Dopo ben 37 anni alla guida di ‘American Vogue’, Anna Wintour ha annunciato il suo addio al ruolo di editor-in-chief. La notizia è arrivata il 25 giugno 2025, durante un incontro con la redazione, segnando la fine di una delle più lunghe e influenti direzioni editoriali nella storia della moda.
Nonostante il passo indietro dalla versione statunitense del magazine, Wintour non abbandona Condé Nast. Continuerà infatti a ricoprire le cariche di Global Chief Content Officer e Global Editorial Director, supervisionando numerosi titoli del gruppo a livello internazionale, da ‘Vanity Fair’ a ‘GQ,’ da ‘AD’ a ‘Wired’.
Sin dalla sua nomina nel 1988, Anna Wintour ha completamente trasformato il volto di ‘Vogue’. La sua prima copertina, con la modella Michaela Bercu in jeans e una maglia di Christian Lacroix, segnò una rottura con l’idea tradizionale di eleganza, introducendo un dialogo tra alta moda e stile quotidiano che avrebbe definito la nuova era della rivista. Sotto la sua direzione, Vogue ha abbracciato temi che andavano ben oltre il guardaroba: politica, cultura pop, attivismo e celebrity culture sono diventati parte integrante della narrazione visiva e giornalistica della testata.
La sua figura è stata centrale e controversa. Ha ispirato romanzi, film iconici come Il diavolo veste Prada e ha fatto discutere per la sua leadership glaciale, ma anche per il mancato impegno iniziale sulla diversità. Negli ultimi anni, però, ‘Vogue’ ha iniziato a riflettere su sé stessa, tentando una svolta più inclusiva.
Al momento non è stato ancora annunciato il nome del nuovo editor-in-chief per la testata americana, ma la transizione è già in atto. Chi prenderà il posto di Wintour si troverà a guidare Vogue in un contesto completamente diverso da quello degli anni Ottanta, dove il ruolo di un direttore editoriale non può più prescindere dai contenuti digitali, dall’impegno sociale e da un dialogo più orizzontale con i lettori.
Anna Wintour lascia un’impronta incancellabile: ha contribuito a consacrare talenti come John Galliano, Alexander McQueen e Marc Jacobs; ha elevato il Met Gala a evento culturale globale; ha trasformato Vogue in un’istituzione capace di orientare mode e percezione del bello. In un ruolo forse meno visibile ma ancora strategicamente determinante, il suo addio alla guida di ‘Vogue USA’ non è un’uscita di scena, ma una ridefinizione del suo potere. Con 75 anni e un occhio ancora allenato al futuro, Wintour continuerà a esercitare la sua influenza, questa volta da una posizione più ampia, meno legata a un singolo titolo.