Cosa hanno in comune l’hip-hop e l’American Museum of Natural History di New York? Lo sfavillio di gemme e diamanti uniti in una mostra. Fino al 5 gennaio 2025, Ice Cold: An Exhibition of Hip-Hop Jewelry racconta cinquant’anni di storia del genere musicale attraverso sessantasei cimeli.

“Questa [la mostra, n.d.r.] è una lettera d’amore all’hip-hop, a New York e a tutti i modi in cui questo genere e i gioielli l’hanno forgiata”, ha affermato Vikki Tobak, curatore ospite dell’exhibit. È un tuffo nella cultura musicale e artistica di più generazioni esposta all’interno della Mignone Halls of Gems and Minerals: un po’ come dire che la gemma grezza si è trasformata in prezioso diamante.
Per molti storici l’hip-hop è nato nel Bronx nell’agosto del 1973, quando DJ Kool Herc, un famoso dee-jay che organizzava party nella sua sala di registrazione e nei club locali, pensò di introdurre percussioni e note dance ai dischi che solitamente faceva girare. L’artista era solito indossare collane realizzate con ciondoli in pelle, che rimandavano alla cultura degli antenati africani. La deportazione, il colonialismo e la vita nei ghetti, infatti, hanno formato il nucleo tematico di questo genere. A tal proposito i fan della vecchia scuola dell’hip-hop riconosceranno nella mostra il medaglione di cuoio dei Public Enemy con un uomo nero nel mirino di una pistola, disegnato per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla brutalità della polizia.

In una delle teche si può ammirare il ciondolo a corona realizzato in platino e tempestato di diamanti di DJ Kay Slay conosciuto come “The Drama King”. Uno degli artisti e delle personalità radiofoniche più riconoscibili dell’hip-hop negli anni ’80. In quel periodo, con la crescita della popolarità del genere, gli artisti iniziarono a collaborare con i gioiellieri locali per creare accessori personalizzati tempestati di oro e diamanti. La pratica riflette tuttora la cultura dell’individualità, con design unici o che riportano il proprio nome, a voler proclamare il successo e mostrare al mondo chi si è.
“Per gli artisti, i gioielli sono parte della loro immagine, della loro persona. È come il mantello di Superman”, ha detto il designer Alex Moss, al quale appartengono dozzine di monili esposti. Tra questi, il ciondolo LEGO in oro 14 carati tempestato di gioielli di A$AP Rocky. Nella stessa vetrina, il leggendario ciondolo con l’effige di Gesù in oro giallo con cui Notorious B.I.G. rappava in Hypnotize, un successo del 1997. Tra il bracciale aquila di Ghostface Killah, il ciondolo Barbie di Nicki Minaj e la fibbia BAPE di Pharrell Williams, la mostra è un viaggio culturale unico nel suo genere.


In cinquant’anni, il movimento ha rivoluzionato la musica, la danza, l’abbigliamento e il design, trasformando l’hip-hop in un fenomeno commerciale. A segnare la svolta, gli anni 2000. Tra gli esponenti del periodo c’è Ferg, membro fondatore del collettivo hip-hop A$AP Mob, che nel 2018 è entrato nella storia come primo ambassador hip-hop del marchio Tiffany. Suo il bracciale in oro bianco e diamanti esposto nella sala della mostra. Secondo Ferg, disegnare e acquistare gioielli è “un’altra estensione del proprio essere”.

Il ciondolo prezioso di aeroplanino di carta ha un significato speciale per Jay Z, invece: “Ti insegna a immaginare”, ha affermato l’artista che, a proposito, ha fondato un marchio di abbigliamento e lifestyle chiamato Paper Planes. Oggi, collezionisti e designer del mondo hip-hop dettano le tendenze della gioielleria, più che mai parte integrante della musica e dell’identità di questo genere.
