutto ciò che c’è stato nel passato. Questo è comprensibile in un paese la cui cultura è sì Europa, ma oramai è anche Asia, è anche India, è anche Cina, è anche Giappone. Il paese non vuole farsi carico esclusivamente della cultura europea. Venendo alla domanda, può esistere un modo italiano di essere protagonisti nel mondo globalizzato?
GN: “Credo di sì. L’Italia è vincente quando si parla delle sue grandi qualità: enogastronomia, design, musica, arte, i grandi nostri padri, e un po’ anche il gusto del saper vivere. Anch’io so come il mondo sta andando, ma penso che sia molto pericoloso non conoscere il passato.
Si rischia di commettere gli stessi errori. Il presente senza la conoscenza storica è come un albero staccato dalle proprie radici. Chi non conosce il passato non può andare verso il futuro”.
VNY: È un riferimento alla politica?
GN: “No. È un riferimento alla memoria storica. La mancanza di memoria storica porta a fare errori. Il problema è che non lo abbiamo ancora imparato”.
VNY: Noi italiani o noi umanità?
GN: “Noi umanità. Si rischia di perdere la memoria”.
VNY: Le piace essere in America?
GN: “Mi piace molto perché oltre a essere italiano sono anche estremamente curioso di conoscere tutte le altre realtà”.
Note su Unexpected Italy
Il programma del Festival “Unexpected Italy: a celebration of Italian culture” è disponibile ai seguenti link:
http://www.kennedy-center.org/calendar/series/ITL
http://www.kennedy-center.org/video/upcoming