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May 5, 2017
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G Perico, la nuova stella del gangsta-rap di South Los Angeles

Il nuovo album del ventottenne californiano, All Blue, è uscito a fine aprile

Piero MerolabyPiero Merola
g perico
Time: 4 mins read

Nel marzo 2016, sopravvive per miracolo a un agguato con colpi di arma da fuoco all’uscita dal suo studio di South Los Angeles: un proiettile si pianta in un fianco, un altro sfiora la sua schiena. Come se nulla fosse, qualche ora più tardi va a esibirsi allo storico Roxy di Sunset Strip, perdendo ancora sangue e regalando una performance di altissimo livello.

C’è poco da stupirsi se si ricostruisce la storia di Jeremy Nash, vero nome di G Perico, nato e cresciuto nel 1988 nel cuore di quell’area un tempo ufficialmente chiamata South Central Los Angeles, prima che l’amministrazione decidesse di accorpare tutto su South Los Angeles, un tempo zona a schiacchiante maggioranza nera (80%), oggi praticamente divisa a metà tra afroamericani e ispanici. Sono anni molto duri per la metropoli californiana dalle parti di South Central, tra omicidi e violenze della polizia, con un’insofferenza dei ghetti che presto sarebbe sfociata nei riot della primavera del 1992. Ventidue anni più tardi, a due giorni dal famigerato omicidio di Michael Brown a Ferguson del 9 agosto 2014, un episodio simile nell’area di Florence, segna l’inizio della nuova ondata di proteste afroamericane contro le forze dell’ordine anche a Los Angeles.

Jeremy vive dalla nonna che un po’ per hobby e un po’ per passione legge i tarocchi, con i genitori sempre assenti o impegnati in lavori più o meno occasionali. Il suo isolato è circondato dalle aree di azione di numerose gang, come la celebre Denver Lane Bloods e le più piccole, ma non meno spietate, Q102 East Crips e la 112 Broadway Gangster Crips, cui si affilia, come testimonia uno dei suoi vari tatuaggi . Inevitabilmente, fin da adolescente come tantissimi suoi coetanei, entra nel giro della microcriminalità di strada vivendo quasi quotidianamente storie di rapine a mano armata, violenze e scambi di cortesie tra gang rivali.

Da giovanissimo fa il cameriere, disegna per passione, scrive le sue tag sui muri e arrotonda i suoi introiti rubando biciclette in giro, o con le classiche attività illecite da strada che lo portano a rischiare la morte in un conflitto a fuoco a soli quattordici anni e a diversi periodi di detenzione in carceri minorili. Ha una figlia molto precocemente, e altrettanto precocemente, inizia a scrivere i suoi primi versi e a rappare. Le sue fonti di ispirazione sono i guru della West Coast, il suo timbro e le atmosfere rievocano quelle di Eazy-E, DJ Quik e Ice Cube. La guerra tra le gang sta svanendo, ma il degrado resta diffuso. Finisce come molti suoi amici in prigione per qualche tempo per detenzione di armi da fuoco, e il suo primo lavorol, datato 2015, The Innerprize esce proprio lo stesso giorno in cui va a costituirsi e apprende della morte di uno dei suoi più grandi amici e supporter della sua musica, che grazie al potente singolo G Shit inizia a farsi strada. Il ritorno a casa non sarà facile, tra amici scomparsi, amici condannati a decenni di carcere altri finiti nel tunnel della droga e altri ancora diventati informatori della polizia. Le sue storie raccontano con realismo vivide immagini da strada, mai romanzate o edulcorate con un lessico e un immaginario affine alla tradizione gangsta-rap. Nel 2016, dopo l’agguato di marzo, si prepara a pubblicare il suo mixtape Shit Don’t Stop, pubblicato in autunno, che finalmente contribuisce ad amplificare un seguito e una popolarità fino a quel momento solo “locale”.


A differenza di molti nuovi artisti di South L.A., non imita le due indiscusse star contemporanee della zona, Kendrick Lamar e YG, ma piuttosto rende attuale la lezione di Suga Free e Too $hort. I toni sono molto duri e drammatici, ma come nella tradizione del genere non mancano ovviamente momenti più leggeri e melodici, che lasciano spiragli di speranza e ottimismo, come in Nothin’ But Love, Dream Nigga o I Got Business. Gli addetti ai lavoro si accorgono di lui: un rapper molto popolare come Curren$y arriva a definirlo il migliore rapper contemporaneo, la superstar Frank Ocean ad aprile fa passare nella sua Blonded Radio il brano My World.

A confermare le aspettative sul suo nome arriva il nuovo mixtape, uscito proprio a fine aprile, All Blue, che a partire dal titolo, un riferimento alla sua vecchia gang Broadway Gangster Crips, mostra ancora senza vergogna le cicatrici del passato. Tra i credits figurano Sonny Digital, League Of Starz, Polyester e il risultato è un distillato di g-funk con un respiro fresco e contemporaneo: Right Now, Bacc Forth suonano già come dei classici. Per comprendere ancora meglio il suo mondo basta fare un giro tra le sue strade nel video della titletrack.

Segui G Perico su Facebook e Twitter.

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Piero Merola

Piero Merola

Laureato in Relazioni Internazionali, lavoro come consulente di comunicazione, pubbliche relazioni e nuovi media. All'interesse per la storia e la politica americana, ho sempre unito quello per la musica. Dopo uno stage in Ambasciata Italiana a Washington, ho seguito per America 24 le presidenziali del 2012, e oggi scrivo per Rivista - Il Mulino. Editor del magazine online Kalporz, dal 2006 scrivo recensioni, interviste e report da ogni dove. Collaboro come ufficio stampa e copywriter con etichette, agenzie di booking, eventi e festival. In passato ho lavorato per festival estivi come Beaches Brew e Ortigia Sound System, oggi per la comunicazione del Diagonal Loft Club e di Deposito Zero Studios dove sono responsabile della direzione artistica del video format Live Zero. In questa rubrica vi presento nomi emergenti della scena americana, alcuni dei quali, intanto, sono diventati grandi.

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