Prada annuncia di aver stipulato un accordo definitivo per l’acquisizione del 100% di Versace da Capri Holdings. Il corrispettivo cash sarà basato su un enterprise value di 1,25 miliardi di euro ed è soggetto ad aggiustamenti al closing.
“Siamo lieti di accogliere Versace nel gruppo Prada e di avviare un nuovo capitolo per un marchio con cui condividiamo un impegno costante verso la creatività, la cura del prodotto e un forte patrimonio culturale. Il nostro obiettivo è di dare continuità all’eredità di Versace”. “La nostra organizzazione è pronta e ben posizionata per scrivere una nuova pagina nella storia di Versace, facendo leva sui valori del Gruppo e continuando a operare con fiducia e rigorosa determinazione”. Lo ha detto Patrizio Bertelli, presidente e amministratore esecutivo del gruppo Prada, all’annuncio del brand della Medusa, come riporta Ansa.
A poche ore dall’accordo, le trattative tra il Gruppo Prada e Versace sembravano arrivate ad uno stallo con il rischio concreto che l’operazione potesse addirittura non andare a buon fine. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, le probabilità di concludere l’accordo sarebbero scese al 50%, a causa dell’instabilità dei mercati internazionali e delle politiche tariffarie messe in atto dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Fattori che sembravano aver rallentato il percorso d’acquisizione, fino a poche settimane dato per certo.
In aggiunta, la recente nomina dell’ex creative director di Miu Miu Dario Vitale alla guida di Versace, in sostituzione di Donatella Versace, aveva fatto che Prada avesse già messo piede all’interno della maison fondata dal fratello di quest’ultima, Gianni. Operazione per tutti considerata una ridefinizione strategica atta a infondere una rinnovata energia creativa all’interno della maison.
Nonostante l’incertezza, fonti interne indicavano che Prada abbia ottenuto, verso la fine di febbraio, l’accesso esclusivo ai dati finanziari di Versace, con una conseguente proroga del periodo di valutazione. Tuttavia, uno scenario economico caratterizzato dalle fluttuazioni delle ultime settimane, e il marcato calo delle vendite nel settore del lusso in generale, sembrava aver reso l’operazione ancora più complessa e strategicamente rilevante.
Nei confronti di Prada si era sollevato un forte sostegno da parte della moda, a partire da Ermenegildo Zegna, aspetto che conferisce ulteriore credibilità all’iniziativa, mettendo in luce la fiducia riposta nella leadership del marchio e, in particolare, nelle capacità manageriali di Patrizio Bertelli, chairman del gruppo . Appoggi non solo simbolici, ma segnale forte agli investitori e agli operatori del mercato.
A portare a buon fine la trattativa il supporto di un consorzio bancario, guidato da Goldman Sachs, che aveva predisposto un pacchetto finanziario complessivo di 2,5 miliardi di euro. Di questa cifra, 1,5 miliardi sono stati destinati alla transazione per l’acquisizione di Versace, mentre 1 miliardo verrà impiegato per rilanciare il brand, attualmente in difficoltà.
L’operazione d’acqusto non si limiterebbe solo a Versace. Sembra che il marchio Jimmy Choo (l’altro brand dell’attuale gruppo Capri Holdings, insieme a Versace e Michael Kors) sia incluso nella trattativa, portando il valore complessivo dell’operazione attorno ai due miliardi di euro.
Il Gruppo Prada si consolida come uno dei principali protagonisti nel mercato globale del lusso, rafforzando la sua posizione di leadership e aprendo nuove prospettive di crescita per Versace.