Si è aperta alla Fortezza da Basso di Firenze la 108ª edizione di Pitti Immagine Uomo, appuntamento di riferimento per la moda maschile a livello internazionale. In programma fino al 20 giugno, la manifestazione accoglie oltre 730 marchi – con una quota estera vicina al 45% – che presentano le collezioni primavera/estate 2026.
L’inaugurazione arriva però in un momento delicato per il settore. Dopo tre anni consecutivi di crescita, la moda maschile italiana ha chiuso il 2024 con una contrazione del 3,6% e un fatturato in calo a 11,4 miliardi di euro. Il comparto rappresenta oggi il 19,1% dell’intera filiera tessile-abbigliamento nazionale. È quanto emerge dai dati dell’ufficio studi economici e statistici di Confindustria Moda, diffusi alla vigilia del salone. A eccezione della confezione in pelle, in crescita del 5,6%, tutti i micro-comparti del menswear hanno registrato una flessione.
In questo contesto, il tema scelto per l’edizione – ‘Pitti Bikes’ – assume un significato ancora più simbolico. La bicicletta, emblema di movimento, sostenibilità e resilienza, ispira installazioni e allestimenti che trasformano la Fortezza in un circuito creativo tra design, tecnologia e artigianato. Spazio anche a un’area dedicata all’abbigliamento ciclistico, dove moda e performance si incontrano.
Tra gli highlight in calendario, la sfilata-evento di Homme Plissé Issey Miyake alla Villa Medicea della Petraia, la presenza del collettivo sudcoreano Post Archive Faction (PAF) e il debutto fiorentino dello stilista emergente Niccolò Pasqualetti, con una proposta fluida e attenta all’ambiente.
Sul fronte stilistico, le nuove collezioni raccontano un menswear che resta ancorato alla tradizione sartoriale italiana, ma che guarda sempre più al futuro: tagli destrutturati, tessuti tecnici, elementi funzionali e contaminazioni street. Attesissimo, come ad ogni edizione, il consueto spettacolo dello street style, tra accessori d’impatto e desiderio di espressione personale.
In apertura, le istituzioni locali e gli organizzatori hanno ribadito l’importanza strategica di Pitti come piattaforma di visibilità e business, soprattutto in un momento in cui il mercato richiede visione e capacità di adattamento. La moda italiana deve dimostrare di saper reagire.